L'Oriente semiosferico di Carlo Iacomucci

Nell’acquerello non c’è nulla della pastosità dell’olio, né della ferrosità dell’inchiostro. C’è invece una scrittura di acqua, che inumidisce e bagna, prima di rapprendersi in una pellicola smerigliata e frastagliata. L’acquerello non è una scrittura per colori ad acqua; esso è una scrittura in cui l’acqua si serve del colore per pervadere quelle superfici che non riesce a differenziare. L’acqua è il messaggio. I 31 acquerelli che Carlo Iacomucci ha dedicato alla figura e all'opera di Padre Matteo Ricci assumono dichiaratamente il compito visionario di dare un mondo all’immateriale ponte che Matteo Ricci ha immaginato tra la sua Europa e la Cina dei Ming. Egli indaga in questo modo quello spazio che si dà tra l'eredità culturale del gesuita – nutrita di greci e di latini – e le forme espressive dell'arte nel periodo più celebrato della storia Cinese, quello dell’Impero dei Ming.