Il contributo intende esplorare la dimensione implicita e presimbolica della relazione educativa, con l’intenzione di evidenziare che, accanto all’area valoriale e simbolica dei processi relazionali, occorre dare importanza alla dimensione “estetica” della relazione, al suo assumere “forme” musicali, ritmiche, armoniose. Richiamando in modo argomentato le posizioni di Dewey, da un lato, e dell’Infant Research, dall’altro lato, si evidenzierà la centralità del ritmo nella costruzione delle prime relazioni di cura e, più in generale, si suggerirà come la musica possa rappresentare una Gestalt che, in modo immediato e fenomenologico, indica che una relazione “funziona”.
La musicalità della relazione
Stefano Polenta
2025-01-01
Abstract
Il contributo intende esplorare la dimensione implicita e presimbolica della relazione educativa, con l’intenzione di evidenziare che, accanto all’area valoriale e simbolica dei processi relazionali, occorre dare importanza alla dimensione “estetica” della relazione, al suo assumere “forme” musicali, ritmiche, armoniose. Richiamando in modo argomentato le posizioni di Dewey, da un lato, e dell’Infant Research, dall’altro lato, si evidenzierà la centralità del ritmo nella costruzione delle prime relazioni di cura e, più in generale, si suggerirà come la musica possa rappresentare una Gestalt che, in modo immediato e fenomenologico, indica che una relazione “funziona”.| File | Dimensione | Formato | |
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