Molto si sa sulla figura di Adriano Colocci Vespucci (Jesi, 1855 - Roma, 1941), personaggio della politica nazionale, studioso dedito alla ricerca storica, linguistica e antropologica, viaggiatore in quattro continenti. Poco si sa della sua adesione alle strutture della Geografia nell’Italia postunitaria, delle sue indagini geopolitiche e delle interessanti, ancorché sporadiche, applicazioni cartografiche che ne trasse. La recente commemorazione del centenario della Grande Guerra ha indotto ad approfondire il ruolo avuto da personalità autorevoli, quale può ritenersi quella del Colocci Vespucci che, seppur attivo in ambiti periferici seppe sempre ben collegarsi a una rete di relazioni funzionale alle pratiche del potere, dimostrandosi capace di intrattenere rapporti ai più alti livelli e a raggiungere con le sue applicazioni cartografiche, i maggiori editori nazionali. Protagonista in prima persona delle vicende che preludono e conducono al riassetto dell’Europa a seguito del primo conflitto mondiale, Colocci si dedica alla riflessione sul ruolo dei confini naturali ed etnici, valuta l’incidenza dei nazionalismi, prende in considerazione il problema delle minoranze. La rappresentazione cartografica diviene per Colocci il medium privilegiato per sintetizzare le sue conoscenze dirette della realtà europea del primo Novecento e al contempo a veicolare una sua personale, eppure concretamente fondata, interpretazione e composizione delle tensioni geopolitiche che scuotono il continente. Da tale interpretazione scaturiscono le applicazioni cartografiche che egli realizza e pubblica per indicare un razionale assetto in primo luogo dell’area balcanica e, in stretta connessione, per sostenere la sua idea del ruolo dell’Italia verso quel quadrante geografico.
Nazionalismi, minoranze, soluzioni geopolitiche nella cartografia prodotta da Adriano Colocci
Pongetti, Carlo
2023-01-01
Abstract
Molto si sa sulla figura di Adriano Colocci Vespucci (Jesi, 1855 - Roma, 1941), personaggio della politica nazionale, studioso dedito alla ricerca storica, linguistica e antropologica, viaggiatore in quattro continenti. Poco si sa della sua adesione alle strutture della Geografia nell’Italia postunitaria, delle sue indagini geopolitiche e delle interessanti, ancorché sporadiche, applicazioni cartografiche che ne trasse. La recente commemorazione del centenario della Grande Guerra ha indotto ad approfondire il ruolo avuto da personalità autorevoli, quale può ritenersi quella del Colocci Vespucci che, seppur attivo in ambiti periferici seppe sempre ben collegarsi a una rete di relazioni funzionale alle pratiche del potere, dimostrandosi capace di intrattenere rapporti ai più alti livelli e a raggiungere con le sue applicazioni cartografiche, i maggiori editori nazionali. Protagonista in prima persona delle vicende che preludono e conducono al riassetto dell’Europa a seguito del primo conflitto mondiale, Colocci si dedica alla riflessione sul ruolo dei confini naturali ed etnici, valuta l’incidenza dei nazionalismi, prende in considerazione il problema delle minoranze. La rappresentazione cartografica diviene per Colocci il medium privilegiato per sintetizzare le sue conoscenze dirette della realtà europea del primo Novecento e al contempo a veicolare una sua personale, eppure concretamente fondata, interpretazione e composizione delle tensioni geopolitiche che scuotono il continente. Da tale interpretazione scaturiscono le applicazioni cartografiche che egli realizza e pubblica per indicare un razionale assetto in primo luogo dell’area balcanica e, in stretta connessione, per sostenere la sua idea del ruolo dell’Italia verso quel quadrante geografico.File | Dimensione | Formato | |
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