Il contributo muove dalla modifica dell’art. 54, comma 4, TUEL (d.lgs. n. 267/2000) intervenuta nel 2008, a tenore della quale il Sindaco è legittimato ad adottare ordinanze «anche» contingibili e urgenti, al fine di prevenire (o eliminare) gravi pericoli che minacciano l’«incolumità pubblica» e la «sicurezza urbana». La riforma del 2008, seppur con l’aggiunta della «sicurezza urbana» come presupposto che legittima il relativo potere, conferma le tradizionali ordinanze contingibili ed urgenti del Sindaco, ma, nondimeno, a causa dell’utilizzo del termine «anche» nel comma 4 cit. (supra), introduce ex novo la categoria delle c.d. ordinanze ordinarie (o di «ordinaria amministrazione»), vale a dire ordinanze prive del carattere/requisito della contingibilità e dell’urgenza. A questa seconda tipologia è stato dedicato il contributo. Dopo una sintetica ricostruzione della situazione complessiva che scaturisce dalla riforma del 2008, sono stati analizzati due profili particolari. Il primo relativo alla estensione del relativo potere di ordinanza «ordinaria» al settore della «pubblica incolumità», e dunque non solo a quello della «sicurezza urbana» come era nelle intenzioni manifestate dal Governo e poi dal Legislatore. Il secondo profilo ha invece interessato i dubbi che l’attribuzione di un simile potere al Sindaco determina con riguardo al rispetto del principio di eguaglianza posto che, in circostanze anche non straordinarie, il Sindaco può disciplinare con proprio atto materie così delicate («sicurezza urbana» e «pubblica incolumità») che investono certamente diritti di rango costituzionale. Infine, in connessione a tale ultimo profilo, si è analizzato il tema concernente la violazione del principio di separazione (o distinzione) fra politica e amministrazione che un tale potere di ordinanza ordinaria determina in capo al Sindaco a discapito degli organo di amministrazione attiva (dirigenti e funzionari). La successiva giurisprudenza costituzionale ha confermato taluni profili critici che nel contributo erano stati adombrati.
Le ordinanze di «ordinaria amministrazione» del Sindaco (spunti problematici)
VILLAMENA, STEFANO
2009-01-01
Abstract
Il contributo muove dalla modifica dell’art. 54, comma 4, TUEL (d.lgs. n. 267/2000) intervenuta nel 2008, a tenore della quale il Sindaco è legittimato ad adottare ordinanze «anche» contingibili e urgenti, al fine di prevenire (o eliminare) gravi pericoli che minacciano l’«incolumità pubblica» e la «sicurezza urbana». La riforma del 2008, seppur con l’aggiunta della «sicurezza urbana» come presupposto che legittima il relativo potere, conferma le tradizionali ordinanze contingibili ed urgenti del Sindaco, ma, nondimeno, a causa dell’utilizzo del termine «anche» nel comma 4 cit. (supra), introduce ex novo la categoria delle c.d. ordinanze ordinarie (o di «ordinaria amministrazione»), vale a dire ordinanze prive del carattere/requisito della contingibilità e dell’urgenza. A questa seconda tipologia è stato dedicato il contributo. Dopo una sintetica ricostruzione della situazione complessiva che scaturisce dalla riforma del 2008, sono stati analizzati due profili particolari. Il primo relativo alla estensione del relativo potere di ordinanza «ordinaria» al settore della «pubblica incolumità», e dunque non solo a quello della «sicurezza urbana» come era nelle intenzioni manifestate dal Governo e poi dal Legislatore. Il secondo profilo ha invece interessato i dubbi che l’attribuzione di un simile potere al Sindaco determina con riguardo al rispetto del principio di eguaglianza posto che, in circostanze anche non straordinarie, il Sindaco può disciplinare con proprio atto materie così delicate («sicurezza urbana» e «pubblica incolumità») che investono certamente diritti di rango costituzionale. Infine, in connessione a tale ultimo profilo, si è analizzato il tema concernente la violazione del principio di separazione (o distinzione) fra politica e amministrazione che un tale potere di ordinanza ordinaria determina in capo al Sindaco a discapito degli organo di amministrazione attiva (dirigenti e funzionari). La successiva giurisprudenza costituzionale ha confermato taluni profili critici che nel contributo erano stati adombrati.File | Dimensione | Formato | |
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