In his letter to Henry Oldenburg, which can be dated 1-11 January 1676, Spinoza argues that the concept of fatalis necessitas represents the main foundation of his Ethica. Known by Oldenburg, Boyle and Leibniz, the phrase gave rise to the first attempts to both define and oppose Spinozian determinism. By briefly reexamining the sources of Spinoza’s concept of fatalis necessitas, starting with the elements already highlighted by Oldenburg, Boyle and Leibniz, the article discusses a decisive shift in the history of modern thought. In the years 1675-1676, the crucial topics of predestination and voluntarism, taken up by Spinoza in his frequent references to St Paul, were reread by him and interpreted as «concatenation of causes» and fatalis necessitas, that is to say: reality is thoroughly knowable without resorting to the notion of mystery, i.e., that which goes beyond reason (supra rationem) and constitutes the central nucleus of Christian tradition.

Nella lettera a Henry Oldenburg, databile 1-11 gennaio 1676, Spinoza sostiene che il concetto di fatalis necessitas costituisce il principale fondamento della sua Ethica. Conosciuta per tempo da Oldenburg, Boyle e Leibniz, questa affermazione darà luogo ai primi tentativi storiografici di caratterizzare e di combattere il determinismo spinoziano. Nel riesaminare brevemente le fonti del concetto spinoziano di fatalis necessitas, a partire da elementi già evidenziati da Oldenburg, Boyle e Leibniz, l’articolo analizza un passaggio decisivo nella storia del pensiero moderno. Negli anni 1675-1676, i temi cruciali della predestinazione e del volontarismo, ripresi da Spinoza nelle sue frequenti citazioni paoline, vengono da lui riletti e interpretati come «concatenazione delle cause» e fatalis necessitas: conoscibilità integrale del reale che esclude il supra rationem, il mistero, il nucleo centrale della tradizione cristiana.

Spinoza e la “fatalis necessitas” di tutte le cose

Proietti, Omero
2022-01-01

Abstract

In his letter to Henry Oldenburg, which can be dated 1-11 January 1676, Spinoza argues that the concept of fatalis necessitas represents the main foundation of his Ethica. Known by Oldenburg, Boyle and Leibniz, the phrase gave rise to the first attempts to both define and oppose Spinozian determinism. By briefly reexamining the sources of Spinoza’s concept of fatalis necessitas, starting with the elements already highlighted by Oldenburg, Boyle and Leibniz, the article discusses a decisive shift in the history of modern thought. In the years 1675-1676, the crucial topics of predestination and voluntarism, taken up by Spinoza in his frequent references to St Paul, were reread by him and interpreted as «concatenation of causes» and fatalis necessitas, that is to say: reality is thoroughly knowable without resorting to the notion of mystery, i.e., that which goes beyond reason (supra rationem) and constitutes the central nucleus of Christian tradition.
2022
Università Trieste
Nella lettera a Henry Oldenburg, databile 1-11 gennaio 1676, Spinoza sostiene che il concetto di fatalis necessitas costituisce il principale fondamento della sua Ethica. Conosciuta per tempo da Oldenburg, Boyle e Leibniz, questa affermazione darà luogo ai primi tentativi storiografici di caratterizzare e di combattere il determinismo spinoziano. Nel riesaminare brevemente le fonti del concetto spinoziano di fatalis necessitas, a partire da elementi già evidenziati da Oldenburg, Boyle e Leibniz, l’articolo analizza un passaggio decisivo nella storia del pensiero moderno. Negli anni 1675-1676, i temi cruciali della predestinazione e del volontarismo, ripresi da Spinoza nelle sue frequenti citazioni paoline, vengono da lui riletti e interpretati come «concatenazione delle cause» e fatalis necessitas: conoscibilità integrale del reale che esclude il supra rationem, il mistero, il nucleo centrale della tradizione cristiana.
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