La teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto è una delle parti più controverse dell’analisi di Marx. Tuttavia, come un fiume carsico, proprio quando sembra che questa teoria sia definitivamente destinata ad essere abbandonata anche dagli economisti di ispirazione eterodossa o marxista, o al più ad essere ricordata come curiosità storica, torna a riaffiorare, soprattutto in occasione di crisi largamente inaspettate. La prima parte del presente paper discute la teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto e il dibattito, soprattutto recente, che essa ha suscitato. Si dimostrerà che tale teoria è, dal punto di vista teorico, assai più solida di quanto non si sarebbe indotti a pensare e, anche assumendo un quadro di riferimento di prezzi sraffiani, è una conseguenza necessaria se si assume che il progresso tecnologico prenda prevalentemente la forma di un aumento nel tempo del rapporto capitale-lavoro. La seconda parte del paper cerca invece di stimare, in modo molto preliminare, la tendenza del saggio di profitto sulla base dei dati statistici dell’OECD per diversi paesi a capitalismo avanzato. Si tratta di un’indagine che non pretende di portare a risultati definitivi, ma svela, se non altro, indizi consistenti che indicano che ci sono buone ragioni per ritenere che in queste economie, dagli anni 60 in poi la tendenza, lenta ma costante, alla caduta del saggio di profitto, secondo il modello sviluppato nella prima parte del paper, si sia effettivamente manifestata.
Ritorno al futuro? La caduta tendenziale del saggio di profitto, tra teoria ed evidenza empirica
PERRI, Stefano
2016-01-01
Abstract
La teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto è una delle parti più controverse dell’analisi di Marx. Tuttavia, come un fiume carsico, proprio quando sembra che questa teoria sia definitivamente destinata ad essere abbandonata anche dagli economisti di ispirazione eterodossa o marxista, o al più ad essere ricordata come curiosità storica, torna a riaffiorare, soprattutto in occasione di crisi largamente inaspettate. La prima parte del presente paper discute la teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto e il dibattito, soprattutto recente, che essa ha suscitato. Si dimostrerà che tale teoria è, dal punto di vista teorico, assai più solida di quanto non si sarebbe indotti a pensare e, anche assumendo un quadro di riferimento di prezzi sraffiani, è una conseguenza necessaria se si assume che il progresso tecnologico prenda prevalentemente la forma di un aumento nel tempo del rapporto capitale-lavoro. La seconda parte del paper cerca invece di stimare, in modo molto preliminare, la tendenza del saggio di profitto sulla base dei dati statistici dell’OECD per diversi paesi a capitalismo avanzato. Si tratta di un’indagine che non pretende di portare a risultati definitivi, ma svela, se non altro, indizi consistenti che indicano che ci sono buone ragioni per ritenere che in queste economie, dagli anni 60 in poi la tendenza, lenta ma costante, alla caduta del saggio di profitto, secondo il modello sviluppato nella prima parte del paper, si sia effettivamente manifestata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.