Il diritto romano non conosceva una vera e propria pratica costante di sorteggio dei giudici. Nelle controversie civili, la sortitio era residuale e giustificata solo per questioni specifiche, come l’actio finium regundorum. Altre forme di sortitio, come quelle applicate in Sicilia e conosciute dalle Verrine (le sortitiones dicarum) sembrano riflettere pratiche locali. D’altra parte, la sortitio era utilizzata in modo consistente a Roma nelle reciperationes, che traevano origine dalla sfera delle relazioni internazionali e in origine avevano anche collegi a composizione mista, quindi con iudices peregrini. Il modello delle reciperationes costituì la base per la legislazione sulle repetundae e, attraverso di essa, il modello per la definizione dei meccanismi di composizione delle quaestiones. Per quanto riguarda la materia civile, la grande sistemazione operata sotto Augusto con la lex Iulia iudiciorum privatorum comportò taluni cambiamenti nella procedura. La disciplina delineata dalla lex Iulia fu così trasposta in procedure giudiziarie extra ordinem. Essa esercitò un’influenza significativa anche nelle province, sia attraverso la sua trasposizione negli editti dei governatori provinciali, sia nella definizione della disciplina dei recuperatoria iudicia delle comunità dotate di ius Latii. È possibile, tuttavia, rintracciare echi dei recuperatoria iudicia anche oltre i confini dell'impero, come ad esempio nel Chersoneso Taurico, dove forse questi paradigmi procedurali furono importati attraverso esperienze provinciali.
Pratiche di sortitio nel processo romano fra repubblica e principato
Buongiorno, P.
2024-01-01
Abstract
Il diritto romano non conosceva una vera e propria pratica costante di sorteggio dei giudici. Nelle controversie civili, la sortitio era residuale e giustificata solo per questioni specifiche, come l’actio finium regundorum. Altre forme di sortitio, come quelle applicate in Sicilia e conosciute dalle Verrine (le sortitiones dicarum) sembrano riflettere pratiche locali. D’altra parte, la sortitio era utilizzata in modo consistente a Roma nelle reciperationes, che traevano origine dalla sfera delle relazioni internazionali e in origine avevano anche collegi a composizione mista, quindi con iudices peregrini. Il modello delle reciperationes costituì la base per la legislazione sulle repetundae e, attraverso di essa, il modello per la definizione dei meccanismi di composizione delle quaestiones. Per quanto riguarda la materia civile, la grande sistemazione operata sotto Augusto con la lex Iulia iudiciorum privatorum comportò taluni cambiamenti nella procedura. La disciplina delineata dalla lex Iulia fu così trasposta in procedure giudiziarie extra ordinem. Essa esercitò un’influenza significativa anche nelle province, sia attraverso la sua trasposizione negli editti dei governatori provinciali, sia nella definizione della disciplina dei recuperatoria iudicia delle comunità dotate di ius Latii. È possibile, tuttavia, rintracciare echi dei recuperatoria iudicia anche oltre i confini dell'impero, come ad esempio nel Chersoneso Taurico, dove forse questi paradigmi procedurali furono importati attraverso esperienze provinciali.File | Dimensione | Formato | |
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