In questo saggio si intende analizzare il complesso rapporto che si instaura tra visione mistica ed immagine nel territorio orientativamente corrispondente alle odierne Marche centrali tra XV e XVII secolo, costituito da vicariati, signorie e governi di tipo repubblicano, che entrano progressivamente a far parte dello Stato Pontificio di età moderna . Verranno in particolare presentati tre casi studio, emergenti da una prima ricognizione territoriale. In alcune cittadine dell’area geografica presa in esame, nella seconda metà del XV secolo, la visione mistica, con i santuari e le immagini ad essa legati, è talvolta utilizzata da collettività di immigrati albanesi per agevolare la propria difficile integrazione nella nuova patria; a Camerino, centro di affermazione di una importante signoria del Rinascimento, una rilevante voce mistica proviene invece dal più vitale monastero francescano osservante del territorio, da dove, tra XV e XVI secolo, la figlia del signore rafforza il prestigio della famiglia al governo della città; a Jesi, in provincia di Ancona, un monastero femminile di periferia, ovvero quello delle carmelitane, diviene nel XVII secolo il luogo nel quale si diffonde, e in parte si chiarisce, una nuova iconografia elaborata, a partire da una visione, nel centro dello Stato Pontificio. In questo percorso che affianca fenomeni provenienti dal mondo subalterno, da un centro culturale e da una periferia, emerge con estrema chiarezza una tematica chiave degli studi sul rapporto tra visioni e immagini, ovvero la polarità tra visioni modellate su opere d’arte realmente esistenti, che si riattivano nella mente del devoto nell’esperienza mistica, e visioni che generano nuove iconografie destinate ad una larga fortuna .

Subalterno, centrale, periferico. Tre casi di studio sul rapporto tra visione mistica e immagine nella Marca pontificia di Età Moderna

CAPRIOTTI, GIUSEPPE
2016-01-01

Abstract

In questo saggio si intende analizzare il complesso rapporto che si instaura tra visione mistica ed immagine nel territorio orientativamente corrispondente alle odierne Marche centrali tra XV e XVII secolo, costituito da vicariati, signorie e governi di tipo repubblicano, che entrano progressivamente a far parte dello Stato Pontificio di età moderna . Verranno in particolare presentati tre casi studio, emergenti da una prima ricognizione territoriale. In alcune cittadine dell’area geografica presa in esame, nella seconda metà del XV secolo, la visione mistica, con i santuari e le immagini ad essa legati, è talvolta utilizzata da collettività di immigrati albanesi per agevolare la propria difficile integrazione nella nuova patria; a Camerino, centro di affermazione di una importante signoria del Rinascimento, una rilevante voce mistica proviene invece dal più vitale monastero francescano osservante del territorio, da dove, tra XV e XVI secolo, la figlia del signore rafforza il prestigio della famiglia al governo della città; a Jesi, in provincia di Ancona, un monastero femminile di periferia, ovvero quello delle carmelitane, diviene nel XVII secolo il luogo nel quale si diffonde, e in parte si chiarisce, una nuova iconografia elaborata, a partire da una visione, nel centro dello Stato Pontificio. In questo percorso che affianca fenomeni provenienti dal mondo subalterno, da un centro culturale e da una periferia, emerge con estrema chiarezza una tematica chiave degli studi sul rapporto tra visioni e immagini, ovvero la polarità tra visioni modellate su opere d’arte realmente esistenti, che si riattivano nella mente del devoto nell’esperienza mistica, e visioni che generano nuove iconografie destinate ad una larga fortuna .
2016
Edizioni di storia e letteratura
Nazionale
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