The relationship between religion and the public sphere, from the perspective of Habermas's theory of discourse, gives a glimpse of the possibility of a shared space, reflected in democratic decision-making procedures, which has priority over every strategic and self-referential representation of the social. The "linguisticization of the sacred" process has gradually led the author to free the theory of modernity from a rigid theory of secularization; on the other hand, the religious phenomenon, freed from obsolete dogmatisms, reveals itself as the bearer of a procedural rationality capable of operating in everyday communication practice. In this dialogic path, which is anything but linear, Habermas' communicative reason seeks to find solutions capable of safeguarding both religious dimensions and the legacy of Enlightenment thought. This, first of all, to stem the monological drift of particularistic global interests able to endorse, even in sectors of a public nature, dynamics typical of strategic-functional action that lead to the restriction of the common space and to the loss of effectiveness of the institutions traditionally deputies for the democratic representation of interests. At the resolution of these questions, the discursive reason does not offer a single answer but indicates a path of learning and constructive conciliation of the visions of the world.

Il rapporto tra religione e sfera pubblica, dalla prospettiva della teoria del discorso di Habermas, lascia intravedere la possibilità di uno spazio condiviso, riflesso nelle procedure decisionali democratiche, che ha la priorità su ogni strategica e autoreferenziale rappresentazione del sociale. Il processo di “linguisticizzazione del sacro” ha progressivamente condotto l’autore a svincolare la teoria della modernità da una rigida teoria della secolarizzazione; d’altro canto, il fenomeno religioso, affrancato da obsoleti dogmatismi, si rivela portatore di una razionalità procedurale capace di operare nella prassi comunicativa quotidiana. In tale percorso dialogico, tutt’altro che lineare, la ragione comunicativa habermasiana mira alla ricerca di soluzioni in grado di salvaguardare tanto le dimensioni religiose quanto l’eredità del pensiero illuminista. Ciò, in primo luogo, per arginare la deriva monologica di particolaristici interessi globali in grado di avallare, anche in settori di natura pubblica, dinamiche tipiche dell’agire strategico-funzionale che conducono alla restrizione dello spazio comune e alla perdita di efficacia delle istituzioni tradizionalmente deputate alla rappresentanza democratica degli interessi. Alla risoluzione di tali interrogativi la ragione discorsiva non offre una risposta univoca ma indica un cammino di apprendimento e di costruttiva conciliazione delle visioni del mondo.

Religione e sfera pubblica nella teoria del discorso di Jürgen Habermas.

Arianna Maceratini
2020-01-01

Abstract

The relationship between religion and the public sphere, from the perspective of Habermas's theory of discourse, gives a glimpse of the possibility of a shared space, reflected in democratic decision-making procedures, which has priority over every strategic and self-referential representation of the social. The "linguisticization of the sacred" process has gradually led the author to free the theory of modernity from a rigid theory of secularization; on the other hand, the religious phenomenon, freed from obsolete dogmatisms, reveals itself as the bearer of a procedural rationality capable of operating in everyday communication practice. In this dialogic path, which is anything but linear, Habermas' communicative reason seeks to find solutions capable of safeguarding both religious dimensions and the legacy of Enlightenment thought. This, first of all, to stem the monological drift of particularistic global interests able to endorse, even in sectors of a public nature, dynamics typical of strategic-functional action that lead to the restriction of the common space and to the loss of effectiveness of the institutions traditionally deputies for the democratic representation of interests. At the resolution of these questions, the discursive reason does not offer a single answer but indicates a path of learning and constructive conciliation of the visions of the world.
2020
Giuseppe Casuscelli
Il rapporto tra religione e sfera pubblica, dalla prospettiva della teoria del discorso di Habermas, lascia intravedere la possibilità di uno spazio condiviso, riflesso nelle procedure decisionali democratiche, che ha la priorità su ogni strategica e autoreferenziale rappresentazione del sociale. Il processo di “linguisticizzazione del sacro” ha progressivamente condotto l’autore a svincolare la teoria della modernità da una rigida teoria della secolarizzazione; d’altro canto, il fenomeno religioso, affrancato da obsoleti dogmatismi, si rivela portatore di una razionalità procedurale capace di operare nella prassi comunicativa quotidiana. In tale percorso dialogico, tutt’altro che lineare, la ragione comunicativa habermasiana mira alla ricerca di soluzioni in grado di salvaguardare tanto le dimensioni religiose quanto l’eredità del pensiero illuminista. Ciò, in primo luogo, per arginare la deriva monologica di particolaristici interessi globali in grado di avallare, anche in settori di natura pubblica, dinamiche tipiche dell’agire strategico-funzionale che conducono alla restrizione dello spazio comune e alla perdita di efficacia delle istituzioni tradizionalmente deputate alla rappresentanza democratica degli interessi. Alla risoluzione di tali interrogativi la ragione discorsiva non offre una risposta univoca ma indica un cammino di apprendimento e di costruttiva conciliazione delle visioni del mondo.
Nazionale
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