La memorialistica degli ex-militanti della sinistra rivoluzionaria ha privilegiato da sempre, e continua a privilegiare ancora oggi, una lettura della violenza politica negli anni ’70 sostanzialmente come strumento di difesa contro uno Stato tendenzialmente autoritario e una democrazia puramente di facciata. Vengono così dimenticate le ragioni rivoluzionarie di quella scelta; viene cioè messa in evidenza la violenza subita da parte dello Stato o delle formazioni neo-fasciste, mentre solo molto raramente si discute anche di quella voluta, preparata e praticata contro gli avversari, perché considerata elemento essenziale all’interno del proprio progetto di rivolgimento violento della società.
Violenza politica e ideologia: la sinistra radicale e la memoria degli “anni di piombo”
VENTRONE, Angelo
2013-01-01
Abstract
La memorialistica degli ex-militanti della sinistra rivoluzionaria ha privilegiato da sempre, e continua a privilegiare ancora oggi, una lettura della violenza politica negli anni ’70 sostanzialmente come strumento di difesa contro uno Stato tendenzialmente autoritario e una democrazia puramente di facciata. Vengono così dimenticate le ragioni rivoluzionarie di quella scelta; viene cioè messa in evidenza la violenza subita da parte dello Stato o delle formazioni neo-fasciste, mentre solo molto raramente si discute anche di quella voluta, preparata e praticata contro gli avversari, perché considerata elemento essenziale all’interno del proprio progetto di rivolgimento violento della società.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.