The contribution illustrates the reconstructive and staging practices promoted by Innocenzo Dall’Osso during the direction of the National Archaeological Museum of the Marches for the return to the public of the very rich testimonies coming from the burial areas of Ancient Piceni. The reconstruction was adopted by the Emilian archaeologist as a museum to give plastic evidence to the uninterrupted participation of a territory, only apparently peripheral, to the macrohistory. The artefacts of excavation, signs of luxury, identitarian and sacred, reproduced in glass, celluloid and other materials of modernity, found a form of narrative accessible to the general public in mannequins dressed for the exhibition called “Museo Piceno” staged at the Villa Reale in Milan in 1914.

Il contributo illustra le pratiche ricostruttive e di allestimento promosse da Innocenzo Dall’Osso durante la direzione del Museo Archeologico Nazionale delle Marche per la restituzione al pubblico delle ricchissime testimonianze provenienti dalle aree sepolcrali degli Antichi Piceni. La ricostruzione fu adottata dall’archeologo emiliano come mezzo museografico per dare evidenza plastica alla partecipazione ininterrotta di un territorio, solo apparentemente periferico, alla macrostoria. I reperti di scavo, segni del lusso, identitari e sacrali, riprodotti in vetro, celluloide ed altri materiali della modernità, trovarono una forma di narrazione accessibile al pubblico generalista indosso a manichini abbigliati in occasione della mostra denominata “Museo Piceno” allestita alla Villa Reale di Milano nel 1914.

«Milano si diverte…». Il “Museo Piceno” all’Esposizione Marchigiana del 1914 e l’allestimento ricostruttivo di Innocenzo Dall’Osso

Caterina Paparello
2019-01-01

Abstract

The contribution illustrates the reconstructive and staging practices promoted by Innocenzo Dall’Osso during the direction of the National Archaeological Museum of the Marches for the return to the public of the very rich testimonies coming from the burial areas of Ancient Piceni. The reconstruction was adopted by the Emilian archaeologist as a museum to give plastic evidence to the uninterrupted participation of a territory, only apparently peripheral, to the macrohistory. The artefacts of excavation, signs of luxury, identitarian and sacred, reproduced in glass, celluloid and other materials of modernity, found a form of narrative accessible to the general public in mannequins dressed for the exhibition called “Museo Piceno” staged at the Villa Reale in Milan in 1914.
2019
EUM
Il contributo illustra le pratiche ricostruttive e di allestimento promosse da Innocenzo Dall’Osso durante la direzione del Museo Archeologico Nazionale delle Marche per la restituzione al pubblico delle ricchissime testimonianze provenienti dalle aree sepolcrali degli Antichi Piceni. La ricostruzione fu adottata dall’archeologo emiliano come mezzo museografico per dare evidenza plastica alla partecipazione ininterrotta di un territorio, solo apparentemente periferico, alla macrostoria. I reperti di scavo, segni del lusso, identitari e sacrali, riprodotti in vetro, celluloide ed altri materiali della modernità, trovarono una forma di narrazione accessibile al pubblico generalista indosso a manichini abbigliati in occasione della mostra denominata “Museo Piceno” allestita alla Villa Reale di Milano nel 1914.
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