Il sito archeologico della villa romana di Villamagna, situato nel comune di Urbisaglia (MC) e incluso all’interno della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, è posto su un pianoro tra le valli dei torrenti Fiastra e Cremone e ha da sempre avuto un forte legame con le istituzioni che amministravano il territorio. Prima con la colonia di Pollentia-Urbs Salvia, entro il cui ager fu costruita e si trasformò, e successivamente con l’Abbadia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, che progressivamente erose il potere dei conti di Villamagna fino a impadronirsi di tutto, territorio e titolo comitale. La scelta come area oggetto di studio è legata a differenti motivazioni sia di ordine pratico, ma soprattutto che permettono di riconoscere nella villa un potenziale importante tra le realtà storico-naturalistiche della zona. Innanzitutto, si tratta di un sito che non ha avuto continuità di vita, ma per cui si dispone di numerose e differenti fonti che permettono un’ampia ricostruzione diacronica dell’area del pianoro e della stessa valle del Fiastra. Inoltre, dal 2017 la missione dell’Università di Macerata diretta dal prof. Roberto Perna ha dato un nuovo avvio alle indagini interrotte nel 2010 e l’autore di questo studio ha partecipato in prima persona a tutte le attività fin qui svolte. Tra queste, negli ultimi sei anni sono state condotte annuali campagne di scavo archeologico, oltre a survey e prospezioni geofisiche. Dal 2018, poi, si è dato avvio alle analisi sui carporesti (quasi 27 mila tra semi e frutti) individuati all’interno dei livelli della villa. Questo ha permesso di iniziare a definire quello che era l’ambiente antico e le produzioni agricole della villa. L’importanza di questo tipo di analisi si riflette sia nella possibilità di ricostruire le modalità di sfruttamento del suolo, sia nel donare una consapevolezza più completa della storia, anche agroalimentare, al territorio, oltre a fornire un solida base agli studi sulla sostenibilità e sui sistemi alimentari circa le soluzioni adattive e di resilienza adottate nel corso del tempo. Con il presente lavoro si è cercato di sintetizzare i risultati delle indagini di scavo archeologico-stratigrafico condotte sul sito a partire dal 2000 e proseguire gli studi avviati a partire dal 2018 sul record archeobotanico. Attraverso lo studio delle stratigrafie e delle strutture della villa, il funzionamento di quest’ultime e la destinazione degli ambienti si arriverà a proporre una prima scansione cronologica per periodi e fasi del complesso rustico. Tutti questi elementi saranno infine utili per avanzare una prima proposta di gestione e valorizzazione del sito. Sarà inizialmente descritto il contesto storico-archeologico dell’area entro la quale gravitò la villa di Villamagna, poiché solo inserendo l’oggetto di studio all’interno di un quadro chiaro di eventi, fonti scritte ed evidenze archeologiche si possono ottenere informazioni e formulare ipotesi coerenti con il dato. In un breve capitolo saranno messe a confronto le informazioni sul modello della villa desumibili dagli scritti di autori antichi con le evidenze di Villamagna. Tra questi saranno principalmente presi in considerazione, ma non solo, Lucio Giunio Moderato Columella, autore del I secolo d.C. con i suoi trattati De re rustica e De arboribus, e poi la silloge di Cassiano Basso Scolastico, i Geoponica, databile non oltre il VI secolo. Gli scritti dei due autori si pongono come quelli all’interno dei quali, per la cronologia delle loro opere, si potrebbero trovare maggiori confronti sia per il tipo di organizzazione planimetrica della villa (Columella) che per i livelli principalmente indagati e da ricondurre all’età tardoantica (Cassiano Basso). Sarà poi offerto un quadro di sintesi della presenza di ville che presentano pars urbana e pars rustica all’interno delle regioni del Picenum (Regio V) e dell’Umbria adriatica (Regio VI). Dopo un primo inquadramento della villa di Villamagna, sarà descritta la storia degli scavi e delle indagini che dal 2000 sono state compiute sul sito e sui materiali provenienti dal complesso rustico. Di seguito si entrerà nel merito della ricostruzione per periodi e fasi della pars urbana e della pars rustica arrivando poi a proporre una datazione grazie ai risultati provenienti sia da un preliminare studio sulla ceramica sia dall’analisi sul carbonio-14 di alcuni elementi biologici (carboni, semi, ossa). In merito alle indagini archeobotaniche si dirà quali sono state le metodologie utilizzate per questo studio, i parametri seguiti per la determinazione di semi e frutti e i risultati divisi per periodi e fasi. Saranno quindi discussi gli esiti delle analisi sui carporesti cercando di sottolineare le modalità di sfruttamento del suolo e le principali produzioni agricole della villa, sempre nell’ottica di una lettura per fasi e periodi. A conclusione di questa parte sarà fatto un focus sulla birra tra fonti archeologiche ed etnografiche, considerata l’ipotesi avanzata circa la produzione di birra di miglio tra V e VI secolo presso il forno per essiccazione individuato all’interno di uno degli ambienti della pars rustica. Sarà infine elaborata una prima proposta di piano di gestione per la fruizione dell’area archeologica di Villamagna, utilizzando come guida il piano della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, al momento in fase di approvazione. Si farà quindi un focus sui beni culturali all’interno della Riserva, si analizzeranno le potenzialità del sito della villa e si individueranno le linee strategiche e i progetti da proporre all’interno e nei pressi del complesso rustico per un suo inserimento nel tessuto socioeconomico e culturale del territorio. Nel capitolo conclusivo si cercheranno di riassumere i risultati ottenuti e saranno delineati alcuni indirizzi futuri.

INDAGINI ARCHEOLOGICHE E STUDIO ARCHEOBOTANICO PER LA GESTIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLA VILLA ROMANA DI VILLAMAGNA (URBISAGLIA, MC).

R. Carmenati
2023-01-01

Abstract

Il sito archeologico della villa romana di Villamagna, situato nel comune di Urbisaglia (MC) e incluso all’interno della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, è posto su un pianoro tra le valli dei torrenti Fiastra e Cremone e ha da sempre avuto un forte legame con le istituzioni che amministravano il territorio. Prima con la colonia di Pollentia-Urbs Salvia, entro il cui ager fu costruita e si trasformò, e successivamente con l’Abbadia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, che progressivamente erose il potere dei conti di Villamagna fino a impadronirsi di tutto, territorio e titolo comitale. La scelta come area oggetto di studio è legata a differenti motivazioni sia di ordine pratico, ma soprattutto che permettono di riconoscere nella villa un potenziale importante tra le realtà storico-naturalistiche della zona. Innanzitutto, si tratta di un sito che non ha avuto continuità di vita, ma per cui si dispone di numerose e differenti fonti che permettono un’ampia ricostruzione diacronica dell’area del pianoro e della stessa valle del Fiastra. Inoltre, dal 2017 la missione dell’Università di Macerata diretta dal prof. Roberto Perna ha dato un nuovo avvio alle indagini interrotte nel 2010 e l’autore di questo studio ha partecipato in prima persona a tutte le attività fin qui svolte. Tra queste, negli ultimi sei anni sono state condotte annuali campagne di scavo archeologico, oltre a survey e prospezioni geofisiche. Dal 2018, poi, si è dato avvio alle analisi sui carporesti (quasi 27 mila tra semi e frutti) individuati all’interno dei livelli della villa. Questo ha permesso di iniziare a definire quello che era l’ambiente antico e le produzioni agricole della villa. L’importanza di questo tipo di analisi si riflette sia nella possibilità di ricostruire le modalità di sfruttamento del suolo, sia nel donare una consapevolezza più completa della storia, anche agroalimentare, al territorio, oltre a fornire un solida base agli studi sulla sostenibilità e sui sistemi alimentari circa le soluzioni adattive e di resilienza adottate nel corso del tempo. Con il presente lavoro si è cercato di sintetizzare i risultati delle indagini di scavo archeologico-stratigrafico condotte sul sito a partire dal 2000 e proseguire gli studi avviati a partire dal 2018 sul record archeobotanico. Attraverso lo studio delle stratigrafie e delle strutture della villa, il funzionamento di quest’ultime e la destinazione degli ambienti si arriverà a proporre una prima scansione cronologica per periodi e fasi del complesso rustico. Tutti questi elementi saranno infine utili per avanzare una prima proposta di gestione e valorizzazione del sito. Sarà inizialmente descritto il contesto storico-archeologico dell’area entro la quale gravitò la villa di Villamagna, poiché solo inserendo l’oggetto di studio all’interno di un quadro chiaro di eventi, fonti scritte ed evidenze archeologiche si possono ottenere informazioni e formulare ipotesi coerenti con il dato. In un breve capitolo saranno messe a confronto le informazioni sul modello della villa desumibili dagli scritti di autori antichi con le evidenze di Villamagna. Tra questi saranno principalmente presi in considerazione, ma non solo, Lucio Giunio Moderato Columella, autore del I secolo d.C. con i suoi trattati De re rustica e De arboribus, e poi la silloge di Cassiano Basso Scolastico, i Geoponica, databile non oltre il VI secolo. Gli scritti dei due autori si pongono come quelli all’interno dei quali, per la cronologia delle loro opere, si potrebbero trovare maggiori confronti sia per il tipo di organizzazione planimetrica della villa (Columella) che per i livelli principalmente indagati e da ricondurre all’età tardoantica (Cassiano Basso). Sarà poi offerto un quadro di sintesi della presenza di ville che presentano pars urbana e pars rustica all’interno delle regioni del Picenum (Regio V) e dell’Umbria adriatica (Regio VI). Dopo un primo inquadramento della villa di Villamagna, sarà descritta la storia degli scavi e delle indagini che dal 2000 sono state compiute sul sito e sui materiali provenienti dal complesso rustico. Di seguito si entrerà nel merito della ricostruzione per periodi e fasi della pars urbana e della pars rustica arrivando poi a proporre una datazione grazie ai risultati provenienti sia da un preliminare studio sulla ceramica sia dall’analisi sul carbonio-14 di alcuni elementi biologici (carboni, semi, ossa). In merito alle indagini archeobotaniche si dirà quali sono state le metodologie utilizzate per questo studio, i parametri seguiti per la determinazione di semi e frutti e i risultati divisi per periodi e fasi. Saranno quindi discussi gli esiti delle analisi sui carporesti cercando di sottolineare le modalità di sfruttamento del suolo e le principali produzioni agricole della villa, sempre nell’ottica di una lettura per fasi e periodi. A conclusione di questa parte sarà fatto un focus sulla birra tra fonti archeologiche ed etnografiche, considerata l’ipotesi avanzata circa la produzione di birra di miglio tra V e VI secolo presso il forno per essiccazione individuato all’interno di uno degli ambienti della pars rustica. Sarà infine elaborata una prima proposta di piano di gestione per la fruizione dell’area archeologica di Villamagna, utilizzando come guida il piano della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, al momento in fase di approvazione. Si farà quindi un focus sui beni culturali all’interno della Riserva, si analizzeranno le potenzialità del sito della villa e si individueranno le linee strategiche e i progetti da proporre all’interno e nei pressi del complesso rustico per un suo inserimento nel tessuto socioeconomico e culturale del territorio. Nel capitolo conclusivo si cercheranno di riassumere i risultati ottenuti e saranno delineati alcuni indirizzi futuri.
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