In the information society, the activities of monitoring, collection and selection of personal data are of crucial importance and raise considerable doubts about the respect of individual privacy and the autonomy of choice of the individual since the automatic procedures are not only able to know , but to shape behaviors, deriving ethical, political and legal implications. In particular, the use of big data outlines a new era only potentially characterized by greater objectivity of information, but raising pressing questions about any dangers of algorithmic discrimination to the detriment of categories penalized by the automatic decision-making process. Therefore, there is a need to explain the decision entrusted to AI as an independent right with respect to the right to information and access to the processing of personal data, a particulary clear requirement in the automated judicial decision. A further criticality, in the management of digital data, is then represented by the transfer of consent to the processing of the same, a mostly formal and consciously uninformed moment, capable of distorting an institution created to protect personal confidentiality in the most effective means of daily profiling individual, highlighting how, in addition, in the attribution of uniqueness of meaning to big data, allowed by the most current information processing procedures, these elements sometimes appear more exhaustive than those released, more or less consciously, by users, making it obsolete the traditional and reductive protection of personal data. Finally, in noting how the protection of freedoms and fundamental rights cannot be entrusted to a regulatory perspective that still seems to be substantially determined and managed by data and IT procedures and in outlining, at the same time, hypotheses of regulation of the AI that does not lead to unreasonable contractions of the development of the same, the ultimate aim appears to guarantee the dignity of the person, as well as the profound value of social solidarity, bringing out the essentiality of the right to govern a complex world that is increasingly shaped by digital data.

Nella società dell’informazione, le attività di monitoraggio, raccolta e selezione dei dati personali assumono un'importanza cruciale e sollevano notevoli perplessità circa il rispetto della privacy individuale e l’autonomia di scelta del singolo essendo i procedimenti automatici in grado non solo di conoscere, ma di plasmare i comportamenti, derivandone implicazioni etiche, politiche e giuridiche. In particolare, l’impiego dei big data tratteggia una nuova era solo potenzialmente caratterizzata da una maggiore oggettività dell’informazione, ma suscitante pressanti interrogativi concernenti eventuali pericoli di discriminazione algoritmica a svantaggio di categorie penalizzate dal processo decisionale automatico. Emerge, pertanto, un’esigenza di spiegabilità della decisione affidata all’IA come diritto autonomo rispetto al diritto all’informazione e all’accesso al trattamento dei dati personali, un requisito di particolare evidenza nella decisione giudiziaria automatizzata. Un’ulteriore criticità, nella gestione dei dati digitali, è poi rappresentata dalla cessione del consenso al trattamento degli stessi, momento per lo più formale e consapevolmente disinformato, capace di snaturare un istituto nato per tutelare la riservatezza personale nel più efficace mezzo di quotidiana profilazione individuale evidenziando, in aggiunta, come, nell’attribuzione di univocità di significato ai big data, permessa dalle più attuali procedure informatiche di elaborazione informativa, tali elementi appaiano, talvolta, più esaustivi di quelli rilasciati, più o meno consapevolmente, dagli utenti, rendendo superata la tradizionale e riduttiva tutela rivolta ai dati personali. Nel rilevare, infine, come la garanzia delle libertà e dei diritti fondamentali non possa essere affidata ad una prospettiva normativa che sembra ancora sostanzialmente determinata e gestita da dati e da procedimenti informatici e nel delineare, al contempo, ipotesi di regolazione dell’IA che non conducano ad irragionevoli contrazioni della stessa, il fine ultimo appare quello di garantire la dignità della persona, nonché il profondo valore della solidarietà sociale, facendo emergere l’essenzialità del diritto al governo di un mondo complesso e sempre più conformato dai dati digitali

Dati digitali e intelligenza artificiale: sfide etiche e giuridiche.

Arianna Maceratini
2022-01-01

Abstract

In the information society, the activities of monitoring, collection and selection of personal data are of crucial importance and raise considerable doubts about the respect of individual privacy and the autonomy of choice of the individual since the automatic procedures are not only able to know , but to shape behaviors, deriving ethical, political and legal implications. In particular, the use of big data outlines a new era only potentially characterized by greater objectivity of information, but raising pressing questions about any dangers of algorithmic discrimination to the detriment of categories penalized by the automatic decision-making process. Therefore, there is a need to explain the decision entrusted to AI as an independent right with respect to the right to information and access to the processing of personal data, a particulary clear requirement in the automated judicial decision. A further criticality, in the management of digital data, is then represented by the transfer of consent to the processing of the same, a mostly formal and consciously uninformed moment, capable of distorting an institution created to protect personal confidentiality in the most effective means of daily profiling individual, highlighting how, in addition, in the attribution of uniqueness of meaning to big data, allowed by the most current information processing procedures, these elements sometimes appear more exhaustive than those released, more or less consciously, by users, making it obsolete the traditional and reductive protection of personal data. Finally, in noting how the protection of freedoms and fundamental rights cannot be entrusted to a regulatory perspective that still seems to be substantially determined and managed by data and IT procedures and in outlining, at the same time, hypotheses of regulation of the AI that does not lead to unreasonable contractions of the development of the same, the ultimate aim appears to guarantee the dignity of the person, as well as the profound value of social solidarity, bringing out the essentiality of the right to govern a complex world that is increasingly shaped by digital data.
2022
EUT
Nella società dell’informazione, le attività di monitoraggio, raccolta e selezione dei dati personali assumono un'importanza cruciale e sollevano notevoli perplessità circa il rispetto della privacy individuale e l’autonomia di scelta del singolo essendo i procedimenti automatici in grado non solo di conoscere, ma di plasmare i comportamenti, derivandone implicazioni etiche, politiche e giuridiche. In particolare, l’impiego dei big data tratteggia una nuova era solo potenzialmente caratterizzata da una maggiore oggettività dell’informazione, ma suscitante pressanti interrogativi concernenti eventuali pericoli di discriminazione algoritmica a svantaggio di categorie penalizzate dal processo decisionale automatico. Emerge, pertanto, un’esigenza di spiegabilità della decisione affidata all’IA come diritto autonomo rispetto al diritto all’informazione e all’accesso al trattamento dei dati personali, un requisito di particolare evidenza nella decisione giudiziaria automatizzata. Un’ulteriore criticità, nella gestione dei dati digitali, è poi rappresentata dalla cessione del consenso al trattamento degli stessi, momento per lo più formale e consapevolmente disinformato, capace di snaturare un istituto nato per tutelare la riservatezza personale nel più efficace mezzo di quotidiana profilazione individuale evidenziando, in aggiunta, come, nell’attribuzione di univocità di significato ai big data, permessa dalle più attuali procedure informatiche di elaborazione informativa, tali elementi appaiano, talvolta, più esaustivi di quelli rilasciati, più o meno consapevolmente, dagli utenti, rendendo superata la tradizionale e riduttiva tutela rivolta ai dati personali. Nel rilevare, infine, come la garanzia delle libertà e dei diritti fondamentali non possa essere affidata ad una prospettiva normativa che sembra ancora sostanzialmente determinata e gestita da dati e da procedimenti informatici e nel delineare, al contempo, ipotesi di regolazione dell’IA che non conducano ad irragionevoli contrazioni della stessa, il fine ultimo appare quello di garantire la dignità della persona, nonché il profondo valore della solidarietà sociale, facendo emergere l’essenzialità del diritto al governo di un mondo complesso e sempre più conformato dai dati digitali
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http://hdl.handle.net/10077/34504
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