Definiti, dalla vulgata dei media, i nuovi «geroglifici», o anche «i segni della lingua universale della rete», gli emoji si sono facilmente affermati come la vera novità della comunicazione online, concretamente un’alternativa alle barriere della scrittura alfabetica, e pienamente rispondenti alle istanze della società dell’immagine. Oltre il procedimento estetico e socioculturale, la gestione del repertorio emoji, come per ogni codice visivo, pone la questione dell’interpretazione dei segni, della loro leggibilità. La funzionalità semiotica dell’emoji rivela facilmente limiti e inadeguatezza proprio in ragione della versatilità polisemica dell’immagine, generando livelli di ambiguità e di indeterminatezza che ne annullano efficacia e utilità rispetto alla scrittura alfabetica. Rispetto alle potenzialità evidenti del repertorio condiviso, il problema dell’ambiguità semiotica e semantica può essere superato individuando margini di convergenza all’interno della varietà e della vaghezza dei segni, ovvero costruendo concretamente le condizioni per la mutua comprensione, ciò che può avvenire principalmente tramite l’allestimento di corrispondenze linguistiche fissate. Attraverso un'analisi delle più rilevanti esperienze traduttive in emoji (in particolare Emoji Dick, Alice in Wonderland, Pinocchio in Emojitaliano), il contributo pone la questione traduttiva come chiave per la costituzione di una lingua internazionale in emoji ("emojilingua").

Da Emojipedia a Pinocchio in Emojitaliano: l’“emojilingua” tra scritture e riscritture

Chiusaroli, F.
2019-01-01

Abstract

Definiti, dalla vulgata dei media, i nuovi «geroglifici», o anche «i segni della lingua universale della rete», gli emoji si sono facilmente affermati come la vera novità della comunicazione online, concretamente un’alternativa alle barriere della scrittura alfabetica, e pienamente rispondenti alle istanze della società dell’immagine. Oltre il procedimento estetico e socioculturale, la gestione del repertorio emoji, come per ogni codice visivo, pone la questione dell’interpretazione dei segni, della loro leggibilità. La funzionalità semiotica dell’emoji rivela facilmente limiti e inadeguatezza proprio in ragione della versatilità polisemica dell’immagine, generando livelli di ambiguità e di indeterminatezza che ne annullano efficacia e utilità rispetto alla scrittura alfabetica. Rispetto alle potenzialità evidenti del repertorio condiviso, il problema dell’ambiguità semiotica e semantica può essere superato individuando margini di convergenza all’interno della varietà e della vaghezza dei segni, ovvero costruendo concretamente le condizioni per la mutua comprensione, ciò che può avvenire principalmente tramite l’allestimento di corrispondenze linguistiche fissate. Attraverso un'analisi delle più rilevanti esperienze traduttive in emoji (in particolare Emoji Dick, Alice in Wonderland, Pinocchio in Emojitaliano), il contributo pone la questione traduttiva come chiave per la costituzione di una lingua internazionale in emoji ("emojilingua").
2019
9788876678004
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