This study reflects upon both recent trends in archaeological theory – public, symmetrical, syncretistic – and in heritage education, including the need for an increasingly accentuated, dialogic approach with other disciplines. It emphasises the need for dialogue with regional and local authorities and communities, facilitating the promotion of archaeological cultural heritage as a highly attractive and evocative vehicle for contextual cultural values, and as a driving force for development. It argues that the ‘authenticity’ of a territory is intrinsic, dependent primarily upon a conscious, informed community that is aware of its cultural heritage and the role that it plays in the construction of (potentially multiple) identities. The rich archaeological heritage of the Apennine region, including Umbria-Marche, might therefore be seen as a ‘transmitter of culture’, with an important role to play not only in the construction of identities, but also in education and sustainable development. This can be achieved by bridging the divide between ‘expert’ and ‘non-expert’ and exploring the role of the past as mediator between politics and community.

In questo studio si presentano alcune riflessioni mirate a riconoscere nelle più recenti linee di pensiero dell’archeologia teorica - pubblica, simmetrica, sincretista - e dell’Heritage Education la necessità di un sempre più accentuato approccio dialogico con altri domini disciplinari e con il territorio, per contribuire a promuovere il patrimonio culturale, nella fattispecie quello archeologico, quale veicolo fortemente attrattivo ed evocativo di valori culturali contestuali e sostanziale propulsore di sviluppo, nella consapevolezza che l’autenticità di un territorio sia intrinseca e dipenda in primis da una comunità consapevole, informata e cosciente delle ricchezze culturali del luogo, sentite come segni di identità. Il questo senso il patrimonio archeologico capillarmente diffuso in area appenninica, anche umbro-marchigiana, può oggi più che mai avere la reale possibilità di elevarsi a “trasmettitore di cultura”, dare effettiva prova delle sue potenzialità educative, identitarie e di sviluppo sostenibile per le aree interne, superando lo iato ancora esistente tra visione esperta e non esperta, promuovendo la ricerca a ruolo di mediatore tra politica e comunità.

L’approccio dialogico dell’archeologia per lo sviluppo delle Inner Areas

Stortoni E.
2022-01-01

Abstract

This study reflects upon both recent trends in archaeological theory – public, symmetrical, syncretistic – and in heritage education, including the need for an increasingly accentuated, dialogic approach with other disciplines. It emphasises the need for dialogue with regional and local authorities and communities, facilitating the promotion of archaeological cultural heritage as a highly attractive and evocative vehicle for contextual cultural values, and as a driving force for development. It argues that the ‘authenticity’ of a territory is intrinsic, dependent primarily upon a conscious, informed community that is aware of its cultural heritage and the role that it plays in the construction of (potentially multiple) identities. The rich archaeological heritage of the Apennine region, including Umbria-Marche, might therefore be seen as a ‘transmitter of culture’, with an important role to play not only in the construction of identities, but also in education and sustainable development. This can be achieved by bridging the divide between ‘expert’ and ‘non-expert’ and exploring the role of the past as mediator between politics and community.
2022
Eum
In questo studio si presentano alcune riflessioni mirate a riconoscere nelle più recenti linee di pensiero dell’archeologia teorica - pubblica, simmetrica, sincretista - e dell’Heritage Education la necessità di un sempre più accentuato approccio dialogico con altri domini disciplinari e con il territorio, per contribuire a promuovere il patrimonio culturale, nella fattispecie quello archeologico, quale veicolo fortemente attrattivo ed evocativo di valori culturali contestuali e sostanziale propulsore di sviluppo, nella consapevolezza che l’autenticità di un territorio sia intrinseca e dipenda in primis da una comunità consapevole, informata e cosciente delle ricchezze culturali del luogo, sentite come segni di identità. Il questo senso il patrimonio archeologico capillarmente diffuso in area appenninica, anche umbro-marchigiana, può oggi più che mai avere la reale possibilità di elevarsi a “trasmettitore di cultura”, dare effettiva prova delle sue potenzialità educative, identitarie e di sviluppo sostenibile per le aree interne, superando lo iato ancora esistente tra visione esperta e non esperta, promuovendo la ricerca a ruolo di mediatore tra politica e comunità.
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