Acclarata l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione pandemica del coronavirus SARS-CoV-2, il Dpcm del 4 marzo 2020 sospendeva, in Italia, le attività didattiche e chiudeva i servizi per l’infanzia e le scuole di ogni ordine e grado. Contestualmente, veniva introdotta la Didattica A Distanza (DAD): un sistema di insegnamento/apprendimento basato sull’utilizzo delle tecnologie della comunicazione digitale in un setting formativo virtuale. Da tale incombenza, sono emerse numerose criticità: in primis, la carenza o inadeguatezza dei device e di una connessione internet ottimale a disposizione di insegnanti e studenti; il semi-analfabetismo informatico di molti, specie nella classe docente; la difficoltà di raggiungere i nuclei familiari svantaggiati o indigenti; l’indisponibilità o impossibilità di alcuni genitori a seguire i figli piccoli durante le videolezioni. Ognuno di questi punti nodali ha generato discussioni e reciproche accuse tra le famiglie e la scuola, e nondimeno ha sollecitato riflessioni pluridisciplinari in merito. Con il D.M. 89/2020 sono state specificate le linee guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI) che ibrida il sistema formativo, alternando attività in presenza e a distanza. Non sono mancate le critiche rispetto all’opportunità di riaprire le scuole e di esporre gli alunni e il personale docente e non docente al rischio di contagio. L’opinione pubblica e la comunità scientifica dibattono tutt’ora sulla priorità contingente del diritto alla salute rispetto al diritto all’istruzione e viceversa. In termini educativi, è da rilevare la volontà di coinvolgimento e responsabilizzazione delle famiglie, spesso escluse dai processi decisionali. La pedagogia è chiamata a ripensare gli stili di insegnamento/apprendimento alla luce di contesti formativi inediti, in cui l’impiego dei linguaggi multimediali è imprescindibile, e a rinnovare un’alleanza autentica e virtuosa tra scuole e famiglie, in vista di un armonico sviluppo dei giovani. Urge, dunque, rinnovare e corroborare l’impegno e la responsabilità educativa familiare e, contemporaneamente, superare la resistenza dei refrattari alla rivoluzione tecnologica in ambito scolastico, al fine di sintonizzarsi con le mutate modalità comunicative giovanili ed educare, sinergicamente, all’uso consapevole, ragionato e funzionale dei dispositivi e della rete, che possono veicolare e facilitare tanto l’apprendimento, quanto l’insegnamento, in una società ineluttabilmente iperconnessa.

Dalla DAD alla DDI: la necessaria corresponsabilità scuola-famiglia

Romanazzi Grazia
2021-01-01

Abstract

Acclarata l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione pandemica del coronavirus SARS-CoV-2, il Dpcm del 4 marzo 2020 sospendeva, in Italia, le attività didattiche e chiudeva i servizi per l’infanzia e le scuole di ogni ordine e grado. Contestualmente, veniva introdotta la Didattica A Distanza (DAD): un sistema di insegnamento/apprendimento basato sull’utilizzo delle tecnologie della comunicazione digitale in un setting formativo virtuale. Da tale incombenza, sono emerse numerose criticità: in primis, la carenza o inadeguatezza dei device e di una connessione internet ottimale a disposizione di insegnanti e studenti; il semi-analfabetismo informatico di molti, specie nella classe docente; la difficoltà di raggiungere i nuclei familiari svantaggiati o indigenti; l’indisponibilità o impossibilità di alcuni genitori a seguire i figli piccoli durante le videolezioni. Ognuno di questi punti nodali ha generato discussioni e reciproche accuse tra le famiglie e la scuola, e nondimeno ha sollecitato riflessioni pluridisciplinari in merito. Con il D.M. 89/2020 sono state specificate le linee guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI) che ibrida il sistema formativo, alternando attività in presenza e a distanza. Non sono mancate le critiche rispetto all’opportunità di riaprire le scuole e di esporre gli alunni e il personale docente e non docente al rischio di contagio. L’opinione pubblica e la comunità scientifica dibattono tutt’ora sulla priorità contingente del diritto alla salute rispetto al diritto all’istruzione e viceversa. In termini educativi, è da rilevare la volontà di coinvolgimento e responsabilizzazione delle famiglie, spesso escluse dai processi decisionali. La pedagogia è chiamata a ripensare gli stili di insegnamento/apprendimento alla luce di contesti formativi inediti, in cui l’impiego dei linguaggi multimediali è imprescindibile, e a rinnovare un’alleanza autentica e virtuosa tra scuole e famiglie, in vista di un armonico sviluppo dei giovani. Urge, dunque, rinnovare e corroborare l’impegno e la responsabilità educativa familiare e, contemporaneamente, superare la resistenza dei refrattari alla rivoluzione tecnologica in ambito scolastico, al fine di sintonizzarsi con le mutate modalità comunicative giovanili ed educare, sinergicamente, all’uso consapevole, ragionato e funzionale dei dispositivi e della rete, che possono veicolare e facilitare tanto l’apprendimento, quanto l’insegnamento, in una società ineluttabilmente iperconnessa.
2021
9788867608300
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