La cultura settecentesca europea fu largamente affascinata dall’antica cultura egizia, mossa in questa direzione da molteplici interessi, dalla discussione sui geroglifici al revival massonico, dalla ricerca di un’antichità diversa da quella greco-romana alla scoperta dell’Oriente, con incuriosite aperture a suggestioni formali, religiose e filosofiche. In questo processo il contributo romano, dovuto all’eccezionale presenza di opere egizie, o egizianeggianti, ci consente di illustrare alcuni aspetti dell’approccio – tra interpretazione ideologica, analisi storica e ricerca formale – ad un’arte e una cultura che avevano tutta l’autorità dell’antico ma contraddicevano, per molti versi radicalmente, il canone greco-romano. Alla metà del secolo il problema del rapporto storico tra cultura egizia e cultura greco-romana fu affrontato con soluzioni opposte nei testi della nascente storiografia artistica (Caylus e Winckelmann), sollecitate da forme espositive che ponevano il problema anche visivamente. Diversi artisti, tra cui Piranesi (Caffé degli Inglesi), Mengs (Sala dei Papiri), Asprucci (stanza egizia) ricorsero all’antica civiltà del Nilo per proporre strade diverse verso un rinnovamento artistico sostanziale. Questa ricerca ricevette nuova linfa dai resoconti di viaggiatori come Cassas che espose i suoi disegni di monumenti egizi a Roma nel 1787, proprio negli stessi mesi in cui era in atto un vivace dibattito sulla possibilità, e opportunità, di erigere il frammentato obelisco di Montecitorio, operazione poi portata a termine nel 1788 da Antinori, evitando per la prima volta di integrare le lacune con falsi geroglifici in quanto ormai identificato come “testo” da affrontare con rigore filologico. L’anno prima della spedizione in Egitto di Napoleone, a Roma Zoega pubblicò il suo fondamentale De origine et usu obeliscorum, commissionatogli da Pio VI, mentre Milizia polemizzava contro il nuovo gusto egizio che ai suoi occhi serviva solo a soddisfare il «capriccio di qualche ricco».

«Figure simboliche ed istoriche» Percorsi egizi a Roma nel Settecento

MEYER, SUSANNE ADINA
2010-01-01

Abstract

La cultura settecentesca europea fu largamente affascinata dall’antica cultura egizia, mossa in questa direzione da molteplici interessi, dalla discussione sui geroglifici al revival massonico, dalla ricerca di un’antichità diversa da quella greco-romana alla scoperta dell’Oriente, con incuriosite aperture a suggestioni formali, religiose e filosofiche. In questo processo il contributo romano, dovuto all’eccezionale presenza di opere egizie, o egizianeggianti, ci consente di illustrare alcuni aspetti dell’approccio – tra interpretazione ideologica, analisi storica e ricerca formale – ad un’arte e una cultura che avevano tutta l’autorità dell’antico ma contraddicevano, per molti versi radicalmente, il canone greco-romano. Alla metà del secolo il problema del rapporto storico tra cultura egizia e cultura greco-romana fu affrontato con soluzioni opposte nei testi della nascente storiografia artistica (Caylus e Winckelmann), sollecitate da forme espositive che ponevano il problema anche visivamente. Diversi artisti, tra cui Piranesi (Caffé degli Inglesi), Mengs (Sala dei Papiri), Asprucci (stanza egizia) ricorsero all’antica civiltà del Nilo per proporre strade diverse verso un rinnovamento artistico sostanziale. Questa ricerca ricevette nuova linfa dai resoconti di viaggiatori come Cassas che espose i suoi disegni di monumenti egizi a Roma nel 1787, proprio negli stessi mesi in cui era in atto un vivace dibattito sulla possibilità, e opportunità, di erigere il frammentato obelisco di Montecitorio, operazione poi portata a termine nel 1788 da Antinori, evitando per la prima volta di integrare le lacune con falsi geroglifici in quanto ormai identificato come “testo” da affrontare con rigore filologico. L’anno prima della spedizione in Egitto di Napoleone, a Roma Zoega pubblicò il suo fondamentale De origine et usu obeliscorum, commissionatogli da Pio VI, mentre Milizia polemizzava contro il nuovo gusto egizio che ai suoi occhi serviva solo a soddisfare il «capriccio di qualche ricco».
2010
Internazionale
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
RSA100-MEYER.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 2.56 MB
Formato Adobe PDF
2.56 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
RSA100-Indice.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 32.8 kB
Formato Adobe PDF
32.8 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/38890
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 0
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact