Per comprendere l’“essere padri” oggi occorre tenere conto dell’attuale contesto storico-sociale,caratterizzato dal predominio della ragione strumentale che esautora la dimensione progettuale propria della funzione paterna, ostacolando la sua capacità di indicare significati, futuri mondi possibili, modelli di umanità. Il significato e il senso non possono essere il portato di un’organizzazione tecnica (tutt’al più l’informazione lo è) ma, deweyanamente, dell’interezza dell’esperienza e del suo naturale protendersi verso il futuro. La carenza di senso trova così compensazione nella capacità della funzione materna di fornire cura e significato. Sottratta alla dialettica con la funzione “separanteprogettuale” del padre, alla funzione materna non rimane che indugiare nella gratificazione della cura, come avviene in tante pedagogie che insistono unilateralmente sull’affettività. Avvalendomi di strumenti e contributi psicoanalitici e, in modo particolare, di una concezione dell’educazione come “antinomia” (Bertin 1961a; 1961b), da una parte, e come interconnessione di «due reciproche direzioni di senso»: educěre e educāre (Bertagna, 2000, pp. 109 ss.), dall’altra, il presente contributo tenterà di evidenziare come la vera opportunità di cambiamento del ruolo del padre nella società odierna sia la sua trasformazione da padre-autoritario a padre-che-apre-al-progetto.
Essere padri in una società senza progetto
POLENTA, STEFANO
2018-01-01
Abstract
Per comprendere l’“essere padri” oggi occorre tenere conto dell’attuale contesto storico-sociale,caratterizzato dal predominio della ragione strumentale che esautora la dimensione progettuale propria della funzione paterna, ostacolando la sua capacità di indicare significati, futuri mondi possibili, modelli di umanità. Il significato e il senso non possono essere il portato di un’organizzazione tecnica (tutt’al più l’informazione lo è) ma, deweyanamente, dell’interezza dell’esperienza e del suo naturale protendersi verso il futuro. La carenza di senso trova così compensazione nella capacità della funzione materna di fornire cura e significato. Sottratta alla dialettica con la funzione “separanteprogettuale” del padre, alla funzione materna non rimane che indugiare nella gratificazione della cura, come avviene in tante pedagogie che insistono unilateralmente sull’affettività. Avvalendomi di strumenti e contributi psicoanalitici e, in modo particolare, di una concezione dell’educazione come “antinomia” (Bertin 1961a; 1961b), da una parte, e come interconnessione di «due reciproche direzioni di senso»: educěre e educāre (Bertagna, 2000, pp. 109 ss.), dall’altra, il presente contributo tenterà di evidenziare come la vera opportunità di cambiamento del ruolo del padre nella società odierna sia la sua trasformazione da padre-autoritario a padre-che-apre-al-progetto.File | Dimensione | Formato | |
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