RIASSUNTO L’avvento del post-fordismo, insieme alla progressiva immaterialità di un lavoro sempre più caratterizzato da attività ad elevato contenuto cognitivo, rinvigoriscono la speranza pedagogica circa la rappresentazione di scenari operativi in cui l’esperienza lavorativa assuma finalmente i connotati di un’esperienza ricca dal punto di vista apprenditivo, umanamente piena e significativamente formativa sotto molteplici aspetti. Tale auspicio, tuttavia, sembra ancora lontano dal corrispondere ad una realtà occidentale ed italiana, in primis, in cui sia diffusamente praticato, da parte delle imprese odierne, un modello organizzativo antropologico ed antropocentrico. E ciò è dovuto ad un’immaturità culturale resa evidente da plurimi dati che testimoniano, a tutt’oggi, l’esistenza di condizioni lavorative “difficili”, quand’anche indegne, e il disinteresse verso la formazione continua dei lavoratori; nonché dalla constatazione tecnocratica di un primato dei mezzi sui fini che strumentalizza l’opera dell’uomo piuttosto che celebrarla. Questo contributo, pertanto, muovendo dalla formulazione della pedagogia del lavoro quale riflessione scientifica sull’educabilità della persona nei contesti di lavoro produttivo, si propone di agevolare e accelerare la praticabilità educativa di simili ambienti, opponendo a siffatti ostacoli culturali un’argomentazione tesa a riconsiderare il senso del lavoro medesimo in vista della valorizzazione effettiva delle relazioni umane e della crescita globale delle persone che lavorano, come pure dello sviluppo delle imprese che ne abbiano cura. ABSTRACT The advent of post-Fordism, along with progressive immateriality of a work increasingly characterized by high-cognitive activity, revitalizes the ‘pedagogical hope’ about the representation of operational scenarios where the work experience fully assumes the features of a rich occurrence from the perspective of a learning experience, fully human and significantly formative in many ways. That wish, however, still seems far from corresponding to a western reality, and Italian first of all, where nowadays an anthropological and anthropocentric organizational model is widely practiced by companies. This is due to a cultural immaturity highlighted by numerous data which testify, to date, the existence of ‘difficult’ working conditions, even though undignified, and the disregard for the lifelong training of workers, and also by the technocratic remark of a supremacy of means over intentions that exploits the work of man rather than celebrating it. This contribution, therefore, moving from the wording of the pedagogy of work as a scientific reflection over the ‘educability’ of the person in contexts of productive work, aims to facilitate and accelerate the feasibility of such educational environments, opposing to such cultural obstacles an argumentation intended to reconsider the meaning of work itself, also foreseeing the effective exploitation of human relations and the overall growth of working people, as well as the development of enterprises who care about it.

Il lavoro produttivo oggi tra fattori critici ed "eu-topia" pedagogica

d'ANIELLO, FABRIZIO
2011-01-01

Abstract

RIASSUNTO L’avvento del post-fordismo, insieme alla progressiva immaterialità di un lavoro sempre più caratterizzato da attività ad elevato contenuto cognitivo, rinvigoriscono la speranza pedagogica circa la rappresentazione di scenari operativi in cui l’esperienza lavorativa assuma finalmente i connotati di un’esperienza ricca dal punto di vista apprenditivo, umanamente piena e significativamente formativa sotto molteplici aspetti. Tale auspicio, tuttavia, sembra ancora lontano dal corrispondere ad una realtà occidentale ed italiana, in primis, in cui sia diffusamente praticato, da parte delle imprese odierne, un modello organizzativo antropologico ed antropocentrico. E ciò è dovuto ad un’immaturità culturale resa evidente da plurimi dati che testimoniano, a tutt’oggi, l’esistenza di condizioni lavorative “difficili”, quand’anche indegne, e il disinteresse verso la formazione continua dei lavoratori; nonché dalla constatazione tecnocratica di un primato dei mezzi sui fini che strumentalizza l’opera dell’uomo piuttosto che celebrarla. Questo contributo, pertanto, muovendo dalla formulazione della pedagogia del lavoro quale riflessione scientifica sull’educabilità della persona nei contesti di lavoro produttivo, si propone di agevolare e accelerare la praticabilità educativa di simili ambienti, opponendo a siffatti ostacoli culturali un’argomentazione tesa a riconsiderare il senso del lavoro medesimo in vista della valorizzazione effettiva delle relazioni umane e della crescita globale delle persone che lavorano, come pure dello sviluppo delle imprese che ne abbiano cura. ABSTRACT The advent of post-Fordism, along with progressive immateriality of a work increasingly characterized by high-cognitive activity, revitalizes the ‘pedagogical hope’ about the representation of operational scenarios where the work experience fully assumes the features of a rich occurrence from the perspective of a learning experience, fully human and significantly formative in many ways. That wish, however, still seems far from corresponding to a western reality, and Italian first of all, where nowadays an anthropological and anthropocentric organizational model is widely practiced by companies. This is due to a cultural immaturity highlighted by numerous data which testify, to date, the existence of ‘difficult’ working conditions, even though undignified, and the disregard for the lifelong training of workers, and also by the technocratic remark of a supremacy of means over intentions that exploits the work of man rather than celebrating it. This contribution, therefore, moving from the wording of the pedagogy of work as a scientific reflection over the ‘educability’ of the person in contexts of productive work, aims to facilitate and accelerate the feasibility of such educational environments, opposing to such cultural obstacles an argumentation intended to reconsider the meaning of work itself, also foreseeing the effective exploitation of human relations and the overall growth of working people, as well as the development of enterprises who care about it.
2011
Armando
Internazionale
http://www.unimc.it/riviste/index.php/es_s/article/download/139/68
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