L’approccio narrativo, utilizzato come ricerca e azione inclusiva, consente di trarre le storie dall’uniformità omologante che nega le differenze che si vogliono invece enfatizzare, specie se caratterizzate dal deficit cognitivo. La storia individuale rappresenta un orizzonte di significato che non vuole essere un modello da replicare ma uno stimolo alla riflessione ed elaborazione intorno alle parti di sé che entrano in risonanza emotiva e cognitiva con l’esperienza che la storia porge. Storie straordinarie nella loro semplicità del quotidiano, ma così potenti da poter influire sulla percezione collettiva della realtà, modificandola. Margherita Campanelli ha conseguito la laurea magistrale in scienze pedagogiche non consentendo alla disabilità di prendere il sopravvento compromettendo il suo vissuto ma ha effettuato scelte che fanno della sua vita un progetto, nella formazione, nel lavoro nell’impegno solidale nel volontariato, per educare al rispetto ed alla valorizzazione della diversità. In questo senso Margherita riveste un ruolo di testimonianza preziosa, sul fronte dei diritti delle persone con disabilità e su quello della rappresentazione sociale delle persone con Sindrome di Down. L’educazione è cura: attraverso le storie la cura si manifesta nelle mille sfaccettature della realtà ecologica, sistemica, affettiva, relazionale, economica. Possiamo definirla cura globale. La storia di Margherita e la sua eccezionale conquista, non è trattata in questo testo come una biografia ma come la trama per affrontare i riferimenti teorici della pedagogia speciale con un’analisi dei diversi elementi che hanno caratterizzato il suo percorso sul piano pedagogico. Una storia capace di stimolare la riflessione riguardo varie aree del progetto di vita e della autodeterminazione della persona con disabilità cognitiva. La storia di Margherita è paradigmatica: dimostra che l’educazione inclusiva, le logiche progettuali e di rete, l’apporto delle diverse professionalità sanitarie, educative e sociali, aprono possibilità che nemmeno cento anni fa erano considerate impossibili. Eppure, oggi Margherita, così come molte persone con Sindrome di Down, studia, lavora, conduce una piena vita sociale. La sindrome si presenta clinicamente con le stesse caratteristiche ma quel che è cambiato sono i contesti, orientati all’inclusione, a partire dalla famiglia e dalla scuola.

Raccontare per includere: storie che cambiano la storia

Francesca Salis
2023-01-01

Abstract

L’approccio narrativo, utilizzato come ricerca e azione inclusiva, consente di trarre le storie dall’uniformità omologante che nega le differenze che si vogliono invece enfatizzare, specie se caratterizzate dal deficit cognitivo. La storia individuale rappresenta un orizzonte di significato che non vuole essere un modello da replicare ma uno stimolo alla riflessione ed elaborazione intorno alle parti di sé che entrano in risonanza emotiva e cognitiva con l’esperienza che la storia porge. Storie straordinarie nella loro semplicità del quotidiano, ma così potenti da poter influire sulla percezione collettiva della realtà, modificandola. Margherita Campanelli ha conseguito la laurea magistrale in scienze pedagogiche non consentendo alla disabilità di prendere il sopravvento compromettendo il suo vissuto ma ha effettuato scelte che fanno della sua vita un progetto, nella formazione, nel lavoro nell’impegno solidale nel volontariato, per educare al rispetto ed alla valorizzazione della diversità. In questo senso Margherita riveste un ruolo di testimonianza preziosa, sul fronte dei diritti delle persone con disabilità e su quello della rappresentazione sociale delle persone con Sindrome di Down. L’educazione è cura: attraverso le storie la cura si manifesta nelle mille sfaccettature della realtà ecologica, sistemica, affettiva, relazionale, economica. Possiamo definirla cura globale. La storia di Margherita e la sua eccezionale conquista, non è trattata in questo testo come una biografia ma come la trama per affrontare i riferimenti teorici della pedagogia speciale con un’analisi dei diversi elementi che hanno caratterizzato il suo percorso sul piano pedagogico. Una storia capace di stimolare la riflessione riguardo varie aree del progetto di vita e della autodeterminazione della persona con disabilità cognitiva. La storia di Margherita è paradigmatica: dimostra che l’educazione inclusiva, le logiche progettuali e di rete, l’apporto delle diverse professionalità sanitarie, educative e sociali, aprono possibilità che nemmeno cento anni fa erano considerate impossibili. Eppure, oggi Margherita, così come molte persone con Sindrome di Down, studia, lavora, conduce una piena vita sociale. La sindrome si presenta clinicamente con le stesse caratteristiche ma quel che è cambiato sono i contesti, orientati all’inclusione, a partire dalla famiglia e dalla scuola.
2023
9788867096978
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/310730
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