Secondo un approccio ermeneutico consolidato, si tende a riportare in interiore homine il baricentro speculativo del pensiero di Agostino e, di conseguenza, ad attribuire un coefficiente peggiorativo all’intero spettro del mondo esteriore, inteso non soltanto come orizzonte cosmologico e naturale, esterno alla vita dell’uomo, ma anche come prodotto tangibile del suo agire pratico nella storia. In questo modo, dal primato dell’interiorità si fa discendere, come un corollario diretto, un declassamento dell’esteriore, sia nel suo ordine naturale che in quello morale. Obiettivo generale di questo studio è mostrare come dalla prima tesi non segua necessariamente la seconda. Per conseguire questo obiettivo l’indagine si concentra sul plesso tematico di opus/operari, in cui si raccolgono una famiglia di significati particolarmente rilevanti. Agostino intepreta il vincolo interno fra inizio dell’essere e genesi del senso secondo una dialettica di verbum e opus, nella quale i due termini sono ricondotti alla loro comune matrice antropologica. Il riflesso più immediato dell’analogia fondamentale fra atto divino e atto umano si manifesta nella dialettica di visibile e invisibile, che è all’origine della comunicazione interumana, proprio sulla base di una mediazione ex operibus. L’analisi si sviluppa in tre momenti distinti: individuazione di alcune linee tematiche di fondo, che tengono presente il complesso della produzione agostiniana; un confronto più ravvicinato con le opere De fide et operibus, De opere monachorum, De sermone Domini in monte; conclusioni critiche.

Initium omnis operis verbum. On the semantics of opus/operari in Augustine,

ALICI, Luigino
2006-01-01

Abstract

Secondo un approccio ermeneutico consolidato, si tende a riportare in interiore homine il baricentro speculativo del pensiero di Agostino e, di conseguenza, ad attribuire un coefficiente peggiorativo all’intero spettro del mondo esteriore, inteso non soltanto come orizzonte cosmologico e naturale, esterno alla vita dell’uomo, ma anche come prodotto tangibile del suo agire pratico nella storia. In questo modo, dal primato dell’interiorità si fa discendere, come un corollario diretto, un declassamento dell’esteriore, sia nel suo ordine naturale che in quello morale. Obiettivo generale di questo studio è mostrare come dalla prima tesi non segua necessariamente la seconda. Per conseguire questo obiettivo l’indagine si concentra sul plesso tematico di opus/operari, in cui si raccolgono una famiglia di significati particolarmente rilevanti. Agostino intepreta il vincolo interno fra inizio dell’essere e genesi del senso secondo una dialettica di verbum e opus, nella quale i due termini sono ricondotti alla loro comune matrice antropologica. Il riflesso più immediato dell’analogia fondamentale fra atto divino e atto umano si manifesta nella dialettica di visibile e invisibile, che è all’origine della comunicazione interumana, proprio sulla base di una mediazione ex operibus. L’analisi si sviluppa in tre momenti distinti: individuazione di alcune linee tematiche di fondo, che tengono presente il complesso della produzione agostiniana; un confronto più ravvicinato con le opere De fide et operibus, De opere monachorum, De sermone Domini in monte; conclusioni critiche.
2006
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