In questo contributo intendo proporre 1. innanzitutto una lettura unitaria del De interpretatione e 2. in secondo luogo una riflessione circa la sua collocazione all’interno dell’Organon aristotelico, a partire dall’analisi del capitolo 5, in cui Aristotele definisce il logos apophantikos, il discorso enunciativo. La riflessione intorno al De interpretatione pone numerose ‘sfide’ a chi cerca di comprendere e interpretare questo testo. Innanzitutto, sembra difficile cogliere in quest’opera un disegno unitario, perché in appena 14 capitoli, il testo, dal punto di vista del pensiero moderno, sembra ‘cambiare pelle’ più volte, passando da una trattazione prettamente linguistico-grammaticale (capp. 1-4) a una trattazione logica, che si concentra sui rapporti di contraddizione, contraddittorietà e contrarietà tra proposizioni, per poi trattare dei diversi intrecci possibili tra affermazione e negazione e delle regole della predicazione. Di fronte a questo complesso e discusso quadro ermeneutico, credo sia possibile una rilettura in chiave unitaria del testo a partire da una diversa considerazione del ruolo del logos apophantikos nell’economia di quest’opera. Questa nozione va pensata non più come il fine a cui l’intero testo è ordinato, ma come un passaggio chiave che ne consente e ne spiega lo sviluppo.

Il logos apophantikos nel De interpretatione. Tra linguistica e logica sullo sfondo della dialettica

L. Palpacelli
2020-01-01

Abstract

In questo contributo intendo proporre 1. innanzitutto una lettura unitaria del De interpretatione e 2. in secondo luogo una riflessione circa la sua collocazione all’interno dell’Organon aristotelico, a partire dall’analisi del capitolo 5, in cui Aristotele definisce il logos apophantikos, il discorso enunciativo. La riflessione intorno al De interpretatione pone numerose ‘sfide’ a chi cerca di comprendere e interpretare questo testo. Innanzitutto, sembra difficile cogliere in quest’opera un disegno unitario, perché in appena 14 capitoli, il testo, dal punto di vista del pensiero moderno, sembra ‘cambiare pelle’ più volte, passando da una trattazione prettamente linguistico-grammaticale (capp. 1-4) a una trattazione logica, che si concentra sui rapporti di contraddizione, contraddittorietà e contrarietà tra proposizioni, per poi trattare dei diversi intrecci possibili tra affermazione e negazione e delle regole della predicazione. Di fronte a questo complesso e discusso quadro ermeneutico, credo sia possibile una rilettura in chiave unitaria del testo a partire da una diversa considerazione del ruolo del logos apophantikos nell’economia di quest’opera. Questa nozione va pensata non più come il fine a cui l’intero testo è ordinato, ma come un passaggio chiave che ne consente e ne spiega lo sviluppo.
2020
978-88-9359-470-7
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