Vi sono due teorie principali riguardo ai cosiddetti sintagmi nominali "incompleti" (come "tutti gli studenti" o "il tavolo"). Secondo la teoria dell'ellissi, che attualmente non gode di molti favori, i sintagmi incompleti, in un contesto dato, in qualche modo esprimono ellitticamente ciò che (almeno in casi tipici) potrebbe essere espresso con l'aggiunta di alcune parole ("tutti gli studenti della classe X del liceo Y nell'anno scolastico Z"). Secondo la teoria del dominio ristretto, che attualmente appare dominante, la valutazione semantica dei sintagmi in questione presuppone una restrizione del "dominio di discorso" agli oggetti resi pertinenti dal contesto. Quest'ultimo approccio però appare poco utile da un punto di vista cognitivo che cerca di spiegare, inter alia, come l'uso del linguaggio possa servire per generare credenze che potranno essere in seguito ripescate dalla memoria a lungo termine quando necessario. Un dominio di discorso è infatti un insieme di oggetti (fisici), ossia non è qualcosa che può essere direttamente presente in una mente nel senso in cui lo sono le credenze; può al massimo essere in qualche modo rappresentato. Una tale rappresentazione appare però cognitivamente molto dispendiosa, se non impossibile senza presupporre la teoria dell'ellissi. Il sostenitore di quest'ultima non deve preoccuparsi di questo problema. Inoltre, ha delle frecce al suo arco per rispondere alle classiche obiezioni contro di essa, erroneamente considerate decisive (per esempio, da Devitt e Sterelny 1999). O almeno così sosterrò.
I sintagmi nominali da un punto di vista cognitivo
ORILIA, Francesco
2004-01-01
Abstract
Vi sono due teorie principali riguardo ai cosiddetti sintagmi nominali "incompleti" (come "tutti gli studenti" o "il tavolo"). Secondo la teoria dell'ellissi, che attualmente non gode di molti favori, i sintagmi incompleti, in un contesto dato, in qualche modo esprimono ellitticamente ciò che (almeno in casi tipici) potrebbe essere espresso con l'aggiunta di alcune parole ("tutti gli studenti della classe X del liceo Y nell'anno scolastico Z"). Secondo la teoria del dominio ristretto, che attualmente appare dominante, la valutazione semantica dei sintagmi in questione presuppone una restrizione del "dominio di discorso" agli oggetti resi pertinenti dal contesto. Quest'ultimo approccio però appare poco utile da un punto di vista cognitivo che cerca di spiegare, inter alia, come l'uso del linguaggio possa servire per generare credenze che potranno essere in seguito ripescate dalla memoria a lungo termine quando necessario. Un dominio di discorso è infatti un insieme di oggetti (fisici), ossia non è qualcosa che può essere direttamente presente in una mente nel senso in cui lo sono le credenze; può al massimo essere in qualche modo rappresentato. Una tale rappresentazione appare però cognitivamente molto dispendiosa, se non impossibile senza presupporre la teoria dell'ellissi. Il sostenitore di quest'ultima non deve preoccuparsi di questo problema. Inoltre, ha delle frecce al suo arco per rispondere alle classiche obiezioni contro di essa, erroneamente considerate decisive (per esempio, da Devitt e Sterelny 1999). O almeno così sosterrò.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.