Il ripensamento del paradigma della cura, inteso in senso ampio (caring function), illumina il nesso interno tra fragilità antropologica ed etica della cura, evitando di declassare quest’ultima a mero atto supererogatorio di generosità facoltativa. Dal riconoscimento della cura come compito etico originario, inscritto nel cuore stesso della fragilità, discendono due corollari: anzitutto, la possibilità di accreditare un paradigma relazionale di “reciprocità asimmetrica”, contro gli opposti estremismi del modello paternalista e di quello contrattualista, che appaiono, in ultima analisi, come forme di individualismo mascherato; in secondo luogo, la possibilità di distinguere e riconciliare un’accezione allargata di cura, come modalità esistenziale di relazione fra persone fragili, e un’accezione ristretta, intesa come pratica terapeutica volta alla soddisfazione di bisogni cui il soggetto non può far fronte da solo
Homo fragilis, cura pretiosa
Alici L
2017-01-01
Abstract
Il ripensamento del paradigma della cura, inteso in senso ampio (caring function), illumina il nesso interno tra fragilità antropologica ed etica della cura, evitando di declassare quest’ultima a mero atto supererogatorio di generosità facoltativa. Dal riconoscimento della cura come compito etico originario, inscritto nel cuore stesso della fragilità, discendono due corollari: anzitutto, la possibilità di accreditare un paradigma relazionale di “reciprocità asimmetrica”, contro gli opposti estremismi del modello paternalista e di quello contrattualista, che appaiono, in ultima analisi, come forme di individualismo mascherato; in secondo luogo, la possibilità di distinguere e riconciliare un’accezione allargata di cura, come modalità esistenziale di relazione fra persone fragili, e un’accezione ristretta, intesa come pratica terapeutica volta alla soddisfazione di bisogni cui il soggetto non può far fronte da soloFile | Dimensione | Formato | |
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