L’articolo pone a confronto l’opera narrativa di Alberto Moravia e il « monumento della plebe di Roma » di Giuseppe Gioachino Belli. L’influsso di quest’ultimo sullo scrittore del Novecento, che risale almeno all’antologia dei Cento sonetti, è sì evidente eppur sempre ambiguo : oltre a coinvolgere la riflessione moraviana sul rapporto tra realismo e neorealismo, il poeta dialettale determina a fondo, in modo problematico e proficuo, l’andamento linguistico e la dimensione narratologica di oltre un decennio di produzione critica e letteraria.
Moravia, Belli e i Racconti romani
Ripari, Edoardo
2025-01-01
Abstract
L’articolo pone a confronto l’opera narrativa di Alberto Moravia e il « monumento della plebe di Roma » di Giuseppe Gioachino Belli. L’influsso di quest’ultimo sullo scrittore del Novecento, che risale almeno all’antologia dei Cento sonetti, è sì evidente eppur sempre ambiguo : oltre a coinvolgere la riflessione moraviana sul rapporto tra realismo e neorealismo, il poeta dialettale determina a fondo, in modo problematico e proficuo, l’andamento linguistico e la dimensione narratologica di oltre un decennio di produzione critica e letteraria.File in questo prodotto:
| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Belli e Moravia.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: Pdf editoriale
Tipologia:
Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza:
Tutti i diritti riservati
Dimensione
642.23 kB
Formato
Adobe PDF
|
642.23 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


