La politica dello Stato cinese nei confronti delle etnie minoritarie ha sviluppato nel tempo due tendenze complementari e parallele, ciascuna delle quali si è rivelata produttrice di proprie rappresentazioni dell’alterità: una tesa all’assimilazione, l’altra verso il pluralismo. La prima, nella sua rigidità di prospettiva, si è fatta portavoce degli ideali di superiorità culturale ed economica degli Han, inquadrando questi ultimi come protagonisti di necessari “progetti civilizzatori”, articolati a vari livelli e costruiti su stereotipi dell’Altro altrettanto necessari alla definizione stessa di tale superiorità. La seconda, sicuramente espressione di una maggiore flessibilità ideologica, almeno apparente, è andata lentamente elaborando una definizione di spazio, ancorché angusto, entro cui consentire l’invenzione di identità culturali altre “desiderabili” perché funzionali alla costruzione dello Stato-nazione e alla crescita della sua economia. In questo contributo verranno introdotte le due tendenze e discusse alcune delle rappresentazioni che ciascuna di esse ha prodotto. Per quanto riguarda il pluralismo, verrà condotta un’analisi dell’interazione sussistente tra autenticità, politiche del turismo e Stato nel processo di negoziazione dell’identità Naxi. Tale studio verrà sviluppato considerando le nozioni di tradizione inventata e di autenticità, nonché prestando attenzione alle modalità attraverso cui i Naxi hanno di recente aderito alla modernità isolando e valorizzando alcuni aspetti della propria cultura quali elementi prodotti e “consumati” all’interno dei parametri stabiliti dalla politica adottata dal governo nei confronti delle minoranze e delle rappresentazioni dell’etnicità promosse dallo stesso a fini turistici. Questo processo si inserisce in un discorso più ampio che, considerando alcuni degli stereotipi costruiti dall’etnia maggioritaria Han e “subiti” passivamente dalle etnie minoritarie, mira ad approfondire quelle dinamiche che, nel corso degli ultimi decenni, hanno invece permesso alle culture locali di sopravvivere esercitando la propria agentività. La creazione di “auto-rappresentazioni” verrà messa, dunque, in relazione con quella di “rappresentazioni” dell’etnicità e, in particolare, si farà riferimento alla Yunnan School degli anni Ottanta del Novecento quale esempio di creazione dello stereotipo che fa corrispondere, nell’immaginario Han, l’idea di etnia minoritaria con quelle di esotismo e femminilità (tendenza all’assimilazione).

Lo sguardo sull'Altro: esotizzazione, autenticità e turismo etnico tra i Naxi e i Dai dello Yunnan

Turini, C.
2020-01-01

Abstract

La politica dello Stato cinese nei confronti delle etnie minoritarie ha sviluppato nel tempo due tendenze complementari e parallele, ciascuna delle quali si è rivelata produttrice di proprie rappresentazioni dell’alterità: una tesa all’assimilazione, l’altra verso il pluralismo. La prima, nella sua rigidità di prospettiva, si è fatta portavoce degli ideali di superiorità culturale ed economica degli Han, inquadrando questi ultimi come protagonisti di necessari “progetti civilizzatori”, articolati a vari livelli e costruiti su stereotipi dell’Altro altrettanto necessari alla definizione stessa di tale superiorità. La seconda, sicuramente espressione di una maggiore flessibilità ideologica, almeno apparente, è andata lentamente elaborando una definizione di spazio, ancorché angusto, entro cui consentire l’invenzione di identità culturali altre “desiderabili” perché funzionali alla costruzione dello Stato-nazione e alla crescita della sua economia. In questo contributo verranno introdotte le due tendenze e discusse alcune delle rappresentazioni che ciascuna di esse ha prodotto. Per quanto riguarda il pluralismo, verrà condotta un’analisi dell’interazione sussistente tra autenticità, politiche del turismo e Stato nel processo di negoziazione dell’identità Naxi. Tale studio verrà sviluppato considerando le nozioni di tradizione inventata e di autenticità, nonché prestando attenzione alle modalità attraverso cui i Naxi hanno di recente aderito alla modernità isolando e valorizzando alcuni aspetti della propria cultura quali elementi prodotti e “consumati” all’interno dei parametri stabiliti dalla politica adottata dal governo nei confronti delle minoranze e delle rappresentazioni dell’etnicità promosse dallo stesso a fini turistici. Questo processo si inserisce in un discorso più ampio che, considerando alcuni degli stereotipi costruiti dall’etnia maggioritaria Han e “subiti” passivamente dalle etnie minoritarie, mira ad approfondire quelle dinamiche che, nel corso degli ultimi decenni, hanno invece permesso alle culture locali di sopravvivere esercitando la propria agentività. La creazione di “auto-rappresentazioni” verrà messa, dunque, in relazione con quella di “rappresentazioni” dell’etnicità e, in particolare, si farà riferimento alla Yunnan School degli anni Ottanta del Novecento quale esempio di creazione dello stereotipo che fa corrispondere, nell’immaginario Han, l’idea di etnia minoritaria con quelle di esotismo e femminilità (tendenza all’assimilazione).
2020
Marco Fumian
Nazionale
www.sinosfere.com
http://sinosfere.com/2020/05/28/cristiana-turini-lo-sguardo-sullaltro-esotizzazione-autenticita-e-turismo-etnico-tra-i-naxi-e-i-dai-dello-yunnan/
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