Il saggio è incentrato su taluni aspetti controversi della rilettura neo-realista di alcuni temi classici del pensiero giusrealista americano: le conseguenze socio-economiche delle decisioni dei giudici e del judicial behavior e l’indeterminatezza delle norme giuridiche, ma anche le relative contraddizioni e la contestualizzazione del rapporto tra diritto e politica nella prima metà del ventesimo secolo. In questa prospettiva il neo-realismo giuridico assume una autonoma collocazione nel dibattito sullo stato della scienza e della cultura giuridica, e pone contestualmente al centro del confronto la relazione tra diritto, scienze sociali e policy – talvolta rilette nei termini di una connessione tra diritto, esperienza e cultura – evidenziandone gli esiti che più specificamente influiscono sui processi di produzione delle politiche. Indeterminatezza razionale e causale si connettono nell’individuazione delle giustificazioni giuridiche applicabili alla decisione e nel consolidamento della teoria del diritto implicitamente assunta dai realisti. Anche i contributi più recenti sul neo-realismo giuridico americano attribuiscono al realismo old una duplice propensione: la corroborazione di ipotesi riguardo al ruolo del diritto e della politica nell’ambito delle decisioni giudiziarie (espressione di una concezione behavioristica ormai ampiamente superata in metodologia) e l’uso di analisi statistiche – oggi integrate dalla tecnica del benchmarking, distintiva del modello della new governance, che prevede l’uso e il monitoraggio di indicatori per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi e della accountability degli stakeholders di volta in volta coinvolti nei processi programmatori e dall’assunzione della logica dell’inferenza causale nella spiegazione della decisione – volte a confermare mediante l’osservazione “del mondo”, ossia di “ciò che le corti effettivamente fanno”, le “esistenti articolazioni del diritto”. In tale scenario le possibilità di realizzare una “giustizia sociale attraverso il diritto”, tipiche del law in action, la cui comprensione “è un elemento cruciale per determinare quali sono le norme migliori”, e delle tematiche del welfare e della povertà, contribuiscono ad espandere le rappresentazioni della natura del diritto.
Il posto delle scienze sociali nel neo-realismo giuridico americano
RAITERI, Monica
2008-01-01
Abstract
Il saggio è incentrato su taluni aspetti controversi della rilettura neo-realista di alcuni temi classici del pensiero giusrealista americano: le conseguenze socio-economiche delle decisioni dei giudici e del judicial behavior e l’indeterminatezza delle norme giuridiche, ma anche le relative contraddizioni e la contestualizzazione del rapporto tra diritto e politica nella prima metà del ventesimo secolo. In questa prospettiva il neo-realismo giuridico assume una autonoma collocazione nel dibattito sullo stato della scienza e della cultura giuridica, e pone contestualmente al centro del confronto la relazione tra diritto, scienze sociali e policy – talvolta rilette nei termini di una connessione tra diritto, esperienza e cultura – evidenziandone gli esiti che più specificamente influiscono sui processi di produzione delle politiche. Indeterminatezza razionale e causale si connettono nell’individuazione delle giustificazioni giuridiche applicabili alla decisione e nel consolidamento della teoria del diritto implicitamente assunta dai realisti. Anche i contributi più recenti sul neo-realismo giuridico americano attribuiscono al realismo old una duplice propensione: la corroborazione di ipotesi riguardo al ruolo del diritto e della politica nell’ambito delle decisioni giudiziarie (espressione di una concezione behavioristica ormai ampiamente superata in metodologia) e l’uso di analisi statistiche – oggi integrate dalla tecnica del benchmarking, distintiva del modello della new governance, che prevede l’uso e il monitoraggio di indicatori per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi e della accountability degli stakeholders di volta in volta coinvolti nei processi programmatori e dall’assunzione della logica dell’inferenza causale nella spiegazione della decisione – volte a confermare mediante l’osservazione “del mondo”, ossia di “ciò che le corti effettivamente fanno”, le “esistenti articolazioni del diritto”. In tale scenario le possibilità di realizzare una “giustizia sociale attraverso il diritto”, tipiche del law in action, la cui comprensione “è un elemento cruciale per determinare quali sono le norme migliori”, e delle tematiche del welfare e della povertà, contribuiscono ad espandere le rappresentazioni della natura del diritto.File | Dimensione | Formato | |
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