Questo articolo prende in esame il Codice cavalleresco italiano di Jacopo Gelli (1892), che riordina la pratica del duello in un ordinamento giuridico finalizzato a regolare i conflitti tra gentiluomini. Il contenuto dell’opera di Gelli è interpretato, in questo articolo, alla luce delle categorie concettuali elaborate nell’ambito della teoria, di matrice antropologico-giuridica, della giustizia vendicatoria. Scopo dell’articolo è, attraverso tale interpretazione, evidenziare, all’interno della complessa disciplina dettata da Gelli, tratti del duello tradizionalmente oscurati dalla sua appariscente connotazione sanguinaria: in particolare, la primaria finalità, che Gelli attribuisce all’ordinamento cavalleresco, della riconciliazione tra le parti in conflitto. La prima parte dell’articolo discute tre aspetti di primaria importanza per la comprensione del Codice cavalleresco italiano: la nozione di “consuetudine cavalleresca”, l’identità dei “gentiluomini” e il rapporto tra Codice e duello. La seconda parte dell’articolo descrive struttura e funzionamento della vertenza cavalleresca, interpretata come procedimento vendicatorio: dapprima introducendo i concetti di “offesa”, “onore”, “soddisfazione” e “riparazione dell’onore”; poi, illustrando le diverse fasi in cui il procedimento si articola. Infine, l’articolo propone alcuni spunti di riflessione sul rapporto tra il Codice cavalleresco italiano e il diritto positivo dello Stato: proponendo una concettualizzazione della vertenza cavalleresca come “crittotipo vendicatorio” nell’Italia del primo Novecento.
Il Codice cavalleresco italiano di Jacopo Gelli. Un’interpretazione in chiave vendicatoria
Riccardo Mazzola
2024-01-01
Abstract
Questo articolo prende in esame il Codice cavalleresco italiano di Jacopo Gelli (1892), che riordina la pratica del duello in un ordinamento giuridico finalizzato a regolare i conflitti tra gentiluomini. Il contenuto dell’opera di Gelli è interpretato, in questo articolo, alla luce delle categorie concettuali elaborate nell’ambito della teoria, di matrice antropologico-giuridica, della giustizia vendicatoria. Scopo dell’articolo è, attraverso tale interpretazione, evidenziare, all’interno della complessa disciplina dettata da Gelli, tratti del duello tradizionalmente oscurati dalla sua appariscente connotazione sanguinaria: in particolare, la primaria finalità, che Gelli attribuisce all’ordinamento cavalleresco, della riconciliazione tra le parti in conflitto. La prima parte dell’articolo discute tre aspetti di primaria importanza per la comprensione del Codice cavalleresco italiano: la nozione di “consuetudine cavalleresca”, l’identità dei “gentiluomini” e il rapporto tra Codice e duello. La seconda parte dell’articolo descrive struttura e funzionamento della vertenza cavalleresca, interpretata come procedimento vendicatorio: dapprima introducendo i concetti di “offesa”, “onore”, “soddisfazione” e “riparazione dell’onore”; poi, illustrando le diverse fasi in cui il procedimento si articola. Infine, l’articolo propone alcuni spunti di riflessione sul rapporto tra il Codice cavalleresco italiano e il diritto positivo dello Stato: proponendo una concettualizzazione della vertenza cavalleresca come “crittotipo vendicatorio” nell’Italia del primo Novecento.File | Dimensione | Formato | |
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