Lo studio ha ad oggetto l’applicazione delle regole sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale contenute nel regolamento (UE) n. 1215/2012 (c.d. “Bruxelles I-bis”), con particolare riferimento al foro speciale per le controversie nascenti da fatto illecito, allo specifico contesto della violazione della privacy e dei diritti della personalità commesse tramite Internet. Il lavoro si sofferma innanzitutto sull’adattamento compiuto dalla Corte di giustizia della propria precedente giurisprudenza concernente la diffamazione a mezzo stampa al diverso contesto delle violazioni commesse tramite la diffusione on-line di informazioni lesive, per poi raffrontare la soluzione accolta in tale ambito, particolarmente generosa per la parte attrice, che si identifica tendenzialmente con la presunta vittima della violazione, con le soluzioni giurisprudenziali sviluppate relativamente a controversie di natura diversa. Tra queste, rilevano le azioni relative a contratti del commercio elettronico, ovvero a violazioni di diritti di proprietà intellettuale commesse tramite Internet. Il confronto si estende alle regole speciali di giurisdizione recate dal regolamento (UE) n. 2016/679 in materia di protezione dei dati personali, le quali si presentano ugualmente contrassegnate da un marcato favor per il titolare dei dati. Tale orientamento pone inevitabilmente un problema di compatibilità col principio della parità delle armi tra i litiganti, alla luce anche degli ultimi sviluppi della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia.
La giurisdizione nelle controversie relative alle attività on-line
Marongiu Buonaiuti, Fabrizio
2017-01-01
Abstract
Lo studio ha ad oggetto l’applicazione delle regole sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale contenute nel regolamento (UE) n. 1215/2012 (c.d. “Bruxelles I-bis”), con particolare riferimento al foro speciale per le controversie nascenti da fatto illecito, allo specifico contesto della violazione della privacy e dei diritti della personalità commesse tramite Internet. Il lavoro si sofferma innanzitutto sull’adattamento compiuto dalla Corte di giustizia della propria precedente giurisprudenza concernente la diffamazione a mezzo stampa al diverso contesto delle violazioni commesse tramite la diffusione on-line di informazioni lesive, per poi raffrontare la soluzione accolta in tale ambito, particolarmente generosa per la parte attrice, che si identifica tendenzialmente con la presunta vittima della violazione, con le soluzioni giurisprudenziali sviluppate relativamente a controversie di natura diversa. Tra queste, rilevano le azioni relative a contratti del commercio elettronico, ovvero a violazioni di diritti di proprietà intellettuale commesse tramite Internet. Il confronto si estende alle regole speciali di giurisdizione recate dal regolamento (UE) n. 2016/679 in materia di protezione dei dati personali, le quali si presentano ugualmente contrassegnate da un marcato favor per il titolare dei dati. Tale orientamento pone inevitabilmente un problema di compatibilità col principio della parità delle armi tra i litiganti, alla luce anche degli ultimi sviluppi della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia.File | Dimensione | Formato | |
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