Il contributo si articola in due sezioni, la prima delle quali contempla l'esame della descrizione che Cesio Basso, metricologo di età neroniana, ha fornito di questo impianto metrico, mentre nella seconda è condotta una rassegna, congegnata diacronicamente, dei poeti latini che hanno utilizzato endecasillabi faleci: questa muove da Levio, il poeta preneoterico, cui con ogni probabilità è da far risalire la introduzione di questo metro in latino, per passare poi alla prima sezione del Liber Catullianus, quindi agli epigrammi di Marziale, ove il falecio è il verso più impiegato dopo il distico elegiaco, ad alcuni componimenti di Ausonio, Prudenzio e Sidonio Apollinare, ed infine ad alcune sezioni liriche dell'Heptateuchos.
La fortuna dell'endecasillabo falecio nella poesia latina: dagli esordi preneoterici alle sezioni liriche dell'Heptateuchos
FLAMMINI, Giuseppe
2008-01-01
Abstract
Il contributo si articola in due sezioni, la prima delle quali contempla l'esame della descrizione che Cesio Basso, metricologo di età neroniana, ha fornito di questo impianto metrico, mentre nella seconda è condotta una rassegna, congegnata diacronicamente, dei poeti latini che hanno utilizzato endecasillabi faleci: questa muove da Levio, il poeta preneoterico, cui con ogni probabilità è da far risalire la introduzione di questo metro in latino, per passare poi alla prima sezione del Liber Catullianus, quindi agli epigrammi di Marziale, ove il falecio è il verso più impiegato dopo il distico elegiaco, ad alcuni componimenti di Ausonio, Prudenzio e Sidonio Apollinare, ed infine ad alcune sezioni liriche dell'Heptateuchos.File | Dimensione | Formato | |
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