La Biblioteca Apostolica Vaticana ha avviato un imponente progetto di digitalizzazione di oltre ottantamila preziosissimi manoscritti; per la conservazione nel tempo delle immagini acquisite ha deciso di affidarsi al formato FITS in luogo dei più consueti formati immagine (TIFF, BMP, JPG, etc.). Si tratta di una scelta che a priva vista può apparire quantomeno inconsueta, dal momento che il formato FITS è impiegato da oltre trenta nel campo astronomico ma, quasi certamente, non è mai stato utilizzato per archiviare e conservare nel tempo le immagini acquisite a seguito di digitalizzazione. Tuttavia, andando ad analizzare le specifiche del formato si scopre che possiede delle caratteristiche che ne fa nno un formato pienamente compatibile con un processo di conservazione digitale. Il presente contributo, prendendo le mosse dal caso concreto del progetto di digitalizzazione della Biblioteca Apostolica Vaticana, si propone di analizzare le caratteristiche del formato FITS per cercare di comprendere se può aspirare a diventare il “formato standard” da adottare nei progetti di digitalizzazione al fine di garantire la conservazione a lungo termine dei

Analisi del formato FITS per la conservazione a lungo termine dei manoscritti. Il caso significativo del progetto della Biblioteca Apostolica Vaticana

ALLEGREZZA, STEFANO
2011-01-01

Abstract

La Biblioteca Apostolica Vaticana ha avviato un imponente progetto di digitalizzazione di oltre ottantamila preziosissimi manoscritti; per la conservazione nel tempo delle immagini acquisite ha deciso di affidarsi al formato FITS in luogo dei più consueti formati immagine (TIFF, BMP, JPG, etc.). Si tratta di una scelta che a priva vista può apparire quantomeno inconsueta, dal momento che il formato FITS è impiegato da oltre trenta nel campo astronomico ma, quasi certamente, non è mai stato utilizzato per archiviare e conservare nel tempo le immagini acquisite a seguito di digitalizzazione. Tuttavia, andando ad analizzare le specifiche del formato si scopre che possiede delle caratteristiche che ne fa nno un formato pienamente compatibile con un processo di conservazione digitale. Il presente contributo, prendendo le mosse dal caso concreto del progetto di digitalizzazione della Biblioteca Apostolica Vaticana, si propone di analizzare le caratteristiche del formato FITS per cercare di comprendere se può aspirare a diventare il “formato standard” da adottare nei progetti di digitalizzazione al fine di garantire la conservazione a lungo termine dei
2011
ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane)
Internazionale
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