This paper accounts for some outlines that come into view from the current debate on the relationship between poverty and crime – housing poverty as a predominantly feminine condition, deflationary crime outcome raised through emergency financial assistance, different homeless people regulation, increasingly punitive feature of the measures taken against them – by comparing the theoretical approaches with the results of Italian jurisprudence dealing with the offenses’ causes of justification that gets in touch with criminal and welfare systems. According to this background the essay points up the threatening view that, focusing on housing poverty compared to other types of poverty, highlights the social role of homeless people and their deviant behaviors, in so far building urban renaissance policies as “punitive” devices and involving negative effects on the executive system of the punishment. These effects rely upon the lawmaking goals and the resulting operational strategies settled by formal control agencies and are essentially ascertained by an odd image of the home stability, temporarily associated with the length of the house arrest that, if compared with the usually housing accommodation insight which has been supporting the current case law about the asylum applicants admission in residence registers, stresses some noticeable discriminatory profiles.

Il saggio illustra alcuni profili che emergono dal più recente dibattito sul rapporto tra povertà e criminalità – povertà abitativa come condizione prevalentemente femminile, effetti deflattivi della criminalità di erogazioni monetarie emergenziali, diversa regolazione della condizione dei senza dimora, carattere progressivamente punitivo delle misure adottate nei loro confronti – mettendo a confronto gli approcci teorici con le risultanze delle decisioni giudiziarie della giurisprudenza italiana sulle cause di giustificazione del reato che si collocano sullo sfondo dei punti di contatto tra i sistemi penale e di welfare. In questo quadro si illustrano i rischi connessi ad una lettura che, privilegiando la povertà abitativa rispetto alle altre tipologie di povertà, incentra sul ruolo sociale del senza dimora e sui suoi comportamenti devianti una costruzione “punitiva” delle politiche di rigenerazione urbana che comporta ricadute negative sul sistema dell’esecuzione della pena. Tali ricadute dipendono dagli obiettivi del legislatore e dalle conseguenti strategie operative delle agenzie formali del controllo e sono essenzialmente determinate da una peculiare visione della stabilità della dimora, temporaneamente associata alla durata della misura cautelare degli arresti domiciliari, e che, se confrontata con la visione dell’abitualità della dimora posta da una recentissima giurisprudenza a fondamento dell’iscrizione nei registri di residenza da parte dei richiedenti asilo, prospetta evidenti profili discriminatori.

Decriminalizzare la povertà? A proposito del rilancio sopranazionale di un dibattito

Raiteri, M.
2019-01-01

Abstract

This paper accounts for some outlines that come into view from the current debate on the relationship between poverty and crime – housing poverty as a predominantly feminine condition, deflationary crime outcome raised through emergency financial assistance, different homeless people regulation, increasingly punitive feature of the measures taken against them – by comparing the theoretical approaches with the results of Italian jurisprudence dealing with the offenses’ causes of justification that gets in touch with criminal and welfare systems. According to this background the essay points up the threatening view that, focusing on housing poverty compared to other types of poverty, highlights the social role of homeless people and their deviant behaviors, in so far building urban renaissance policies as “punitive” devices and involving negative effects on the executive system of the punishment. These effects rely upon the lawmaking goals and the resulting operational strategies settled by formal control agencies and are essentially ascertained by an odd image of the home stability, temporarily associated with the length of the house arrest that, if compared with the usually housing accommodation insight which has been supporting the current case law about the asylum applicants admission in residence registers, stresses some noticeable discriminatory profiles.
2019
Società Italiana di Vittimologia
Il saggio illustra alcuni profili che emergono dal più recente dibattito sul rapporto tra povertà e criminalità – povertà abitativa come condizione prevalentemente femminile, effetti deflattivi della criminalità di erogazioni monetarie emergenziali, diversa regolazione della condizione dei senza dimora, carattere progressivamente punitivo delle misure adottate nei loro confronti – mettendo a confronto gli approcci teorici con le risultanze delle decisioni giudiziarie della giurisprudenza italiana sulle cause di giustificazione del reato che si collocano sullo sfondo dei punti di contatto tra i sistemi penale e di welfare. In questo quadro si illustrano i rischi connessi ad una lettura che, privilegiando la povertà abitativa rispetto alle altre tipologie di povertà, incentra sul ruolo sociale del senza dimora e sui suoi comportamenti devianti una costruzione “punitiva” delle politiche di rigenerazione urbana che comporta ricadute negative sul sistema dell’esecuzione della pena. Tali ricadute dipendono dagli obiettivi del legislatore e dalle conseguenti strategie operative delle agenzie formali del controllo e sono essenzialmente determinate da una peculiare visione della stabilità della dimora, temporaneamente associata alla durata della misura cautelare degli arresti domiciliari, e che, se confrontata con la visione dell’abitualità della dimora posta da una recentissima giurisprudenza a fondamento dell’iscrizione nei registri di residenza da parte dei richiedenti asilo, prospetta evidenti profili discriminatori.
Cet article expose quelques lignes qui paraissent du récent débat à propos du lien entre pauvreté et criminalité – la pauvreté du logement, qui s’agit d’une condition notamment féminine, l’action peut-être déflationniste de la criminalité par un soutien monétaire singulier, la règlementation diversifiée des personnes en situation d’itinérance (sans-abri), les traits progressivement punitifs des mesures prises contre eux – en comparant les approches théoriques avec des jugements de la jurisprudence italienne sur les causes de justification des délits qui se trouvent au croisement entre le système pénal e celui de l’Etat providence. Dans ce milieu ont été éclairés les risques liés à une interprétation qui, en se concentrant sur la pauvreté du logement par rapport à d’autres types de pauvreté, met l’accent sur le rôle social du sans-abri et sur ses conduites déviantes, en établissant les politiques de renaissance urbaine d’une façon «punitive» qui produit des troubles du système l’exécution de la peine. Ces effets découlent des objectifs du législateur et des stratégies opérationnelles des agences officielles du control qui en résulte, et qui se déroulent d’une vision distinctive de la stabilité du lieu de séjour, temporairement liée au cours de la mesure de l’assignation à résidence par rapport à l’idée du logement courant, sur la quelle la dernière jurisprudence a établi l’enregistrement du logis pour les demandeurs d’asile, de façon à souligner plusieurs côtés discriminatoires.
Internazionale
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