Dopo aver analizzato la riforma delle pene sostitutive ad opera della riforma Cartabia (d.lgs n. 150/2022), anche alla luce dei recentissimo intervento del d.lgs. 31/2024, il presente lavoro focalizza la ricaduta di tale riforma nel processo penale minorile. Il legislatore sembra non aver dedicato particolare attenzione a tale contesto, limitandosi a trasferire lo stesso catalogo e la medesima disciplina delle pene sostitutive coniata per gli adulti, senza prevedere alcun trattamento differenziato, che tenga conto della peculiare posizione e delle esigenze di cui è portatore il minore. Ciononostante, la ridefinizione delle pene sostitutive dovrebbe avere un impatto rilevante, sia pure su piani differenti, anche nel sistema minorile. In particolare, la fase dell'udienza preliminare emerge come cruciale, con l'aumento della pena sostituibile da due a quattro anni, che raddoppia la possibilità di condanna. Ne discende che, alla luce delle modifiche del 2022, a poter essere sostituite sarebbero, non tanto o, meglio, non solo, le pene detentive brevi, quanto quelle medio-lunghe, con il conseguente raggiungimento dell’obiettivo di riuscire a ridurre drasticamente la presenza del carcere nel sistema minorile L'analisi della disciplina applicativa delle pene sostitutive si basa su un impianto normativo complesso, che deriva dalla combinazione degli artt. 30 comma 1 d.p.r. 448/1988, 58 legge 689/1981 e della disposizione di raccordo con la parte processuale, inserita nel nuovo art. 545 bis c.p.p. Al riguardo, il d.lgs. 31/2024 ha introdotto rilevanti disposizioni integrative e correttive del d.lgs. 150/2022, richiedendo il consenso dell’imputato per la sostituzione della pena detentiva all'interno della disciplina sostanziale e semplificando il sistema attraverso la riscrittura del primo comma dell'art. 545 bis c.p.p.

La sostituzione delle pene detentive brevi in ambito minorile: riflessioni a margine della riforma Cartabia

Valeria Bosco
2024-01-01

Abstract

Dopo aver analizzato la riforma delle pene sostitutive ad opera della riforma Cartabia (d.lgs n. 150/2022), anche alla luce dei recentissimo intervento del d.lgs. 31/2024, il presente lavoro focalizza la ricaduta di tale riforma nel processo penale minorile. Il legislatore sembra non aver dedicato particolare attenzione a tale contesto, limitandosi a trasferire lo stesso catalogo e la medesima disciplina delle pene sostitutive coniata per gli adulti, senza prevedere alcun trattamento differenziato, che tenga conto della peculiare posizione e delle esigenze di cui è portatore il minore. Ciononostante, la ridefinizione delle pene sostitutive dovrebbe avere un impatto rilevante, sia pure su piani differenti, anche nel sistema minorile. In particolare, la fase dell'udienza preliminare emerge come cruciale, con l'aumento della pena sostituibile da due a quattro anni, che raddoppia la possibilità di condanna. Ne discende che, alla luce delle modifiche del 2022, a poter essere sostituite sarebbero, non tanto o, meglio, non solo, le pene detentive brevi, quanto quelle medio-lunghe, con il conseguente raggiungimento dell’obiettivo di riuscire a ridurre drasticamente la presenza del carcere nel sistema minorile L'analisi della disciplina applicativa delle pene sostitutive si basa su un impianto normativo complesso, che deriva dalla combinazione degli artt. 30 comma 1 d.p.r. 448/1988, 58 legge 689/1981 e della disposizione di raccordo con la parte processuale, inserita nel nuovo art. 545 bis c.p.p. Al riguardo, il d.lgs. 31/2024 ha introdotto rilevanti disposizioni integrative e correttive del d.lgs. 150/2022, richiedendo il consenso dell’imputato per la sostituzione della pena detentiva all'interno della disciplina sostanziale e semplificando il sistema attraverso la riscrittura del primo comma dell'art. 545 bis c.p.p.
2024
Dike Giuridica
Nazionale
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