Il lavoro analizza le principali linee direttrici della direttiva 89/2014/UE sulla pianificazione dello spazio marittimo e la successiva attuazione della stessa nell’ordinamento italiano. In particolare, l’autore ritiene che la direttiva debba essere letta, in maniera evolutiva, nel contesto dell’ordinamento dell’Unione europea e delle norme internazionali di riferimento. La lettura di questi due sistemi normativi sembra indicare all’interprete la necessità di privilegiare la tutela ambientale, quale obiettivo trasversale che deve essere necessariamente tenuto presente nel complesso dell’attività di pianificazione dello spazio marittimo. L’attuazione che vi ha dato il legislatore italiano, dapprima con le linee guida nel 2017 e, successivamente, con il decreto ministeriale n. 237 del 25 settembre 2024, non sembra attribuire adeguato riscontro alle esigenze della tutela ambientale. Questa conclusione si impone per un duplice ordine di motivi. Innanzitutto perché gli strumenti di attuazione inquadrano la tutela dell’ambiente nel novero degli obiettivi da perseguire, senza attribuire allo stesso un rilievo superiore rispetto alle altre finalità; dall’altro, perché ne rinviano l’effettivo conseguimento ad ulteriori studi e ad attività future.
L'attuazione in Italia della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo
Gianluca Contaldi
2025-01-01
Abstract
Il lavoro analizza le principali linee direttrici della direttiva 89/2014/UE sulla pianificazione dello spazio marittimo e la successiva attuazione della stessa nell’ordinamento italiano. In particolare, l’autore ritiene che la direttiva debba essere letta, in maniera evolutiva, nel contesto dell’ordinamento dell’Unione europea e delle norme internazionali di riferimento. La lettura di questi due sistemi normativi sembra indicare all’interprete la necessità di privilegiare la tutela ambientale, quale obiettivo trasversale che deve essere necessariamente tenuto presente nel complesso dell’attività di pianificazione dello spazio marittimo. L’attuazione che vi ha dato il legislatore italiano, dapprima con le linee guida nel 2017 e, successivamente, con il decreto ministeriale n. 237 del 25 settembre 2024, non sembra attribuire adeguato riscontro alle esigenze della tutela ambientale. Questa conclusione si impone per un duplice ordine di motivi. Innanzitutto perché gli strumenti di attuazione inquadrano la tutela dell’ambiente nel novero degli obiettivi da perseguire, senza attribuire allo stesso un rilievo superiore rispetto alle altre finalità; dall’altro, perché ne rinviano l’effettivo conseguimento ad ulteriori studi e ad attività future.| File | Dimensione | Formato | |
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