L’arte ha un potente effetto di comunicazione trasversale ai diversi ambiti disciplinari ed ha la capacità di accompagnare le grandi mutazioni culturali che segnano l’evoluzione umana. Magritte, pittore del Novecento, protagonista del movimento surrealista, ci offre opere che non sono mai di immediata lettura: rappresenta oggetti comuni e realistici, associati in modo talmente inusuale e contrastante, da creare un effetto di inquietante stupore, che conduce all’esplorazione di interpretazioni soggettive assolutamente plurali. L’intento di Magritte è quello di evocare il mistero del mondo, cioè superare l’ipocrisia delle convenzioni per arrivare alla essenza autentica delle cose. La dimensione in cui si muove non è quella onirica ma quella del preconscio in cui le visioni, tra sonno e veglia, si fondono con la realtà, conferendo agli oggetti un aspetto e un significato diverso e sorprendente. Così la differenza irrompe nella realtà contemporanea, enfatizzando l’unicità senza veli dell’originalità che contraddistingue ciascun essere umano, aldilà di ogni convenzione omologante ed etichettante. La filosofia di Magritte ben si presta al parallelismo che si intende rintracciare nelle parole che segnano i percorsi inclusivi: non c’è una unica connessione logica tra realtà oggettiva ed espressione verbale e le parole che nutrono ogni narrazione: i legami sottesi a queste dimensioni comunicative evidenziano la complessità e relatività della loro funzione. Nel conflitto tra immagine e parola si disintegra l’idea comune dominante e si afferma la nuova realtà co-costruita che in una circolarità gestaltica subentrerà, e permarrà, fino ad essere essa stessa disintegrata. Anche in questa accezione l’opera di Magritte appare paradigmatica: l’effetto destabilizzante dei suoi quadri viene ulteriormente ampliato dai titoli delle opere, a cui il pittore belga assegna un ruolo totalmente nuovo: non quello di didascalie esplicative, ma di strutture poetiche a sé stanti che si affiancano al quadro costituendone parte integrante (Paquet, 2001). Nel mondo estremamente complesso e interconnesso che ci è dato abitare, i diritti alla partecipazione sociale passano anche attraverso il linguaggio e la comunicazione. Goodman (1968) elabora una nuova visione-funzione dell’arte che non esprime soltanto sentimenti ed emozioni, ma assume in sé la possibilità funzionale di interpretazione dei fenomeni in tutte le loro sfumature di significazione anche razionale. Sia l’arte sia la Pedagogia e la didattica speciale ermeneuticamente rappresentano le differenze, i viaggi tortuosi nei nuovi territori e panorami della tura contemporanea. Narrazione e arte, immagine e parola sono le trame intrecciate di una storia tutta da raccontare.

Narrazione. Dalla storia delle parole alle parole della storia

Salis Francesca
2024-01-01

Abstract

L’arte ha un potente effetto di comunicazione trasversale ai diversi ambiti disciplinari ed ha la capacità di accompagnare le grandi mutazioni culturali che segnano l’evoluzione umana. Magritte, pittore del Novecento, protagonista del movimento surrealista, ci offre opere che non sono mai di immediata lettura: rappresenta oggetti comuni e realistici, associati in modo talmente inusuale e contrastante, da creare un effetto di inquietante stupore, che conduce all’esplorazione di interpretazioni soggettive assolutamente plurali. L’intento di Magritte è quello di evocare il mistero del mondo, cioè superare l’ipocrisia delle convenzioni per arrivare alla essenza autentica delle cose. La dimensione in cui si muove non è quella onirica ma quella del preconscio in cui le visioni, tra sonno e veglia, si fondono con la realtà, conferendo agli oggetti un aspetto e un significato diverso e sorprendente. Così la differenza irrompe nella realtà contemporanea, enfatizzando l’unicità senza veli dell’originalità che contraddistingue ciascun essere umano, aldilà di ogni convenzione omologante ed etichettante. La filosofia di Magritte ben si presta al parallelismo che si intende rintracciare nelle parole che segnano i percorsi inclusivi: non c’è una unica connessione logica tra realtà oggettiva ed espressione verbale e le parole che nutrono ogni narrazione: i legami sottesi a queste dimensioni comunicative evidenziano la complessità e relatività della loro funzione. Nel conflitto tra immagine e parola si disintegra l’idea comune dominante e si afferma la nuova realtà co-costruita che in una circolarità gestaltica subentrerà, e permarrà, fino ad essere essa stessa disintegrata. Anche in questa accezione l’opera di Magritte appare paradigmatica: l’effetto destabilizzante dei suoi quadri viene ulteriormente ampliato dai titoli delle opere, a cui il pittore belga assegna un ruolo totalmente nuovo: non quello di didascalie esplicative, ma di strutture poetiche a sé stanti che si affiancano al quadro costituendone parte integrante (Paquet, 2001). Nel mondo estremamente complesso e interconnesso che ci è dato abitare, i diritti alla partecipazione sociale passano anche attraverso il linguaggio e la comunicazione. Goodman (1968) elabora una nuova visione-funzione dell’arte che non esprime soltanto sentimenti ed emozioni, ma assume in sé la possibilità funzionale di interpretazione dei fenomeni in tutte le loro sfumature di significazione anche razionale. Sia l’arte sia la Pedagogia e la didattica speciale ermeneuticamente rappresentano le differenze, i viaggi tortuosi nei nuovi territori e panorami della tura contemporanea. Narrazione e arte, immagine e parola sono le trame intrecciate di una storia tutta da raccontare.
2024
9791255682080
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/365311
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