Il presente lavoro costituisce il risultato di tre anni di ricerca sulla neologia. I suoi scopi fondamentali sono di quattro ordini:  il primo, nato come ipotesi teorica da testare applicativamente, è quello di dimostrare la possibilità di considerare la neologia attraverso un’ottica alternativa rispetto a quella tradizionale. Ciò implica, innanzitutto, affiancare alla visione della neologia come fenomeno creativo, e per questo indagato dal punto di vista essenzialmente morfologico e morfo-sintattico, quella di fenomeno ricettivo e dialogico-comunicativo;  il secondo, naturale portato del precedente, è quello di verificare l’efficienza e l’efficacia del nuovo assetto teorico attraverso la sua messa in opera nello studio della neologia in uno specifico linguaggio settoriale;  il terzo riguarda il campo massmediatico e consiste nel dimostrare che la preminenza del fenomeno neologico nel linguaggio giornalistico è dovuta alle funzioni comunicativo-testuali proprie dei lessemi neologenici;  il quarto riguarda, infine, la ricezione dei fenomeni neologici e consiste nel verificare, ipotizzandone l’esistenza, fino ad oggi smentita in letteratura, di una competenza neologica comune, parte della competenza linguistica degli individui, rispetto alle RFP e ai meccanismi neologenici della propria lingua madre (per noi, l’italiano). La presente trattazione è articolata in quattro capitoli, ai quali è affidato il compito di illustrare i percorsi tracciati dalla ricerca in ciascuno dei quattro obiettivi scientifici. Il Cap. I descrive la necessità di ripensare al fenomeno neologico attraverso la costruzione di una teoria unitaria che si fa carico del superamento delle difficoltà e delle disarticolazioni di quelle tradizionali e dell’istituzione di un più proficuo legame tra neologia e Lessicografia e che, dall’altra, è in grado di dare conto degli aspetti di rilievo sociologico della performance neologica, soprattutto sul versante della ricezione: la qualità e lo statuto neologici e l’accettabilità delle nuove parole. L’architettura della teoria unitaria della neologia si fonda anche su un rinnovato apparato nomenclatorio, per cui vengono introdotte e definite nuove etichette metalinguistiche che indicano con maggior cura i risvolti sociolinguistici e testuali che il fenomeno porta con sé: in particolare, viene assegnata una nuova gerarchizzazione alle categorie di neologismo (sostanzialmente abbandonata), neoformazione e neosemia, con l’introduzione delle nuove classi di Espressione A Valenza Neologenica (quale arci-fenomeno) e di Neologenia (acquisita al posto di quella di neologismo, poiché descrive meglio le caratteristiche salienti dei fenomeni testuali coinvolti e risulta più comprensiva delle loro varie manifestazioni linguistiche). La definizione di Neologenia come fenomeno lessicale neoforico introduce e spiega il cuore della teoria unitaria presentata, ovvero la considerazione dell’evento linguistico nuovo, non più e non solo come prodotto di RFP, ancorché legato alla capacità creatrice e creativa dei parlanti, bensì come luogo marcato retoricamente. La neologenia è cioè una figura retorica, che coinvolge attivamente tanto l’Emittente quanto il Destinatario e si configura come atto linguistico dalle funzioni conative e poetiche. Sono quindi escussi i vantaggi della teoria neologica retorica, illustrati attraverso la descrizione della metodologia con cui intraprendere l’analisi linguistica delle EVAN. Il Cap. II perviene, dopo aver inserito la neologia nello “Spazio di Discorso” massmediatico, all’applicazione della teoria retorica al linguaggio settoriale dell’informazione giornalistica. Vengono quindi dapprima descritti la lingua e le strategie comunicative dell’informazione televisiva, del giornalismo cartaceo ed elettronico, e viene poi tracciato un quadro preliminare delle caratteristiche della neologia massmediatica, riguardante la centralità del fenomeno, la strutturazioni delle fonti neologiche, gli aspetti del logos dei fenomeni neologici (tipologie e tendenze della neologia massmediatica) e quelli del neos. Con ciò si entra nel vivo dell’osservazione del fenomeno neologico nel contesto giornalistico e se ne analizzano i caratteri generali, le distinzioni tra stati sincronici e diacronici e si introduce il rilievo assunto dalla dimensione ricettiva in tale contesto comunicativo. Le osservazioni nate dallo studio della neologia, che a loro volta hanno ingenerato la costruzione della teoria retorica, sono state quindi messe a sistema nell’articolazione del rapporto tra neologia e funzioni del linguaggio: sono descritte macro e microfunzioni della neologia massmediatica, con particolare attenzione alle strategie newness-centered del linguaggio giornalistico. Si chiude quindi la sezione teorico-descrittiva del lavoro e si passa, nei due capitoli che seguono, all’illustrazione dei dati e dei risultati della ricerca applicata: lo studio del corpus delle EVAN massmediatiche raccolte attraverso lo spoglio dei quotidiani cartacei ed elettronici e la visione dei telegiornali nazionali e l’indagine psicolinguistica sulla neologia in ricezione avvenuta attraverso la somministrazione di un questionario sulla creatività nella lingua italiana ad un campione di parlanti madrelingua. Il Cap. III descrive le osservazioni fatte sulla neologia nel linguaggio giornalistico italiano contemporaneo. Dopo aver illustrato le basi teoriche e linguistiche che hanno guidato il lavoro e aver descritto l’organizzazione e la metodologia di ricerca e analisi, vengono quindi presentate tre Tavole Lessicografiche che raccolgono, per un totale di 3.083 entrate registrate, le EVAN provenienti dal corpus dei giornali cartacei (1.944 lemmi), dal corpus delle EVAN telegiornalistiche (345 lemmi) e da quello delle EVAN delle testate web (794 lemmi). L’analisi contestuale, linguistica e neologenica delle voci è completata dalla descrizione di una serie di casi di studio, cui fanno seguito evidenze e sintesi sulla ricerca e sull’analisi prodotta. L’ultimo capitolo, il Cap. IV, è invece consacrato all’indagine sulla ricezione dei neologismi massmediatici e, quindi, sul fenomeno neologico osservato “dalla parte del ricevente”. Vengono innanzitutto descritte le fasi dell’organizzazione dell’indagine psicolinguistica: il campione, l’allestimento e la diffusione del questionario, la sua struttura, lo spoglio, la raccolta e la metodologia di analisi dei dati. Sono poi illustrati e commentati i risultati della somministrazione del test. Dall’estrapolazione e dall’analisi comparativa dei dati sono state ricavate le analisi riguardo i rapporto tra età dei parlanti e neologia, consumo massmediale e neologia, mezzo di informazione preferito e neologia e accettabilità e fixing factors. Vengono, infine, sintetizzate e discusse le evidenze, risultato della ricerca sulla ricezione delle EVAN massmediatiche, così raccolte e sistematizzate. I risultati dei tre anni di ricerca, illustrati nel lavoro, hanno permesso di giungere alla conferma delle quattro ipotesi suddette ed hanno dimostrato, sui versanti della creazione e della ricezione, che la neologia può a buon diritto essere considerata come evento di natura retorica e, sul versante interpretativo, l’esistenza di una specifica abilità linguistica, la competenza neologica, attraverso la quale i parlanti riconoscono le novità lessicali in maniera esatta, anche in assenza di dati contestuali completi e senza sovrapposizioni con elementi lessicali di altra natura, come ad esempio arcaismi o items di bassa frequenza. L’esercitarsi della competenza neologica ha, a sua volta, permesso di accertare che i luoghi testuali marcati neologenicamente sono dotati di una forte carica attrattiva nei confronti dell'attenzione cognitiva dei destinatari, motivo per cui le neologenie sono in grado di orientare la lettura dei messaggi-notizia nei testi giornalistici e ciò spiega il rilievo assunto dal fenomeno neologico in questo specifico contesto linguistico.

Parole nuove dal giornalismo. Analisi delle novità lessicali nei mass media dell’informazione, per una ridefinizione del concetto di Neologia

SPADI, GIADA
2017-01-01

Abstract

Il presente lavoro costituisce il risultato di tre anni di ricerca sulla neologia. I suoi scopi fondamentali sono di quattro ordini:  il primo, nato come ipotesi teorica da testare applicativamente, è quello di dimostrare la possibilità di considerare la neologia attraverso un’ottica alternativa rispetto a quella tradizionale. Ciò implica, innanzitutto, affiancare alla visione della neologia come fenomeno creativo, e per questo indagato dal punto di vista essenzialmente morfologico e morfo-sintattico, quella di fenomeno ricettivo e dialogico-comunicativo;  il secondo, naturale portato del precedente, è quello di verificare l’efficienza e l’efficacia del nuovo assetto teorico attraverso la sua messa in opera nello studio della neologia in uno specifico linguaggio settoriale;  il terzo riguarda il campo massmediatico e consiste nel dimostrare che la preminenza del fenomeno neologico nel linguaggio giornalistico è dovuta alle funzioni comunicativo-testuali proprie dei lessemi neologenici;  il quarto riguarda, infine, la ricezione dei fenomeni neologici e consiste nel verificare, ipotizzandone l’esistenza, fino ad oggi smentita in letteratura, di una competenza neologica comune, parte della competenza linguistica degli individui, rispetto alle RFP e ai meccanismi neologenici della propria lingua madre (per noi, l’italiano). La presente trattazione è articolata in quattro capitoli, ai quali è affidato il compito di illustrare i percorsi tracciati dalla ricerca in ciascuno dei quattro obiettivi scientifici. Il Cap. I descrive la necessità di ripensare al fenomeno neologico attraverso la costruzione di una teoria unitaria che si fa carico del superamento delle difficoltà e delle disarticolazioni di quelle tradizionali e dell’istituzione di un più proficuo legame tra neologia e Lessicografia e che, dall’altra, è in grado di dare conto degli aspetti di rilievo sociologico della performance neologica, soprattutto sul versante della ricezione: la qualità e lo statuto neologici e l’accettabilità delle nuove parole. L’architettura della teoria unitaria della neologia si fonda anche su un rinnovato apparato nomenclatorio, per cui vengono introdotte e definite nuove etichette metalinguistiche che indicano con maggior cura i risvolti sociolinguistici e testuali che il fenomeno porta con sé: in particolare, viene assegnata una nuova gerarchizzazione alle categorie di neologismo (sostanzialmente abbandonata), neoformazione e neosemia, con l’introduzione delle nuove classi di Espressione A Valenza Neologenica (quale arci-fenomeno) e di Neologenia (acquisita al posto di quella di neologismo, poiché descrive meglio le caratteristiche salienti dei fenomeni testuali coinvolti e risulta più comprensiva delle loro varie manifestazioni linguistiche). La definizione di Neologenia come fenomeno lessicale neoforico introduce e spiega il cuore della teoria unitaria presentata, ovvero la considerazione dell’evento linguistico nuovo, non più e non solo come prodotto di RFP, ancorché legato alla capacità creatrice e creativa dei parlanti, bensì come luogo marcato retoricamente. La neologenia è cioè una figura retorica, che coinvolge attivamente tanto l’Emittente quanto il Destinatario e si configura come atto linguistico dalle funzioni conative e poetiche. Sono quindi escussi i vantaggi della teoria neologica retorica, illustrati attraverso la descrizione della metodologia con cui intraprendere l’analisi linguistica delle EVAN. Il Cap. II perviene, dopo aver inserito la neologia nello “Spazio di Discorso” massmediatico, all’applicazione della teoria retorica al linguaggio settoriale dell’informazione giornalistica. Vengono quindi dapprima descritti la lingua e le strategie comunicative dell’informazione televisiva, del giornalismo cartaceo ed elettronico, e viene poi tracciato un quadro preliminare delle caratteristiche della neologia massmediatica, riguardante la centralità del fenomeno, la strutturazioni delle fonti neologiche, gli aspetti del logos dei fenomeni neologici (tipologie e tendenze della neologia massmediatica) e quelli del neos. Con ciò si entra nel vivo dell’osservazione del fenomeno neologico nel contesto giornalistico e se ne analizzano i caratteri generali, le distinzioni tra stati sincronici e diacronici e si introduce il rilievo assunto dalla dimensione ricettiva in tale contesto comunicativo. Le osservazioni nate dallo studio della neologia, che a loro volta hanno ingenerato la costruzione della teoria retorica, sono state quindi messe a sistema nell’articolazione del rapporto tra neologia e funzioni del linguaggio: sono descritte macro e microfunzioni della neologia massmediatica, con particolare attenzione alle strategie newness-centered del linguaggio giornalistico. Si chiude quindi la sezione teorico-descrittiva del lavoro e si passa, nei due capitoli che seguono, all’illustrazione dei dati e dei risultati della ricerca applicata: lo studio del corpus delle EVAN massmediatiche raccolte attraverso lo spoglio dei quotidiani cartacei ed elettronici e la visione dei telegiornali nazionali e l’indagine psicolinguistica sulla neologia in ricezione avvenuta attraverso la somministrazione di un questionario sulla creatività nella lingua italiana ad un campione di parlanti madrelingua. Il Cap. III descrive le osservazioni fatte sulla neologia nel linguaggio giornalistico italiano contemporaneo. Dopo aver illustrato le basi teoriche e linguistiche che hanno guidato il lavoro e aver descritto l’organizzazione e la metodologia di ricerca e analisi, vengono quindi presentate tre Tavole Lessicografiche che raccolgono, per un totale di 3.083 entrate registrate, le EVAN provenienti dal corpus dei giornali cartacei (1.944 lemmi), dal corpus delle EVAN telegiornalistiche (345 lemmi) e da quello delle EVAN delle testate web (794 lemmi). L’analisi contestuale, linguistica e neologenica delle voci è completata dalla descrizione di una serie di casi di studio, cui fanno seguito evidenze e sintesi sulla ricerca e sull’analisi prodotta. L’ultimo capitolo, il Cap. IV, è invece consacrato all’indagine sulla ricezione dei neologismi massmediatici e, quindi, sul fenomeno neologico osservato “dalla parte del ricevente”. Vengono innanzitutto descritte le fasi dell’organizzazione dell’indagine psicolinguistica: il campione, l’allestimento e la diffusione del questionario, la sua struttura, lo spoglio, la raccolta e la metodologia di analisi dei dati. Sono poi illustrati e commentati i risultati della somministrazione del test. Dall’estrapolazione e dall’analisi comparativa dei dati sono state ricavate le analisi riguardo i rapporto tra età dei parlanti e neologia, consumo massmediale e neologia, mezzo di informazione preferito e neologia e accettabilità e fixing factors. Vengono, infine, sintetizzate e discusse le evidenze, risultato della ricerca sulla ricezione delle EVAN massmediatiche, così raccolte e sistematizzate. I risultati dei tre anni di ricerca, illustrati nel lavoro, hanno permesso di giungere alla conferma delle quattro ipotesi suddette ed hanno dimostrato, sui versanti della creazione e della ricezione, che la neologia può a buon diritto essere considerata come evento di natura retorica e, sul versante interpretativo, l’esistenza di una specifica abilità linguistica, la competenza neologica, attraverso la quale i parlanti riconoscono le novità lessicali in maniera esatta, anche in assenza di dati contestuali completi e senza sovrapposizioni con elementi lessicali di altra natura, come ad esempio arcaismi o items di bassa frequenza. L’esercitarsi della competenza neologica ha, a sua volta, permesso di accertare che i luoghi testuali marcati neologenicamente sono dotati di una forte carica attrattiva nei confronti dell'attenzione cognitiva dei destinatari, motivo per cui le neologenie sono in grado di orientare la lettura dei messaggi-notizia nei testi giornalistici e ciò spiega il rilievo assunto dal fenomeno neologico in questo specifico contesto linguistico.
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