In questo lavoro tratteggio nelle sue linee essenziali la teoria dei segni iconici che emerge da quello che è forse il capolavoro di Nelson Goodman, Languages of Art, del 1968. Come ogni grande costruzione teorica, la proposta del filosofo statunitense presenta alcuni limiti, che nascono proprio dalla radicalità della sua opposizione alla teoria tradizionale della rappresentazione iconica e che proverò a mettere in luce. Accennerò infine alla possibilità di ottenere una prospettiva più soddisfacente sui segni iconici integrando la pars construens del contributo di Goodman con un atteggiamento più conciliante di quanto quest’ultimo fosse disposto ad ammettere nei confronti del suo bersaglio critico.
Goodman e i segni iconici
ORILIA, Francesco
2008-01-01
Abstract
In questo lavoro tratteggio nelle sue linee essenziali la teoria dei segni iconici che emerge da quello che è forse il capolavoro di Nelson Goodman, Languages of Art, del 1968. Come ogni grande costruzione teorica, la proposta del filosofo statunitense presenta alcuni limiti, che nascono proprio dalla radicalità della sua opposizione alla teoria tradizionale della rappresentazione iconica e che proverò a mettere in luce. Accennerò infine alla possibilità di ottenere una prospettiva più soddisfacente sui segni iconici integrando la pars construens del contributo di Goodman con un atteggiamento più conciliante di quanto quest’ultimo fosse disposto ad ammettere nei confronti del suo bersaglio critico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.