Nationalism, colonialism and language are often closely intertwined, as one language can be adopted as a national symbol and/or be utilised as a means to spread and defend nationalist sentiments and actions with the aim of liberating a colonised nation. Similarly, the colonisers may implement a linguistic policy, involving local languages, in order to support their colonial agenda. In the case of Vietnam, the Vietnamese language, especially in its written form, played a crucial role in the ambitions of both the colonisers and the local nationalists during the French colonial period (1858-1945). This article claims, through the analysis of historical documents, that the French colonial regime aimed to establish the Vietnamese language written in the romanised script as a national language to subtract the local people from the Chinese cultural influence and draw them closer to the French and European civilisation. Such a script is known as quốc ngữ (national language/script) and had been devised by Jesuit missionaries. Nevertheless, the success of this policy gave birth to a generation of modern Vietnamese intellectuals, imbibed with Western liberal ideas, as well as a capitalistic enterprise of the press in quốc ngữ dominated by writings exploring a wide range of topics. Quốc ngữ was thus used for diverse and even contrasting purposes: initially used as a tool to modernise the country, it then became a symbol of the national identity to be defended. Romanised Vietnamese has since played a fundamental role within Vietnamese nationalism in constructing an independentist conscience, which then contributed to the liberation from French colonialism and the gradual independence of the Vietnamese people, even from the Chinese cultural influence.

Il nazionalismo, il colonialismo e la lingua intrattengono sovente un rapporto intimo poiché quest’ultima può essere assunta a simbolo nazionale e/o essere impiegata come un mezzo per diffondere e difendere sentimenti e azioni nazionalisti, nell’ottica di liberazione di un popolo sottomesso da un colonizzatore. In modo analogo, gli stessi occupanti possono metter in atto una determinata politica linguistica a favore del loro programma coloniale, che coinvolga anche le lingue locali. Nel caso del Vietnam, la lingua vietnamita, soprattutto a livello scritto, giocò un ruolo cruciale nelle ambizioni sia dei colonizzatori che dei nazionalisti locali durante il periodo coloniale francese (1858-1945). Infatti, come argomenta il presente articolo attraverso un’analisi di documenti storici, il regime coloniale francese mirò a stabilire come lingua nazionale la lingua vietnamita scritta con l’alfabeto latino, denominato quốc ngữ (“lingua nazionale”, ideato dai missionari gesuiti), per poter sottrarre il popolo locale all’influenza culturale cinese e avvicinarlo alla civiltà francese ed europea. Tuttavia, il successo di tale politica portò alla luce una generazione di intellettuali moderni, nutritisi dei concetti liberali occidentali, e un mercato editoriale capitalistico della stampa in quốc ngữ. In questo contesto, il quốc ngữ venne utilizzato per scopi diversi e anche in contrasto tra loro: impiegato inizialmente come uno degli strumenti per modernizzare il paese, si convertì poi in simbolo dell’identità nazionale da difendere. È da questo momento in poi che il vietnamita romanizzato svolse un ruolo essenziale all’interno del nazionalismo vietnamita nella costruzione della coscienza indipendentista, tradottasi poi nell’affrancamento dal colonialismo francese e nell’indipendenza graduale del popolo vietnamita anche dall’influsso culturale cinese.

Lingua scritta e identità nazionale nel Vietnam coloniale francese: il caso del vietnamita romanizzato

Nguyen, Van Phuc
2024-01-01

Abstract

Nationalism, colonialism and language are often closely intertwined, as one language can be adopted as a national symbol and/or be utilised as a means to spread and defend nationalist sentiments and actions with the aim of liberating a colonised nation. Similarly, the colonisers may implement a linguistic policy, involving local languages, in order to support their colonial agenda. In the case of Vietnam, the Vietnamese language, especially in its written form, played a crucial role in the ambitions of both the colonisers and the local nationalists during the French colonial period (1858-1945). This article claims, through the analysis of historical documents, that the French colonial regime aimed to establish the Vietnamese language written in the romanised script as a national language to subtract the local people from the Chinese cultural influence and draw them closer to the French and European civilisation. Such a script is known as quốc ngữ (national language/script) and had been devised by Jesuit missionaries. Nevertheless, the success of this policy gave birth to a generation of modern Vietnamese intellectuals, imbibed with Western liberal ideas, as well as a capitalistic enterprise of the press in quốc ngữ dominated by writings exploring a wide range of topics. Quốc ngữ was thus used for diverse and even contrasting purposes: initially used as a tool to modernise the country, it then became a symbol of the national identity to be defended. Romanised Vietnamese has since played a fundamental role within Vietnamese nationalism in constructing an independentist conscience, which then contributed to the liberation from French colonialism and the gradual independence of the Vietnamese people, even from the Chinese cultural influence.
2024
Edizioni Università di Macerata
Il nazionalismo, il colonialismo e la lingua intrattengono sovente un rapporto intimo poiché quest’ultima può essere assunta a simbolo nazionale e/o essere impiegata come un mezzo per diffondere e difendere sentimenti e azioni nazionalisti, nell’ottica di liberazione di un popolo sottomesso da un colonizzatore. In modo analogo, gli stessi occupanti possono metter in atto una determinata politica linguistica a favore del loro programma coloniale, che coinvolga anche le lingue locali. Nel caso del Vietnam, la lingua vietnamita, soprattutto a livello scritto, giocò un ruolo cruciale nelle ambizioni sia dei colonizzatori che dei nazionalisti locali durante il periodo coloniale francese (1858-1945). Infatti, come argomenta il presente articolo attraverso un’analisi di documenti storici, il regime coloniale francese mirò a stabilire come lingua nazionale la lingua vietnamita scritta con l’alfabeto latino, denominato quốc ngữ (“lingua nazionale”, ideato dai missionari gesuiti), per poter sottrarre il popolo locale all’influenza culturale cinese e avvicinarlo alla civiltà francese ed europea. Tuttavia, il successo di tale politica portò alla luce una generazione di intellettuali moderni, nutritisi dei concetti liberali occidentali, e un mercato editoriale capitalistico della stampa in quốc ngữ. In questo contesto, il quốc ngữ venne utilizzato per scopi diversi e anche in contrasto tra loro: impiegato inizialmente come uno degli strumenti per modernizzare il paese, si convertì poi in simbolo dell’identità nazionale da difendere. È da questo momento in poi che il vietnamita romanizzato svolse un ruolo essenziale all’interno del nazionalismo vietnamita nella costruzione della coscienza indipendentista, tradottasi poi nell’affrancamento dal colonialismo francese e nell’indipendenza graduale del popolo vietnamita anche dall’influsso culturale cinese.
Nazionale
https://doi.org/10.13138/2037-7037/3772
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/345674
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