Il lavoro affronta il tema dell’alterità, propria ed altrui, nell’identità linguistica, e delle sue relazioni con la dimensione multiculturale del terzo millennio. Si tratta di rispondere alla domanda: “Chi è l’io dal punto di vista linguistico?”, domanda che viene generata a partire dalla questione fondamentale: “Cosa significa essere uguale a se stesso?” L’argomento s’inserisce all’interno del paradigma della complessità che, anche se è sempre esistito come elemento costitutivo dell’universo, è stato riconosciuto solo ora dal punto di vista scientifico-epistemologico. Si analizza il concetto dinamico di ‘io’ secondo le teorie di H. Hedigen e di T. Sebeok e, successivamente, si sviluppa il concetto di alterità nella costruzione dell’identità ispanofona, con l’apporto dei modelli elaborati dalla propria mente e dalla società in cui si è inseriti. Tra questi modelli, uno dei più coinvolgenti è la lingua, che obbliga a ritagliare il mondo in base alle strutture lessicali, semantiche e morfosintattiche che la costituiscono. Si commentano i processi di risonanza e dissonanza che hanno lasciato il segno nei paesi ispanoparlanti e di come l’identità è cambiata nel corso del tempo con degli aspetti differenziali secondo le diverse culture. Si fa riferimento ad alcune prospettive traduttologiche in rapporto all’identità (secondo le teorie di G. Steiner e dell’Università di Chicago, ad esempio), tenendo conto della grande complessità dell’identità ispanofona che è il risultato dell’integrazione avuta lungo il tempo da tante culture diverse (araba, ebrea, celtica, gallica, italica, nordica). Nelle conclusioni, si ribadisce l’importanza di non prendere in considerazione un’unica norma linguistica ispanica perchè ogni modalità linguistica riflette l’identità (e le dissonanze) delle diverse aree culturali ispanoparlanti.
LA IDENTIDAD LINGUISTICA DEL HISPANOHABLANTE Y LAS DISONANCIAS COGNITIVAS
RICCI, Nilbet Graciela
2006-01-01
Abstract
Il lavoro affronta il tema dell’alterità, propria ed altrui, nell’identità linguistica, e delle sue relazioni con la dimensione multiculturale del terzo millennio. Si tratta di rispondere alla domanda: “Chi è l’io dal punto di vista linguistico?”, domanda che viene generata a partire dalla questione fondamentale: “Cosa significa essere uguale a se stesso?” L’argomento s’inserisce all’interno del paradigma della complessità che, anche se è sempre esistito come elemento costitutivo dell’universo, è stato riconosciuto solo ora dal punto di vista scientifico-epistemologico. Si analizza il concetto dinamico di ‘io’ secondo le teorie di H. Hedigen e di T. Sebeok e, successivamente, si sviluppa il concetto di alterità nella costruzione dell’identità ispanofona, con l’apporto dei modelli elaborati dalla propria mente e dalla società in cui si è inseriti. Tra questi modelli, uno dei più coinvolgenti è la lingua, che obbliga a ritagliare il mondo in base alle strutture lessicali, semantiche e morfosintattiche che la costituiscono. Si commentano i processi di risonanza e dissonanza che hanno lasciato il segno nei paesi ispanoparlanti e di come l’identità è cambiata nel corso del tempo con degli aspetti differenziali secondo le diverse culture. Si fa riferimento ad alcune prospettive traduttologiche in rapporto all’identità (secondo le teorie di G. Steiner e dell’Università di Chicago, ad esempio), tenendo conto della grande complessità dell’identità ispanofona che è il risultato dell’integrazione avuta lungo il tempo da tante culture diverse (araba, ebrea, celtica, gallica, italica, nordica). Nelle conclusioni, si ribadisce l’importanza di non prendere in considerazione un’unica norma linguistica ispanica perchè ogni modalità linguistica riflette l’identità (e le dissonanze) delle diverse aree culturali ispanoparlanti.File | Dimensione | Formato | |
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