In questo lavoro sono enucleate alcune preliminari considerazioni riguardo un gruppo di terrecotte architettoniche, facenti parte della ricca ed interessante collezione archeologica del Museo Comunale di Fermo, ancora troppo poco nota alla letteratura scientifica. La raccolta, costituita ufficialmente nel 1890 anche grazie al contributo di eclettici cultori dell'antichità, come il Carducci e i de Minicis, si compone di qualche migliaio tra manufatti e monete in gran parte di età proto-storica e romana. Nonostante l'eterogeneità, la pertinenza a differenti facies culturali, la frammentarietà e la mancanza di contestualizzazione dei reperti, la raccolta fermana rappresenta un prezioso esempio di collezionismo archeologico dell'area marchigiana tra XVIII e XIX secolo. La possibilità, inoltre, di ricondurre, pur se genericamente, molti di questi materiali a Fermo e al suo territorio fa della raccolta un importante strumento di indagine per migliorare la lettura storico-archeologica di uno dei più antichi e vivaci centri piceni e romani del territorio regionale, quale è appunto Firmum Picenum. Lo studio sulle terrecotte architettoniche ne è una dimostrazione. Trattasi di un piccolo nucleo composto da sima, antepagmenta, antefisse e acroteri, molto frammentari, probabili parti del rivestimento delle strutture lignee di edifici diversi, per lo più sacri. Le terrecotte in esame sono databili tra la fine del III sec. a.C. e gli inizi del I sec. a.C., ad eccezione di un solo manufatto ascrivibile al primo quarto del I sec. d. C.
La raccolta archeologica del Museo Comunale di Fermo: note su alcune terrecotte architettoniche romane.
STORTONI, EMANUELA
2013-01-01
Abstract
In questo lavoro sono enucleate alcune preliminari considerazioni riguardo un gruppo di terrecotte architettoniche, facenti parte della ricca ed interessante collezione archeologica del Museo Comunale di Fermo, ancora troppo poco nota alla letteratura scientifica. La raccolta, costituita ufficialmente nel 1890 anche grazie al contributo di eclettici cultori dell'antichità, come il Carducci e i de Minicis, si compone di qualche migliaio tra manufatti e monete in gran parte di età proto-storica e romana. Nonostante l'eterogeneità, la pertinenza a differenti facies culturali, la frammentarietà e la mancanza di contestualizzazione dei reperti, la raccolta fermana rappresenta un prezioso esempio di collezionismo archeologico dell'area marchigiana tra XVIII e XIX secolo. La possibilità, inoltre, di ricondurre, pur se genericamente, molti di questi materiali a Fermo e al suo territorio fa della raccolta un importante strumento di indagine per migliorare la lettura storico-archeologica di uno dei più antichi e vivaci centri piceni e romani del territorio regionale, quale è appunto Firmum Picenum. Lo studio sulle terrecotte architettoniche ne è una dimostrazione. Trattasi di un piccolo nucleo composto da sima, antepagmenta, antefisse e acroteri, molto frammentari, probabili parti del rivestimento delle strutture lignee di edifici diversi, per lo più sacri. Le terrecotte in esame sono databili tra la fine del III sec. a.C. e gli inizi del I sec. a.C., ad eccezione di un solo manufatto ascrivibile al primo quarto del I sec. d. C.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.