The digital revolution that for at least a couple of decades has radically transformed every sector of society has not neglected to make profound changes also in the personal life of each one – which is becoming more and more ‘digital’ – and in the production and use of documents. Through personal computers, tablets and smartphones, we draw up documents, take notes and personal notes, write literary texts, develop studies and projects, take photographs, read books, interact on social networks, etc. In this way, many documents are created in digital format and many magazines and books are purchased and read in digital format as well. As a consequence, the digital part in personal archives is increasing more and more (and these are turning into “digital personal archives”); in the same way, personal libraries increasingly consist of digital books and magazines and therefore they are becoming ‘personal digital libraries’ too. In many cases digital material is stored on virtual spaces made available by cloud service providers and become accessible only to those who know (or have) the necessary credentials. But faced with this transformation, many people begin to ask themselves: what will happen to these personal digital fonds after the death of the producers or owners? Will the heirs be able to accommodate this legacy? To answer these questions, we need to face the problem of the transmission of the digital legacy, fully understanding the implications that derive from having entrusted personal fonds to systems often protected by inscrutable access mechanisms and trying to identify the solutions that could allow them to secure their future, avoiding falling into that ‘digital dark age’ that more than someone has already begun to foreshadow.

La rivoluzione digitale che da almeno un paio di decenni sta trasformando radicalmente ogni settore della società non ha tralasciato di operare dei profondi mutamenti anche nella vita personale di ciascuno – che sta diventando sempre più ‘digitale’ – e nella produzione e fruizione dei documenti. Tramite il personal computer, il tablet e lo smartphone si redigono documenti, si prendono appunti e note personali, si scrivono testi letterari, si elaborano studi e progetti, si scattano fotografie, si leggono libri, si interagisce sui social network, etc. In questo modo una grande quantità di materiali documentari si forma direttamente in formato digitale e sempre più spesso le riviste ed i libri vengono acquistati e letti in formato digitale. La conseguenza di tutto ciò è che la componente digitale negli archivi di persona sta aumentando sempre di più (e questi si stanno trasformando in “archivi digitali di persona”) e le biblioteche personali si stanno ‘popolando’ di libri digitali e quindi anch’esse stanno diventando digitali. In molti casi, poi, il materiale digitale viene archiviato sugli spazi virtuali messi a disposizione dai fornitori di servizi cloud e diventano accessibili solo a chi conosce (o possiede) le necessarie credenziali. Ma di fronte a questa trasformazione in molti cominciano a domandarsi: cosa accadrà a questi fondi personali digitali dopo la morte dei soggetti produttori o dei proprietari? Gli eredi saranno in grado di accogliere questa eredità? Per rispondere a queste domande occorre affrontare il problema della trasmissione dell’eredità digitale, comprendendo fino in fondo quali siano le implicazioni che derivano dall’aver affidato i fondi personali a sistemi spesso protetti da imperscrutabili meccanismi di accesso e cercando di individuare le soluzioni che potrebbero consentire di assicurare loro un futuro, evitando di andare incontro a quel digital dark age che più di qualcuno ha già cominciato a prefigurare.

Il problema dell’eredità digitale nella trasmissione di archivi e biblioteche personali

Stefano Allegrezza
2021-01-01

Abstract

The digital revolution that for at least a couple of decades has radically transformed every sector of society has not neglected to make profound changes also in the personal life of each one – which is becoming more and more ‘digital’ – and in the production and use of documents. Through personal computers, tablets and smartphones, we draw up documents, take notes and personal notes, write literary texts, develop studies and projects, take photographs, read books, interact on social networks, etc. In this way, many documents are created in digital format and many magazines and books are purchased and read in digital format as well. As a consequence, the digital part in personal archives is increasing more and more (and these are turning into “digital personal archives”); in the same way, personal libraries increasingly consist of digital books and magazines and therefore they are becoming ‘personal digital libraries’ too. In many cases digital material is stored on virtual spaces made available by cloud service providers and become accessible only to those who know (or have) the necessary credentials. But faced with this transformation, many people begin to ask themselves: what will happen to these personal digital fonds after the death of the producers or owners? Will the heirs be able to accommodate this legacy? To answer these questions, we need to face the problem of the transmission of the digital legacy, fully understanding the implications that derive from having entrusted personal fonds to systems often protected by inscrutable access mechanisms and trying to identify the solutions that could allow them to secure their future, avoiding falling into that ‘digital dark age’ that more than someone has already begun to foreshadow.
2021
Bologna : Dipartimento di beni culturali, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
La rivoluzione digitale che da almeno un paio di decenni sta trasformando radicalmente ogni settore della società non ha tralasciato di operare dei profondi mutamenti anche nella vita personale di ciascuno – che sta diventando sempre più ‘digitale’ – e nella produzione e fruizione dei documenti. Tramite il personal computer, il tablet e lo smartphone si redigono documenti, si prendono appunti e note personali, si scrivono testi letterari, si elaborano studi e progetti, si scattano fotografie, si leggono libri, si interagisce sui social network, etc. In questo modo una grande quantità di materiali documentari si forma direttamente in formato digitale e sempre più spesso le riviste ed i libri vengono acquistati e letti in formato digitale. La conseguenza di tutto ciò è che la componente digitale negli archivi di persona sta aumentando sempre di più (e questi si stanno trasformando in “archivi digitali di persona”) e le biblioteche personali si stanno ‘popolando’ di libri digitali e quindi anch’esse stanno diventando digitali. In molti casi, poi, il materiale digitale viene archiviato sugli spazi virtuali messi a disposizione dai fornitori di servizi cloud e diventano accessibili solo a chi conosce (o possiede) le necessarie credenziali. Ma di fronte a questa trasformazione in molti cominciano a domandarsi: cosa accadrà a questi fondi personali digitali dopo la morte dei soggetti produttori o dei proprietari? Gli eredi saranno in grado di accogliere questa eredità? Per rispondere a queste domande occorre affrontare il problema della trasmissione dell’eredità digitale, comprendendo fino in fondo quali siano le implicazioni che derivano dall’aver affidato i fondi personali a sistemi spesso protetti da imperscrutabili meccanismi di accesso e cercando di individuare le soluzioni che potrebbero consentire di assicurare loro un futuro, evitando di andare incontro a quel digital dark age che più di qualcuno ha già cominciato a prefigurare.
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