Questo lavoro analizza il manuale “Principi di economia politica” di Camillo Supino, che ebbe 9 edizioni (dal 1904 al 1935) e grande diffusione, fino a divenire uno dei più diffusi manuali del suo tempo. Poiché l’autore non è oggi molto conosciuto, lo studio del suo manuale è anche un occasione per ripercorrere i principali contributi e lavori di questo economista, che, pur non potendo essere classificato tra le maggiori figure del suo tempo, presenta tuttavia notevoli punti di interesse sia per il modo in cui affronta alcuni temi di teoria sia per il lavoro svolto in alcuni campi specialistici come l’economia dei trasporti. Dal punto di vista del metodo, Supino cercò di trovare un equilibrio tra indagine induttiva e deduttiva, con un particolare accento posto sull’importanza delle indagini empiriche come base per le teorie economiche. Dal punto di vista dell’impostazione teorica, pur accogliendo alcuni principi della teoria marginalistica, l’autore segue l’impostazione classica, collocandosi nel solco di una tradizione che già con Pantaleoni aveva affermato la continuità tra economia classica e marginalista. Nei Principii Supino si sforza di inserire i risultati della sua ricerca scientifica. Vi è dunque una stretta connessione tra il lavoro di ricerca e quello didattico. Camillo Supino è un autore interessante per diversi aspetti, in primo luogo per il modo in cui affronta diverse problematiche (il metodo, la natura del capitale, il movimento operaio e la questione sociale) o specialistiche (la moneta, il credito, l’economia dei trasporti) con una certa originalità e profondità. Una delle ragioni della fortuna del manuale è il modo in cui la teoria economica è utilizzata come strumento per discutere i grandi problemi della società. La stessa ragione rende oggi interessante la sua lettura. Nonostante i manuali di oggi siano sviluppati con logiche e metodologie diverse, non sono però rari i brani che si riferiscono a problemi ancora attuali, ad esempio quando è affrontata la rendita finanziaria, o la funzione dei sindacati dei lavoratori, la questione del welfare e dell’intervento pubblico in economia. Per un manuale come questo, scritto più di cento anni fa e non particolarmente avanzato sul piano della cassetta degli strumenti dell’analisi economica, non si tratta di un qualità da poco.
Un fortunato manuale non ‘ortodosso: i ‘Principi di economia politica’ di Camillo Supino
PERRI, Stefano
2007-01-01
Abstract
Questo lavoro analizza il manuale “Principi di economia politica” di Camillo Supino, che ebbe 9 edizioni (dal 1904 al 1935) e grande diffusione, fino a divenire uno dei più diffusi manuali del suo tempo. Poiché l’autore non è oggi molto conosciuto, lo studio del suo manuale è anche un occasione per ripercorrere i principali contributi e lavori di questo economista, che, pur non potendo essere classificato tra le maggiori figure del suo tempo, presenta tuttavia notevoli punti di interesse sia per il modo in cui affronta alcuni temi di teoria sia per il lavoro svolto in alcuni campi specialistici come l’economia dei trasporti. Dal punto di vista del metodo, Supino cercò di trovare un equilibrio tra indagine induttiva e deduttiva, con un particolare accento posto sull’importanza delle indagini empiriche come base per le teorie economiche. Dal punto di vista dell’impostazione teorica, pur accogliendo alcuni principi della teoria marginalistica, l’autore segue l’impostazione classica, collocandosi nel solco di una tradizione che già con Pantaleoni aveva affermato la continuità tra economia classica e marginalista. Nei Principii Supino si sforza di inserire i risultati della sua ricerca scientifica. Vi è dunque una stretta connessione tra il lavoro di ricerca e quello didattico. Camillo Supino è un autore interessante per diversi aspetti, in primo luogo per il modo in cui affronta diverse problematiche (il metodo, la natura del capitale, il movimento operaio e la questione sociale) o specialistiche (la moneta, il credito, l’economia dei trasporti) con una certa originalità e profondità. Una delle ragioni della fortuna del manuale è il modo in cui la teoria economica è utilizzata come strumento per discutere i grandi problemi della società. La stessa ragione rende oggi interessante la sua lettura. Nonostante i manuali di oggi siano sviluppati con logiche e metodologie diverse, non sono però rari i brani che si riferiscono a problemi ancora attuali, ad esempio quando è affrontata la rendita finanziaria, o la funzione dei sindacati dei lavoratori, la questione del welfare e dell’intervento pubblico in economia. Per un manuale come questo, scritto più di cento anni fa e non particolarmente avanzato sul piano della cassetta degli strumenti dell’analisi economica, non si tratta di un qualità da poco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.