Although neuropsychology shows that high sensitivity to sensory stimuli is equally distributed between males and females, female specificity appears scientifically relevant. This happens because of the possibility of a pregnancy made peculiar by this genetic trait for part of pregnant women. If high sensitivity, which involves 15-20% of world population, can be reconsidered as a kind of “innate maternal feeling”, highly sensitive women who choose to become mothers not only struggle with intergenerational and transgenerational family memories, but with an important development of their maternal feeling, which sometimes can “uncontrollable”. The latter, in fact, does not result in the typical relapses of a concealed maternal instinct, so much as in the innate competence to “feel inside” the newborn, without engulfing and considering the child to be a fetus again, but loving him/her with a centering or decentering maternal concern. In the first case, motherhood is highly empowering; in the second case, it is a source of overwhelm. This article aims to describe some of the characteristics of highly sensitive women and mothers, and to open up to a pedagogical perspective on newborn parenthood and how it affects the nurturing and caring experiences of new mothers, whether or not they are aware that they are HSPs (Highly Sensitive Persons).

Seppure l’ambito neuropsicologico abbia dimostrato che l’alta sensibilità agli stimoli sensoriali sia equamente distribuita fra i maschi e le femmine, la specificità femminile appare scientificamente rilevante. Il motivo consiste nell’eventualità di stati di gravidanza “complicati” da questo tratto genetico per parte delle gestanti. Se l’alta sensibilità, che coinvolge il 15-20% della popolazione mondiale, può ripensarsi come una sorta di “sentire materno innato”, le donne altamente sensibili che scelgono di divenire madri non soltanto si scontrano con memorie familiari intergenerazionali e transgenerazionali, ma con un importante sviluppo del loro sentire materno, che può divenire, a tratti, “incontenibile”. Quest’ultimo, difatti, non si traduce nelle ricadute tipiche di un indimostrato istinto materno, quanto nella competenza innata di “sentire dentro” il neonato, senza fagocitarlo e “re-infetarlo”, ma amandolo di una preoccupazione materna centrante o decentrante. Nel primo caso, la maternità è altamente responsabilizzante; nel secondo caso, essa è fonte di sopraffazione. Il presente articolo, oltre a descrivere alcune delle caratteristiche delle donne e delle madri altamente sensibili, apre una prospettiva pedagogica sulla neonatalità e su come questa incida sui vissuti di educazione e di cura delle madri neofite, consapevoli o meno di essere HSP (Highly Sensitive Persons).

Madri altamente sensibili. Ritratti di “attese” e “tempi sospesi” fra responsività e sovrastimolazione

M. Stramaglia
2024-01-01

Abstract

Although neuropsychology shows that high sensitivity to sensory stimuli is equally distributed between males and females, female specificity appears scientifically relevant. This happens because of the possibility of a pregnancy made peculiar by this genetic trait for part of pregnant women. If high sensitivity, which involves 15-20% of world population, can be reconsidered as a kind of “innate maternal feeling”, highly sensitive women who choose to become mothers not only struggle with intergenerational and transgenerational family memories, but with an important development of their maternal feeling, which sometimes can “uncontrollable”. The latter, in fact, does not result in the typical relapses of a concealed maternal instinct, so much as in the innate competence to “feel inside” the newborn, without engulfing and considering the child to be a fetus again, but loving him/her with a centering or decentering maternal concern. In the first case, motherhood is highly empowering; in the second case, it is a source of overwhelm. This article aims to describe some of the characteristics of highly sensitive women and mothers, and to open up to a pedagogical perspective on newborn parenthood and how it affects the nurturing and caring experiences of new mothers, whether or not they are aware that they are HSPs (Highly Sensitive Persons).
2024
PENSA MULTIMEDIA
Seppure l’ambito neuropsicologico abbia dimostrato che l’alta sensibilità agli stimoli sensoriali sia equamente distribuita fra i maschi e le femmine, la specificità femminile appare scientificamente rilevante. Il motivo consiste nell’eventualità di stati di gravidanza “complicati” da questo tratto genetico per parte delle gestanti. Se l’alta sensibilità, che coinvolge il 15-20% della popolazione mondiale, può ripensarsi come una sorta di “sentire materno innato”, le donne altamente sensibili che scelgono di divenire madri non soltanto si scontrano con memorie familiari intergenerazionali e transgenerazionali, ma con un importante sviluppo del loro sentire materno, che può divenire, a tratti, “incontenibile”. Quest’ultimo, difatti, non si traduce nelle ricadute tipiche di un indimostrato istinto materno, quanto nella competenza innata di “sentire dentro” il neonato, senza fagocitarlo e “re-infetarlo”, ma amandolo di una preoccupazione materna centrante o decentrante. Nel primo caso, la maternità è altamente responsabilizzante; nel secondo caso, essa è fonte di sopraffazione. Il presente articolo, oltre a descrivere alcune delle caratteristiche delle donne e delle madri altamente sensibili, apre una prospettiva pedagogica sulla neonatalità e su come questa incida sui vissuti di educazione e di cura delle madri neofite, consapevoli o meno di essere HSP (Highly Sensitive Persons).
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Descrizione: Madri altamente sensibili. Ritratti di “attese” e “tempi sospesi” fra responsività e sovrastimolazione
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