The work aims to investigate the configuration of urban spaces in a “smart” way and the role actually played by smart cities in the perspective of satisfying the rights – especially social rights – held by people who live in those cities. The interpretative perspective chosen in the essay is to assume citizenship as a set of juridical expectations which legitimizes the role of public authorities, and in that sense to assume consumption as a key to understand the relation- ship between public administration and citizens, taking into account the appro- ximation of that relationship to that existing between producer and consumer. Smart cities must be constructed in this perspective of service to the citizen, in order to correct regulatory choices underlying technological developments to- wards discriminatory outcomes, social divide. In this framework social housing is very representative of difficulties accompanying attempts to make social ser- vices (really) available in smart urban spaces.

Il lavoro si prefigge di indagare le potenzialità che sottendono la conformazio- ne degli spazi urbani in senso “intelligente” ed il ruolo effettivamente giocato dalle smart cities nella prospettiva di soddisfare le posizioni pretensive delle per- sone che abitano quegli spazi, in particolare dei diritti sociali. La prospettiva, da cui muove il lavoro, che ricostruisce la cittadinanza quale complesso di prero- gative la cui soddisfazione legittima i pubblici poteri, induce a guardare quindi al “consumo” di beni e servizi come ad un orizzonte fondamentale dei rapporti tra amministrati e amministrazioni, nella consapevolezza della trasfigurazione della relazione amministrativa, da tempo registrata, sempre più aderente al pa- radigma del rapporto tra produttore e consumatore. L’idea che sostiene la ri- flessione è che anche l’impiego di tecnologie avanzate che caratterizza (e identi- fica in certa misura) il fenomeno delle smart cities, vada ricostruito in questa pro- spettiva di servizio al cittadino, e dunque che esso operi come una rappresenta- zione paradigmatica della funzionalizzazione dell’organizzazione amministrati- va alla sovranità popolare. Questa chiave di lettura consentirebbe di reagire e correggere scelte regolatorie che non indirizzano lo sviluppo tecnologico all’interno delle smart cities verso obiettivi socialmente desiderabili, e al contra- rio accentuano il tasso di divaricazione sociale ed alimentano fenomeni di emarginazione di quanti non possono e non sanno sfruttare pienamente le po- tenzialità che da questo strumentario innovativo promanano. I servizi di social housing sono particolarmente rappresentativi – e sono perciò in questo senso assunti a paradigma nel lavoro – delle vischiosità che accompagnano i tentativi di rendere disponibili servizi ad alto tasso di socialità in spazi urbani “intelli- genti”.

Città intelligenti e diritti. Nuove prospettive di consumo nel prisma della socialità

Laneve, Giuseppe
2021-01-01

Abstract

The work aims to investigate the configuration of urban spaces in a “smart” way and the role actually played by smart cities in the perspective of satisfying the rights – especially social rights – held by people who live in those cities. The interpretative perspective chosen in the essay is to assume citizenship as a set of juridical expectations which legitimizes the role of public authorities, and in that sense to assume consumption as a key to understand the relation- ship between public administration and citizens, taking into account the appro- ximation of that relationship to that existing between producer and consumer. Smart cities must be constructed in this perspective of service to the citizen, in order to correct regulatory choices underlying technological developments to- wards discriminatory outcomes, social divide. In this framework social housing is very representative of difficulties accompanying attempts to make social ser- vices (really) available in smart urban spaces.
2021
Urbino University Press
Il lavoro si prefigge di indagare le potenzialità che sottendono la conformazio- ne degli spazi urbani in senso “intelligente” ed il ruolo effettivamente giocato dalle smart cities nella prospettiva di soddisfare le posizioni pretensive delle per- sone che abitano quegli spazi, in particolare dei diritti sociali. La prospettiva, da cui muove il lavoro, che ricostruisce la cittadinanza quale complesso di prero- gative la cui soddisfazione legittima i pubblici poteri, induce a guardare quindi al “consumo” di beni e servizi come ad un orizzonte fondamentale dei rapporti tra amministrati e amministrazioni, nella consapevolezza della trasfigurazione della relazione amministrativa, da tempo registrata, sempre più aderente al pa- radigma del rapporto tra produttore e consumatore. L’idea che sostiene la ri- flessione è che anche l’impiego di tecnologie avanzate che caratterizza (e identi- fica in certa misura) il fenomeno delle smart cities, vada ricostruito in questa pro- spettiva di servizio al cittadino, e dunque che esso operi come una rappresenta- zione paradigmatica della funzionalizzazione dell’organizzazione amministrati- va alla sovranità popolare. Questa chiave di lettura consentirebbe di reagire e correggere scelte regolatorie che non indirizzano lo sviluppo tecnologico all’interno delle smart cities verso obiettivi socialmente desiderabili, e al contra- rio accentuano il tasso di divaricazione sociale ed alimentano fenomeni di emarginazione di quanti non possono e non sanno sfruttare pienamente le po- tenzialità che da questo strumentario innovativo promanano. I servizi di social housing sono particolarmente rappresentativi – e sono perciò in questo senso assunti a paradigma nel lavoro – delle vischiosità che accompagnano i tentativi di rendere disponibili servizi ad alto tasso di socialità in spazi urbani “intelli- genti”.
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