L’articolo inquadra il tema della violenza maschile contro le donne come un momento di messa in discussione dei confini fra spazio privato e sfera pubblica, esaminando come caso studio il femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. La prima parte del contributo si concentra sulle strategie comunicative adottate dai media mainstream attraverso la teoria del framing episodico, che riconduce l’uccisione della studentessa a relazioni interpersonali violente, anziché interpretare la violenza come un problema strutturale. L’approccio metodologico utilizzato consiste in una duplice analisi della letteratura in materia e di fonti secondarie, come gli articoli pubblicati su varie testate giornalistiche di diverso orientamento politico e differente livello, sia locale che nazionale. Le seconda parte si focalizza sui cambiamenti che hanno fatto seguito a questo caso investigando prima la risposta fattuale (bottom-up) e la controreazione istituzionale (top- down) poi. Nel primo caso, si farà riferimento alla richiesta formulata nelle piazze fisiche e virtuali – di cui Elena Cecchettin, sorella di Giulia, è stata la portavoce più rilevante – che si è concentrata sull’adozione di un approccio preventivo al contrasto della violenza maschile contro le donne, come conseguenza della sua comprensione come fenomeno pubblico, collettivo e strutturale. Questo evento ha infatti permesso di svincolare il fenomeno dalla retorica dei soggetti vulnerabili e dalla rappresentazione dell’individuo insospettabile in quanto privilegiato, aprendo ad un’analisi più ampia e di respiro anche teorico-politico su questioni che ne costituiscono immanentemente le cause e le conseguenze. Nel secondo caso, invece, verrà posta attenzione sulla risposta politica che, oltre ad essere stata insufficiente e prevalentemente punitiva, haomesso di intervenire sulle radici del fenomeno, che affondano nell’etero patriarcato. Il patriarcato è una struttura complessa e vulnerante che amplifica le disuguaglianze e genera violenza, la quale rappresenta però solo il fanalino di coda di una questione più articolata.

Discorsi di genere: perché il femminicidio di Giulia Cecchettin continua a mettere in discussione i confini tra violenza pubblica e privata contro le donne

INGARRA, NICOLO;Panaggio, Alessio;Botti, Lucia
2024-01-01

Abstract

L’articolo inquadra il tema della violenza maschile contro le donne come un momento di messa in discussione dei confini fra spazio privato e sfera pubblica, esaminando come caso studio il femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. La prima parte del contributo si concentra sulle strategie comunicative adottate dai media mainstream attraverso la teoria del framing episodico, che riconduce l’uccisione della studentessa a relazioni interpersonali violente, anziché interpretare la violenza come un problema strutturale. L’approccio metodologico utilizzato consiste in una duplice analisi della letteratura in materia e di fonti secondarie, come gli articoli pubblicati su varie testate giornalistiche di diverso orientamento politico e differente livello, sia locale che nazionale. Le seconda parte si focalizza sui cambiamenti che hanno fatto seguito a questo caso investigando prima la risposta fattuale (bottom-up) e la controreazione istituzionale (top- down) poi. Nel primo caso, si farà riferimento alla richiesta formulata nelle piazze fisiche e virtuali – di cui Elena Cecchettin, sorella di Giulia, è stata la portavoce più rilevante – che si è concentrata sull’adozione di un approccio preventivo al contrasto della violenza maschile contro le donne, come conseguenza della sua comprensione come fenomeno pubblico, collettivo e strutturale. Questo evento ha infatti permesso di svincolare il fenomeno dalla retorica dei soggetti vulnerabili e dalla rappresentazione dell’individuo insospettabile in quanto privilegiato, aprendo ad un’analisi più ampia e di respiro anche teorico-politico su questioni che ne costituiscono immanentemente le cause e le conseguenze. Nel secondo caso, invece, verrà posta attenzione sulla risposta politica che, oltre ad essere stata insufficiente e prevalentemente punitiva, haomesso di intervenire sulle radici del fenomeno, che affondano nell’etero patriarcato. Il patriarcato è una struttura complessa e vulnerante che amplifica le disuguaglianze e genera violenza, la quale rappresenta però solo il fanalino di coda di una questione più articolata.
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