Grazie sopratutto alla legislazione di settore, si pensi agli interventi diretti a disciplinare le clausole vessatorie, il mutuo usurario nonché i rapporti fra imprese, si è iniziato a prendere coscienza del fatto che una contrattazione squilibrata potrebbe essere il frutto non di una libertà delle parti di autodeterminarsi, quanto piuttosto di una posizione di debolezza di una parte rispetto all’altra. Sotto questa veste fa il suo ingresso il concetto di equilibrio negoziale già noto all’impianto codicistico. È soltanto nel diritto moderno, tuttavia, che si assiste all’affermazione di princípi di etica giuridica che, grazie all’opera incisiva della dottrina ed alla ritrovata sensibilità dell’interprete, svolgono un ruolo da protagonisti nella ricostruzione dei vari istituti giuridici: si pensi al sempre piú pregnante ricorso alla buona fede, al criterio della ragionevolezza, al principio di proporzionalità; cade il dogma dell’intangibilità del contratto e si parla, invece, di contratto giusto. Sono sempre piú evidenti i sintomi di un controllo del giudice sugli atti di autonomia privata volti a salvaguardare l’equilibrio contrattuale ogniqualvolta risulti violato per il tramite di soprusi a danno della parte debole. L’emersione dell’equilibrio contrattuale alla stregua di un valore da tutelare non rappresenta un momento di rottura rispetto al passato, costituendo piuttosto il frutto della valorizzazione di spunti già contenuti nel sistema codicistico e vivificati dalla prospettiva costituzionale e comunitaria.

Equilibrio contrattuale: un principio nella continuità

MARUCCI, Barbara
2003-01-01

Abstract

Grazie sopratutto alla legislazione di settore, si pensi agli interventi diretti a disciplinare le clausole vessatorie, il mutuo usurario nonché i rapporti fra imprese, si è iniziato a prendere coscienza del fatto che una contrattazione squilibrata potrebbe essere il frutto non di una libertà delle parti di autodeterminarsi, quanto piuttosto di una posizione di debolezza di una parte rispetto all’altra. Sotto questa veste fa il suo ingresso il concetto di equilibrio negoziale già noto all’impianto codicistico. È soltanto nel diritto moderno, tuttavia, che si assiste all’affermazione di princípi di etica giuridica che, grazie all’opera incisiva della dottrina ed alla ritrovata sensibilità dell’interprete, svolgono un ruolo da protagonisti nella ricostruzione dei vari istituti giuridici: si pensi al sempre piú pregnante ricorso alla buona fede, al criterio della ragionevolezza, al principio di proporzionalità; cade il dogma dell’intangibilità del contratto e si parla, invece, di contratto giusto. Sono sempre piú evidenti i sintomi di un controllo del giudice sugli atti di autonomia privata volti a salvaguardare l’equilibrio contrattuale ogniqualvolta risulti violato per il tramite di soprusi a danno della parte debole. L’emersione dell’equilibrio contrattuale alla stregua di un valore da tutelare non rappresenta un momento di rottura rispetto al passato, costituendo piuttosto il frutto della valorizzazione di spunti già contenuti nel sistema codicistico e vivificati dalla prospettiva costituzionale e comunitaria.
2003
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