Liquid modernity is described by Bauman as the most dynamic phase of globalization, in which a major role is played by the crisis of traditional state prerogatives that trigger privatization and deregulation processes. Far from outlining a homogeneous phenomenon, globalization is an element capable of generating contrasting effects: on the one hand it tends to uniform, on the other it tends to generate new distinctions and exclusions based, first of all, on the different ability to move , both globally and locally. Indeed, extraterritoriality and speed of action correspond to deregulation and flexibility of global powers, qualities that would demonstrate a growing irrelevance of places, that is, a prevalence of the temporal dimension over spatial dynamics. Where time is understood in the instantaneousness of the moment and reduced to zero, consequently, space also loses all relevance. The result is a progressive volatilization of social relations as well as an unprecedented division of roles and functions within cities to which new forms of exclusion and inequality correspond, both between the different cities and in the same urban context, about which Bauman notes the growing presence of public but non-civil spaces as civil public spaces are characterized by the spontaneity of relationships and authentic freedom of expression. The simultaneous process of losing the ability to compare with the stranger can also be observed in so-called virtual environments: even in these places, the regulatory task is mainly assigned to the politics of life which, through the web, has had access to and subjected the public arena. This has contributed, even in virtual contexts, to the reduction of the public sphere to the benefit of the private sphere of action, subtracting weight from the political sense of the citizen. The push towards similar communities, if at first sight it can be understood as a sort of insurance policy against the risks, naturally connected to the daily life of a complex society, leads, however, to unlearn the art of civil coexistence. Focusing on the full enhancement of public places, virtual as real, goes in the direction of an authentic openness to knowledge of the other that allows you to overcome the competition an end in itself and to structure effective social networks.

La modernità liquida viene descritta da Bauman come la fase più dinamica della globalizzazione, nella quale un ruolo di primo piano è giocato dalla crisi delle tradizionali prerogative statuali che innescano processi di privatizzazione e di deregolamentazione. Ben distante dal delineare un fenomeno omogeneo, la globalizzazione si pone come elemento in grado di generare effetti contrastanti: da un lato essa tende ad uniformare, dall’altro tende a generare nuove distinzioni ed esclusioni basate, in primo luogo, sulla differente capacità di movimento, sia a livello globale che a livello locale. Alla deregolamentazione e alla flessibilità dei poteri globali corrispondono, infatti, l’extraterritorialità e la velocità di azione, qualità che dimostrerebbero una crescente irrilevanza dei luoghi, ovvero, una prevalenza della dimensione temporale sulle dinamiche spaziali. Laddove il tempo è inteso nell’istantaneità del momento e ridotto a zero, di riflesso, anche lo spazio smarrisce ogni rilevanza. Ne conseguono una progressiva volatilizzazione dei rapporti sociali nonché un’inedita ripartizione dei ruoli e delle funzioni all’interno delle città a cui corrispondono nuove forme di esclusione e di diseguaglianza, sia tra le diverse città che nel medesimo contesto urbano, a proposito del quale Bauman rileva la crescente presenza di spazi pubblici ma non civili essendo gli spazi pubblici civili caratterizzati dalla spontaneità delle relazioni e da un’autentica libertà di espressione. Il contemporaneo processo di smarrimento della capacità di confronto con l’estraneo può essere osservato anche nei cosiddetti ambienti virtuali: anche in tali luoghi, il compito di regolamentazione è assegnato principalmente alla politica della vita la quale, attraverso il web, ha avuto accesso e ha assoggettato l’arena pubblica. Ciò ha contribuito, anche nei contesti virtuali, alla riduzione della sfera pubblica a vantaggio dell’ambito privato di azione, sottraendo peso al senso politico del cittadino. La spinta verso comunità di simili, se a prima vista può essere intesa come una sorta di polizza assicurativa contro i rischi, naturalmente connessi alla vita quotidiana di una società complessa, porta, tuttavia, a disimpararel’arte della civile convivenza. Puntare sulla piena valorizzazione dei luoghi pubblici, virtuali come reali, va in direzione di un’autentica apertura alla conoscenza dell’altro che consenta di oltrepassare la competizione fine a sé stessa e di strutturare efficaci reti sociali.

Individui, spazi e confini nella modernità liquida di Zygmunt Bauman

Arianna Maceratini
2019-01-01

Abstract

Liquid modernity is described by Bauman as the most dynamic phase of globalization, in which a major role is played by the crisis of traditional state prerogatives that trigger privatization and deregulation processes. Far from outlining a homogeneous phenomenon, globalization is an element capable of generating contrasting effects: on the one hand it tends to uniform, on the other it tends to generate new distinctions and exclusions based, first of all, on the different ability to move , both globally and locally. Indeed, extraterritoriality and speed of action correspond to deregulation and flexibility of global powers, qualities that would demonstrate a growing irrelevance of places, that is, a prevalence of the temporal dimension over spatial dynamics. Where time is understood in the instantaneousness of the moment and reduced to zero, consequently, space also loses all relevance. The result is a progressive volatilization of social relations as well as an unprecedented division of roles and functions within cities to which new forms of exclusion and inequality correspond, both between the different cities and in the same urban context, about which Bauman notes the growing presence of public but non-civil spaces as civil public spaces are characterized by the spontaneity of relationships and authentic freedom of expression. The simultaneous process of losing the ability to compare with the stranger can also be observed in so-called virtual environments: even in these places, the regulatory task is mainly assigned to the politics of life which, through the web, has had access to and subjected the public arena. This has contributed, even in virtual contexts, to the reduction of the public sphere to the benefit of the private sphere of action, subtracting weight from the political sense of the citizen. The push towards similar communities, if at first sight it can be understood as a sort of insurance policy against the risks, naturally connected to the daily life of a complex society, leads, however, to unlearn the art of civil coexistence. Focusing on the full enhancement of public places, virtual as real, goes in the direction of an authentic openness to knowledge of the other that allows you to overcome the competition an end in itself and to structure effective social networks.
2019
Edizioni Università di Trieste
La modernità liquida viene descritta da Bauman come la fase più dinamica della globalizzazione, nella quale un ruolo di primo piano è giocato dalla crisi delle tradizionali prerogative statuali che innescano processi di privatizzazione e di deregolamentazione. Ben distante dal delineare un fenomeno omogeneo, la globalizzazione si pone come elemento in grado di generare effetti contrastanti: da un lato essa tende ad uniformare, dall’altro tende a generare nuove distinzioni ed esclusioni basate, in primo luogo, sulla differente capacità di movimento, sia a livello globale che a livello locale. Alla deregolamentazione e alla flessibilità dei poteri globali corrispondono, infatti, l’extraterritorialità e la velocità di azione, qualità che dimostrerebbero una crescente irrilevanza dei luoghi, ovvero, una prevalenza della dimensione temporale sulle dinamiche spaziali. Laddove il tempo è inteso nell’istantaneità del momento e ridotto a zero, di riflesso, anche lo spazio smarrisce ogni rilevanza. Ne conseguono una progressiva volatilizzazione dei rapporti sociali nonché un’inedita ripartizione dei ruoli e delle funzioni all’interno delle città a cui corrispondono nuove forme di esclusione e di diseguaglianza, sia tra le diverse città che nel medesimo contesto urbano, a proposito del quale Bauman rileva la crescente presenza di spazi pubblici ma non civili essendo gli spazi pubblici civili caratterizzati dalla spontaneità delle relazioni e da un’autentica libertà di espressione. Il contemporaneo processo di smarrimento della capacità di confronto con l’estraneo può essere osservato anche nei cosiddetti ambienti virtuali: anche in tali luoghi, il compito di regolamentazione è assegnato principalmente alla politica della vita la quale, attraverso il web, ha avuto accesso e ha assoggettato l’arena pubblica. Ciò ha contribuito, anche nei contesti virtuali, alla riduzione della sfera pubblica a vantaggio dell’ambito privato di azione, sottraendo peso al senso politico del cittadino. La spinta verso comunità di simili, se a prima vista può essere intesa come una sorta di polizza assicurativa contro i rischi, naturalmente connessi alla vita quotidiana di una società complessa, porta, tuttavia, a disimpararel’arte della civile convivenza. Puntare sulla piena valorizzazione dei luoghi pubblici, virtuali come reali, va in direzione di un’autentica apertura alla conoscenza dell’altro che consenta di oltrepassare la competizione fine a sé stessa e di strutturare efficaci reti sociali.
Nazionale
http://hdl.handle.net/10077/27261
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