Nell’ambito dello spaccio di sostanze illecite ed in particolare di eroina ha avuto una diffusione sempre più importante come sostanza da taglio il destrometorfano (DXM). L’obiettivo del lavoro è approfondire i motivi di questo largo impiego e valutare eventuali contromisure da adottare. Il destrometorfano (DXM) è un principio attivo con proprietà antitussive, venduto come farmaco da banco e comunemente usato per la sua comprovata sicurezza ed efficacia. Il largo utilizzo di DXM come sostitutivo, ove possibile, di farmaci contenenti codeina è riconducibile alla sua struttura chimica: si tratta infatti di una molecola sintetica non narcotica analoga alla codeina (A. R. Silva & R. J. Dinis-Oliveira. Pharmacokinetics and pharmacodynamics of dextromethorphan: clinical and forensic aspects. Drug metabolism reviews, 2020). Ciò significa che il DXM non esplica la sua azione farmacologica tramite attivazione dei recettori oppioidi nonostante la sua struttura molecolare e di conseguenza il suo impiego esclude la comparsa di effetti analgesici, se non come blando sedativo. Al contrario, il suo stereoisomero levometorfano (sostanza inserita nella tabella I del T.U. sugli stupefacenti) è un analgesico oppioide dotato di potenza farmacologica superiore alla stessa morfina. Tuttavia a partire dagli anni novanta ha destato preoccupazione la crescente popolarità del DXM come droga d’abuso in particolar modo tra i più giovani. Il motivo del suo utilizzo illecito è riconducibile alle sue proprietà euforiche, allucinogene e dissociative che si manifestano assumendo dosi superiori all’intervallo terapeutico. Non a caso nel contesto di spaccio il DXM è conosciuto come “poor man’s PCP” (letteralmente la fenciclidina dell’uomo povero), poiché entrambe agiscono sull’organismo mediante lo stesso meccanismo di azione, ovvero come antagonisti del recettore NMDA, provocando gli stessi effetti psicoattivi. Inoltre è opportuno evidenziare che il suo metabolita primario destrorfano (DXO) si formi rapidamente e sia altrettanto psicoattivo prolungando la durata degli effetti della molecola primaria. A tal proposito, in seguito ad accertamenti tossicologici eseguiti per un caso di decesso ha destato attenzione una positività per oppiacei con valori anomali per il DXM. Le analisi chimico tossicologiche eseguite sul sangue centrale hanno infatti rilevato una modesta quantità di morfina (oltre a 6-MAM e codeina), mentre sono stati calcolati valori quantitativi elevati per il DXM (154 μg/L) ed il DXO (86 μg/L). Infatti la letteratura scientifica attesta per il DXM una concentrazione plasmatica a dosi terapeutiche compresa tra 0.001-0.04 mg/L. (M. Schulz and others. Revisited: therapeutic and toxic blood concentrations of more than 1,100 drugs and other xenobiotics. Critical care 2020.) Alla luce di tali considerazioni e della propensione verso il DXM come una delle principali sostanze da taglio nello spaccio di eroina, sarebbe opportuna l’ipotesi di includere il destrometorfano nel D. Lgs. 309/1990 (T.U. sugli stupefacenti), secondo l’art. 80 “Aggravanti specifiche”, comma 1, lettera e, per cui “le pene previste per i delitti di cui all'articolo 73 sono aumentate da un terzo alla metà se le sostanze stupefacenti o psicotrope sono adulterate o commiste ad altre in modo che ne risulti accentuata la potenzialità lesiva”?.

Destrometorfano ed eroina: taglio pericoloso?

Gianmario Mietti;Buratti Erika;Alice Cerioni;Marta Cippitelli;Giulia Ricchezze;Rino Froldi;Mariano Cingolani;Roberto Scendoni.
2024-01-01

Abstract

Nell’ambito dello spaccio di sostanze illecite ed in particolare di eroina ha avuto una diffusione sempre più importante come sostanza da taglio il destrometorfano (DXM). L’obiettivo del lavoro è approfondire i motivi di questo largo impiego e valutare eventuali contromisure da adottare. Il destrometorfano (DXM) è un principio attivo con proprietà antitussive, venduto come farmaco da banco e comunemente usato per la sua comprovata sicurezza ed efficacia. Il largo utilizzo di DXM come sostitutivo, ove possibile, di farmaci contenenti codeina è riconducibile alla sua struttura chimica: si tratta infatti di una molecola sintetica non narcotica analoga alla codeina (A. R. Silva & R. J. Dinis-Oliveira. Pharmacokinetics and pharmacodynamics of dextromethorphan: clinical and forensic aspects. Drug metabolism reviews, 2020). Ciò significa che il DXM non esplica la sua azione farmacologica tramite attivazione dei recettori oppioidi nonostante la sua struttura molecolare e di conseguenza il suo impiego esclude la comparsa di effetti analgesici, se non come blando sedativo. Al contrario, il suo stereoisomero levometorfano (sostanza inserita nella tabella I del T.U. sugli stupefacenti) è un analgesico oppioide dotato di potenza farmacologica superiore alla stessa morfina. Tuttavia a partire dagli anni novanta ha destato preoccupazione la crescente popolarità del DXM come droga d’abuso in particolar modo tra i più giovani. Il motivo del suo utilizzo illecito è riconducibile alle sue proprietà euforiche, allucinogene e dissociative che si manifestano assumendo dosi superiori all’intervallo terapeutico. Non a caso nel contesto di spaccio il DXM è conosciuto come “poor man’s PCP” (letteralmente la fenciclidina dell’uomo povero), poiché entrambe agiscono sull’organismo mediante lo stesso meccanismo di azione, ovvero come antagonisti del recettore NMDA, provocando gli stessi effetti psicoattivi. Inoltre è opportuno evidenziare che il suo metabolita primario destrorfano (DXO) si formi rapidamente e sia altrettanto psicoattivo prolungando la durata degli effetti della molecola primaria. A tal proposito, in seguito ad accertamenti tossicologici eseguiti per un caso di decesso ha destato attenzione una positività per oppiacei con valori anomali per il DXM. Le analisi chimico tossicologiche eseguite sul sangue centrale hanno infatti rilevato una modesta quantità di morfina (oltre a 6-MAM e codeina), mentre sono stati calcolati valori quantitativi elevati per il DXM (154 μg/L) ed il DXO (86 μg/L). Infatti la letteratura scientifica attesta per il DXM una concentrazione plasmatica a dosi terapeutiche compresa tra 0.001-0.04 mg/L. (M. Schulz and others. Revisited: therapeutic and toxic blood concentrations of more than 1,100 drugs and other xenobiotics. Critical care 2020.) Alla luce di tali considerazioni e della propensione verso il DXM come una delle principali sostanze da taglio nello spaccio di eroina, sarebbe opportuna l’ipotesi di includere il destrometorfano nel D. Lgs. 309/1990 (T.U. sugli stupefacenti), secondo l’art. 80 “Aggravanti specifiche”, comma 1, lettera e, per cui “le pene previste per i delitti di cui all'articolo 73 sono aumentate da un terzo alla metà se le sostanze stupefacenti o psicotrope sono adulterate o commiste ad altre in modo che ne risulti accentuata la potenzialità lesiva”?.
2024
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