The article aims to investigate Cicero’s epistle Fam. 15.21 (46 BC), which is addressed to Trebonius, a former colleague of him and now a lieutenant of Caesar, and deals with the oratory of Calvus, an Atticist (and Catullus’ best friend), to whom Cicero had given praise and rhetorical advice in a previous letter. Cicero shows affection to Trebonius, and care to Calvus, although they weren’t quite friends of him and belonged to different parties, both in politics and oratory. An examination of the text from the point of view of form and content shows here a double example of humanitas both as benevolence (philantrophia) and as an intellectual and didactic approach (paideia). It seems the prelude to a true friendship (which is also the theme of a future dialogue of Cicero), maybe with further effects (Trebonius will participate in the conspiracy against Caesar). Moreover, several allusions and some playful situations related to the letter (such as the gift of a book containing Cicero’s jokes) recalls Catullus’ poems to his friends (above all to Calvus), confirming the idea of a literary contact between the poeta novus and the orator. The result is an intertwining of personal and cultural relationships between personalities who are traditionally believed to be on opposite sides, but are closer than one might think in Cicero’s correspondence.

L’articolo approfondisce il valore e lo scopo dell’epistola Fam. 15.21 di Cicerone (46 a.C.), indirizzata a Trebonio, già suo collega e ora legato di Cesare, in parte incentrata anche su Calvo, oratore atticista (scomparso), cui Cicerone aveva espresso lodi e consigli in precedenza, che qui giustifica. L’analisi del testo evidenzia una duplice forma di humanitas sia come benevolenza (philantrophia) che come impegno intellettuale e formativo (paideia): sebbene non fossero amici e appartenessero a fazioni diverse, sia in politica che in ambito oratorio, Cicerone mostra affetto per Trebonio e premura didattica per Calvo. Sembra il preludio di una vera amicizia (oggetto di un successivo dialogo di Cicerone), anche con notevoli conseguenze (Trebonio parteciperà alla congiura contro Cesare). Inoltre, allusioni e situazioni ludiche legate alla lettera (il dono di un libro contenente facezie di Cicerone) richiamano carmi di Catullo ai suoi amici (soprattutto a Calvo), avvalorando contatti letterari tra il poeta e l’oratore. Ne risulta un intreccio di rapporti tra personaggi ritenuti su fronti opposti, ma uniti nella corrispondenza epistolare privata

Dall'humanitas all'amicitia: la lettera di Cicerone a Trebonio tra lodi per Calvo ed echi di Catullo (Fam. 15.21)

Francesca Boldrer
2021-01-01

Abstract

The article aims to investigate Cicero’s epistle Fam. 15.21 (46 BC), which is addressed to Trebonius, a former colleague of him and now a lieutenant of Caesar, and deals with the oratory of Calvus, an Atticist (and Catullus’ best friend), to whom Cicero had given praise and rhetorical advice in a previous letter. Cicero shows affection to Trebonius, and care to Calvus, although they weren’t quite friends of him and belonged to different parties, both in politics and oratory. An examination of the text from the point of view of form and content shows here a double example of humanitas both as benevolence (philantrophia) and as an intellectual and didactic approach (paideia). It seems the prelude to a true friendship (which is also the theme of a future dialogue of Cicero), maybe with further effects (Trebonius will participate in the conspiracy against Caesar). Moreover, several allusions and some playful situations related to the letter (such as the gift of a book containing Cicero’s jokes) recalls Catullus’ poems to his friends (above all to Calvus), confirming the idea of a literary contact between the poeta novus and the orator. The result is an intertwining of personal and cultural relationships between personalities who are traditionally believed to be on opposite sides, but are closer than one might think in Cicero’s correspondence.
2021
Universidade de Coimbra.. Faculdade de Letras.. Instituto de Estudos Clássicos
L’articolo approfondisce il valore e lo scopo dell’epistola Fam. 15.21 di Cicerone (46 a.C.), indirizzata a Trebonio, già suo collega e ora legato di Cesare, in parte incentrata anche su Calvo, oratore atticista (scomparso), cui Cicerone aveva espresso lodi e consigli in precedenza, che qui giustifica. L’analisi del testo evidenzia una duplice forma di humanitas sia come benevolenza (philantrophia) che come impegno intellettuale e formativo (paideia): sebbene non fossero amici e appartenessero a fazioni diverse, sia in politica che in ambito oratorio, Cicerone mostra affetto per Trebonio e premura didattica per Calvo. Sembra il preludio di una vera amicizia (oggetto di un successivo dialogo di Cicerone), anche con notevoli conseguenze (Trebonio parteciperà alla congiura contro Cesare). Inoltre, allusioni e situazioni ludiche legate alla lettera (il dono di un libro contenente facezie di Cicerone) richiamano carmi di Catullo ai suoi amici (soprattutto a Calvo), avvalorando contatti letterari tra il poeta e l’oratore. Ne risulta un intreccio di rapporti tra personaggi ritenuti su fronti opposti, ma uniti nella corrispondenza epistolare privata
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Descrizione: articolo su Cicerone, epistula ad familiares 15,21
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