In a constructive view, the learning mechanism of artificial intelligence can be compared to a collective intelligence, capable of transcending, through interaction, individual human intelligences and, thus, to overcome conformism, on the philosophical assumption that man is able to fathom the functioning of every thinking system, natural and artificial it is. This can happen under two conditions. Firstly, through the development of legal reasoning computational models, the debate on the dehumanization of digitization processes will equip itself with both demonstrative and non-demonstrative arguments, in a framework in which law and technology do not operate in antinomy, but cooperate under the "primacy of politics", which must inspire its action to a form of "critical rationalism". Secondly, once detected certain similarity between legal typing and coding, we can acknowledge that much more it exists "outside the text", so that the evolutionary process of identifying the rules of action does not must suffer the risk of petrifying the living law generated by the reduction of reality social activity operated by "performative" languages.

In una visione costruttiva, il meccanismo di apprendimento dell’intelligenza artificiale può essere paragonato a quello di un’intelligenza collettiva, capace di trascendere, per mezzo dell’interazione, le singole intelligenze umane e, così, di superare il conformismo, sul presupposto filosofico che l’uomo è in grado di scandagliare il funzionamento di ogni sistema pensante, naturale e artificiale. Ciò può avvenire a due condizioni. In generale, se nel contesto della elaborazione dei modelli computazionali di ragionamento giuridico, il dibattito sulla disumanizzazione dei processi di digitalizzazione si doterà di argomenti sia dimostrativi che non dimostrativi, in un quadro nel quale diritto e tecnica non operino in antinomia, ma cooperino sotto il “primato della politica”, la quale deve ispirare la propria azione ad una forma di “razionalismo critico”. In particolare, rilevata una certa analogia tra tipizzazione giuridica e coding, se si è disposti a riconoscere che molto ancora esiste “fuori dal testo”, sicché il processo evolutivo di individuazione delle regole di azione non debba subire il rischio di pietrificazione del diritto vivente generato dalla riduzione della realtà sociale operata dai linguaggi “performativi”.

Dal fatto al dato: "il rasoio di Occam"

L. Barchiesi
2023-01-01

Abstract

In a constructive view, the learning mechanism of artificial intelligence can be compared to a collective intelligence, capable of transcending, through interaction, individual human intelligences and, thus, to overcome conformism, on the philosophical assumption that man is able to fathom the functioning of every thinking system, natural and artificial it is. This can happen under two conditions. Firstly, through the development of legal reasoning computational models, the debate on the dehumanization of digitization processes will equip itself with both demonstrative and non-demonstrative arguments, in a framework in which law and technology do not operate in antinomy, but cooperate under the "primacy of politics", which must inspire its action to a form of "critical rationalism". Secondly, once detected certain similarity between legal typing and coding, we can acknowledge that much more it exists "outside the text", so that the evolutionary process of identifying the rules of action does not must suffer the risk of petrifying the living law generated by the reduction of reality social activity operated by "performative" languages.
2023
978-88-495-5180-8
In una visione costruttiva, il meccanismo di apprendimento dell’intelligenza artificiale può essere paragonato a quello di un’intelligenza collettiva, capace di trascendere, per mezzo dell’interazione, le singole intelligenze umane e, così, di superare il conformismo, sul presupposto filosofico che l’uomo è in grado di scandagliare il funzionamento di ogni sistema pensante, naturale e artificiale. Ciò può avvenire a due condizioni. In generale, se nel contesto della elaborazione dei modelli computazionali di ragionamento giuridico, il dibattito sulla disumanizzazione dei processi di digitalizzazione si doterà di argomenti sia dimostrativi che non dimostrativi, in un quadro nel quale diritto e tecnica non operino in antinomia, ma cooperino sotto il “primato della politica”, la quale deve ispirare la propria azione ad una forma di “razionalismo critico”. In particolare, rilevata una certa analogia tra tipizzazione giuridica e coding, se si è disposti a riconoscere che molto ancora esiste “fuori dal testo”, sicché il processo evolutivo di individuazione delle regole di azione non debba subire il rischio di pietrificazione del diritto vivente generato dalla riduzione della realtà sociale operata dai linguaggi “performativi”.
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